Quelle bandiere nella piazza sbagliata

Bisogna scegliere fra tre cose: bandiera palestinese, qualità della vita israeliana, rispetto per se stessi. Scegliendone due si rinuncia alla terza

Di Gilad Sharon

Gilad Sharon, autore di questo articolo

Gilad Sharon, autore di questo articolo

La Lista Araba Comune ha recentemente organizzato una manifestazione in Piazza Rabin, a Tel Aviv, e in questo non c’è sicuramente niente di sbagliato. Piazza Rabin ha visto un sacco di manifestazioni, e altre ne vedrà in futuro. Chiunque voglia manifestare solidarietà o protesta, per sostenere od opporsi a qualcosa, è incoraggiato a farlo. Si possono esibire cartelli, gridare slogan, e quando la manifestazione è finita, ci si può godere un drink o mangiare un boccone in uno dei tanti bar e ristoranti della città.

Eppure, c’era qualcosa di diverso in questa particolare manifestazione, qualcosa che la rende diversa dalle dimostrazioni di altri cittadini. Questa volta sono state sventolate bandiere palestinesi. Dunque, in questa protesta, degli israeliani che stavano dichiarando in piazza che cosa si aspettano dal governo israeliano in quanto cittadini israeliani, non hanno sventolato la bandiera del paese in questione: hanno sventolato la bandiera palestinese.

Cittadini arabi israeliani protestano in Piazza Rabin, a Tel Aviv, sventolando bandiere palestinesi

2015: cittadini arabi israeliani protestano in Piazza Rabin, a Tel Aviv, sventolando bandiere palestinesi

Il più avveduti tra gli organizzatori sapevano che era un errore. L’affermazione implicita nello sventolare la bandiera palestinese è apparsa molto più evidente rispetto a tutto ciò che è stato detto a parole durante la manifestazione. Anzi, non importava praticamente più nulla ciò che veniva detto: il messaggio era chiaro.

Ma anche chi ha capito l’errore non ha potuto nascondere la verità. Non hanno potuto far sparire quelle bandiere: i loro seguaci hanno continuato a sventolarle orgogliosi. La loro comunità è stata oggetto per così tanto tempo di una martellante opera di istigazione contro il paese in quanto tale, che non è più possibile fingere, a beneficio delle pubbliche relazioni, che le cose stiano diversamente.

Col senno di poi è evidente che da decenni la dirigenza araba è all’origine di tante ingiustizie, rendendo un pessimo servizio innanzitutto alla sua stessa gente: un fenomeno che risale sino ai tempi lontani della Guerra d’Indipendenza. Allora, gli arabi che disponevano di mezzi economici fuggirono dal paese esortando quelli che rimanevano a continuare la lotta. E fu sparsa a piene mani la promessa che gli eserciti arabi sarebbero venuti a gettare in mare gli ebrei. Se la dirigenza araba a quel tempo fosse stata un po’ più moderata, i palestinesi oggi avrebbero un loro paese da celebrare nello stesso giorno i cui Israele festeggia la propria indipendenza. Invece stanno ancora pagando il prezzo per ciò che causarono a se stessi.

Cittadini israeliani etiopi protestano a Gerusalemme contro discriminazioni e pregiudizi sventolando bandiere israeliane

2015: cittadini etiopi israeliani protestano a Gerusalemme contro discriminazioni e pregiudizi sventolando bandiere israeliane

Ben poco è cambiato da allora. Non sono gli agiati membri arabi della Knesset quelli che sopportano il peso delle conseguenze. I loro elettori, molti dei quali non desiderano altro che una normale vita e pacifica, pagano il prezzo della scelta di tanti loro leader di identificarsi integralmente con i nemici di Israele, facendo a gara fra loro su chi è più estremista, più ostile verso il paese che paga il loro stipendio.

Quando gli altri cittadini israeliani li vedono sventolare bandiere palestinesi, molti pensano: è questo ciò che volete? E’ questa la vostra bandiera? Bene, siamo pronti a darvi una mano: restate pure dove siete, e noi sposteremo il confine. Se quella è la vostra bandiera, se è lì che avete riposto le vostre più ardenti speranze, prego, accomodatevi: quelli di voi che vivono nei pressi della ex-linea verde possono realizzare il loro sogno venendo annessi ai palestinesi. Così potrete a buon diritto sventolare la bandiera palestinese.

1965: cittadini americani, guidati da Martin Luther King, protestano a Selma (Alabama) contro discriminazioni e razzismo, sventolando bandiere Usa

Se chiedessero realmente di vivere sotto la bandiera palestinese, come i tedeschi dei Sudeti in Cecoslovacchia che volevano essere parte della Germania, sarebbe perlomeno un segno di rispetto per se stessi. Ma la carta d’identità israeliana, quella rilasciata dai sionisti con la bandiera bianca e blu, è troppo preziosa per loro. Vogliono avere una cosa e il suo contrario.

Ci sono dunque tre cose: la bandiera palestinese, la qualità della vita israeliana e il rispetto per se stessi. Non è possibile averne più di due contemporaneamente.

(Da: Jerusalem Post, 10.5.15)