Quelli che celebrano la morte di bin Laden, ma condannavano l’uccisione di Yassin

Da Israele si esigono comportamenti che non ci si attende né si pretende da nessun altra nazione democratica.

Da un articolo di Manfred Gerstenfeld

image_3127La raffica di reazioni internazionali alla notizia dell’uccisione di Osama bin laden da parte delle forze armate americane offre un’ottima opportunità di dimostrare il doppio standard che viene applicato ai danni di Israele da parte di tanti, nel mondo occidentale e altrove. Tutto quello che occorre fare è confrontare le reazioni dei principali organismi e leader del mondo con quelle rilasciate dopo la morte di Ahmed Yassin, il capo e fondatore dell’organizzazione terroristica Hamas ucciso dalle Forze di Difesa israeliane nel 2004. Yassin era il diretto responsabile di un grande numero di micidiali attentati contro civili israeliani, comprese molte stragi suicide.
Lunedì scorso il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha detto ai giornalisti che “la morte di Osama bin Laden, annunciata domenica sera dal presidente Barack Obama, costituisce un punto di svolta nella nostra comune battaglia globale contro il terrorismo”. Eppure, dopo l’uccisione di Yassin, l’allora segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, aveva dichiarato: “Condanno fermamente l’assassinio mirato dello sceicco Yassin e degli altri che sono morti con lui. Tali azioni non solo sono contrarie al diritto internazionale, ma non contribuiscono in nulla alla ricerca di una soluzione pacifica”. La Commissione Onu per i Diritti Umani (oggi sostituita dal Consiglio Onu per i Diritti Umani) condannava “la tragica morte dello sceicco Ahmed Yassin in violazione della IV Convenzione dell’Aja del 1907”. E al Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti dovevano ricorre al diritto di veto per impedire una condanna di Israele.
Dopo l’uccisione di bin Laden, i leader del Consiglio d’Europa European Council e della Commissione Europea hanno affermato che la sua morte ha reso il mondo un posto più sicuro, dimostrando che gli attentati terroristici non rimangono impunti. Invece, dopo l’uccisione di Yassin, l’allora rappresentante della politica estera della UE, Javier Solana, aveva detto: “Questo genere di azioni non contribuisce per nulla a creare le condizioni per la pace. È una notizia molto, molto brutta per il processo di pace. La politica dell’Unione Europea ha sempre coerentemente condannato le uccisioni extra-giudiziali”.
Il primo ministro britannico David Cameron si è congratulato col presidente Obama per il successo dnell’uccisione di bin Laden. Secondo Cameron, si tratta di un enorme passo avanti nella lotta conto il terrorismo estremista. Anche l’ex primo ministro Tony Blair (oggi inviato del Quartetto per il Medio Oriente) ha accolto con favore la morte di bin Laden. Viceversa, l’uccisione di Yassin era stata definita “inaccettabile” e “ingiustificata” dall’allora ministro degli esteri britannico Jack Straw. Il portavoce ufficiale dell’allora primo ministro Tony Blair aveva condannato la “illegale aggressione”e aveva aggiunto: “Abbiamo ripetutamente messo in chiaro la nostra opposizione al ricorso da parte di Israele a uccisioni e omicidi mirati”.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha salutato l’uccisione di bin Laden come un colpo ben assestato nella lotta contro il terrorismo. Ha telefonato al presidente Obama per elogiare la determinazione e il coraggio del presidente Usa e di tutti coloro che hanno dato la caccia al capo di al-Qaeda per dieci anni. Sarkozy ha aggiunto d’aver concordato con Obama sulla necessità di continuare la giusta e indispensabile lotta contro la barbarie del terrorismo e contro coloro che lo sostengono. Eppure, dopo la morte di Yassin, un portavoce del ministero degli esteri francese, Herve Ladsous, aveva detto: “La Francia condanna l’azione intrapresa contro lo sceicco Yassin, esattamente come ha sempre condannato il principio di qualunque esecuzione extra-giudiziale in quanto contrario al diritto internazionale”. L’allora ministro degli esteri francese, Dominique de Villepin, aveva dichiarato che “tali atti possono solo alimentare la spirale della violenza”.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto ad una recente conferenza stampa: “Sono lieta che l’uccisione di bin Laden sia pienamente riuscita”, e l’ha definita “una buona notizia”. Ma l’allora ministro degli esteri tedesco, Joschka Fischer, dopo l’uccisione di Yasin aveva detto che il governo tedesco era “profondamente turbato per tale sviluppo”.
La Russia ha diffuso una dichiarazione riguardo a bin Laden nella quale si afferma che la punizione arriva inevitabilmente a colpire tutti i terroristi, e che la Russia è pronta a “rafforzare” il coordinamento nella lotta internazionale contro il terrorismo globale. Dopo l’uccisione di Yassin, un portavoce del ministero degli esteri russo aveva detto che Mosca era profondamente preoccupata per la situazione.
Il presidente turco Abdullah Gul ha dichiarato che l’uccisione di bin Laden è un chiaro messaggio per le organizzazioni terroristiche in tutto il mondo. Ma il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva definito l’uccisione di Yassin “un atto terroristico” e “un assassinio disumano”.
Vale la pena ricordare che un documento ufficiale dell’Unione Europea inteso a dare una definizione del concetto di antisemitismo, nell’offrire esempi di come l’odio pregiudiziale antiebraico possa manifestarsi nei riguardi dello Stato d’Israele cita, fra l’altro, il caso in cui “viene applicato un doppio standard, esigendo da Israele comportamenti che non ci si attende né si pretende da nessun altra nazione democratica”.

(Da: YnetNews, 3.5.11)

Nella foto in alto: Poster di Hamas che inneggia ad Ahmed Yassin e ad altri capi terroristi jihadisti, fra i quali Osama bin Laden

Si veda (disponibile in più di 30 lingue):
Working Definition of Antisemitism (Definizione operativa di antisemitismo):

http://www.european-forum-on-antisemitism.org/welcome/

Si veda, dello stesso autore di questo articolo:

Svergognare i supercritici di Israele

https://www.israele.net/articolo,3088.htm

Alberi vivi ed ebrei morti

https://www.israele.net/articolo,2921.htm

Si veda inoltre: