Quell’ebreo vittima del terrorismo, ricordato grazie agli onori tributati ai suoi assassini

L’opinione pubblica può anche aver dimenticato Avraham Bromberg, ma i palestinesi non dimenticano di celebrare chi lo ha trucidato

Di Stephen M. Flatow

Stephen M. Flatow, autore di questo articolo

Come la maggior parte delle vittime del terrorismo arabo-palestinese, Avraham Bromberg sarebbe stato quasi completamente dimenticato se non fosse per la cocciutaggine dei tanti che ammirano e finanziano i suoi assassini.

Avraham Bromberg aveva solo 20 anni quando venne assassinato, la stessa età che aveva mia figlia Alisa quando fu trucidata da terroristi arabi-palestinesi nel 1995. Avraham stava facendo l’autostop. A quei tempi, tutti i giovani israeliani facevano l’autostop. Nessuno pensava che fosse una pratica potenzialmente letale. Un’auto con targa israeliana si fermò per dargli un passaggio. L’autista e il passeggero sul sedile anteriore erano arabi israeliani. Avraham ha sicuramente notato che erano arabi. E allora? Dopotutto, la stragrande maggioranza degli arabi israeliani non sono terroristi. Ma questi due lo erano. Karim Younes e suo cugino Maher Younes sequestrarono Avraham Bromberg, gli spararono alla testa a sangue freddo e lo gettarono in un fosso lungo la strada. Alcuni giorni dopo Avraham morì per le ferite riportate. I cugini Younes vennero arrestati, processati e condannati all’ergastolo.

Qui sarebbe finita la storia, per quanto riguarda l’opinione pubblica generale, compresa quella ebraica. Alcuni degli israeliani più anziani ricorderanno ancora il suo nome, ma il numero di persone – ebrei e non ebrei – che ricordano chi fosse Avraham Bromberg si può contare sulle dita delle mani. E il numero di organizzazioni e gruppi, dentro e fuori Israele, che hanno mai menzionato il nome di Bromberg nei loro infuocati comunicati-stampa è pari a zero.

Avraham Bromberg, ventenne israeliano ucciso da terroristi arabi nel novembre 1980

Quindi Avraham Bromberg sarebbe stato completamente dimenticato se non fosse – paradosso assoluto – per l’Autorità Palestinese. Proprio così: quell’Autorità Palestinese che si è impegnata in base agli accordi di Oslo a ripudiare il terrorismo, a disarmare ed estradare i terroristi, a metterli fuori legge, a combatterli e incarcerarli, e che invece li onora, li celebra e li finanzia.

L’opinione pubblica generale, ebrei compresi, può anche aver dimenticato Avraham Bromberg. Ma i palestinesi non hanno dimenticato i suoi assassini. Palestinian Media Watch ha riferito che la scorsa settimana si è tenuta una cerimonia in onore di Karim Younes presso il Ministero della Pubblica Istruzione palestinese. Esatto: al Ministero della Pubblica Istruzione. Non in qualche residenza privata o in qualche covo alla macchia, ma nel cuore stesso del governo palestinese.

E chi ha presieduto la cerimonia? Non un impiegato qualunque, un segretario o una figura marginale, ma il Ministro della Pubblica Istruzione in persona, Sabri Saidam. Mentre la madre di Karim Younes annuiva sorridendo, il ministro ha definito la riunione come “un gesto di lealtà verso il prigioniero Younes e la sua famiglia”. Saidam ha aggiunto che portava alla famiglia Younes “i saluti della dirigenza palestinese e dei membri del Comitato Centrale di Fatah”. Per inciso, il movimento Fatah è presieduto dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). La cerimonia si è svolta in un luogo chiamato “Auditorium Martire Yasser Arafat”. E il ministro Saidam ha consegnato alla madre dell’assassino una targa con la foto di Arafat. In effetti, mi pare appropriato che un evento in onore di un assassino fosse così strettamente associato al ricordo di uno dei più famigerati assassini seriali del XX secolo. Il ministro Saidam ha celebrato l’assassino Younes come uno dei “simboli che hanno difeso l’impresa nazionale”.

Cerimonia dell’Autorità Palestinese in onore del terrorista Karim Younes

La cerimonia è stata riportata con evidenza dal quotidiano dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida. Qualche giorno prima, un’università dell’Autorità Palestinese aveva assegnato a Karim Younes un certificato d’onore, e un programma della tv ufficiale dell’Autorità Palestinese aveva mostrato dei manifesti che lo osannano accompagnati da adoranti interviste ad alcuni membri della famiglia dell’assassino. E l’anno scorso, il presidente Abu Mazen aveva nominato il “prigioniero” Karim Younes membro del Comitato Centrale di Fatah.

Non che l’altro assassino, il cugino Maher Younes, sia stato trascurato. Tutt’altro. L’anno scorso, l’Autorità Palestinese ha intitolato in suo onore una piazza nella città di Tulkarem. Alla cerimonia, con tanto di banda e sfilata dei Boy Scout palestinesi, la madre dell’assassino ha tagliato il nastro inaugurale e il funzionario dell’Autorità Palestinese Isam Abu Bakr ha proclamato: “Siamo orgogliosi di questo grand’uomo, di questo combattente, di questo condottiero”.

Com’è avvenuto che questa ignobile glorificazione di due volgari assassini ha evitato che il nome di Avraham Bromberg cadesse nel dimenticatoio? Semplice. Ogni notiziario israeliano o straniero che ha riferito degli onori tributati dall’Autorità Palestinese ai due cugini Younes ha menzionato anche il nome della loro vittima. E così – per una torsione crudele e beffarda della storia e della morale – se anche l’opinione pubblica (ebraica e non) aveva dimenticato Avraham Bromberg, le gesta dei suoi assassini e dei loro miserabili tifosi hanno riportato il suo nome nei notiziari, e nella nostra memoria sempre troppo breve.

(Da: jns.org, 13.2.19)