Quell’infame tentativo di disarmare Cupola di ferro
Alcuni politici sono così ossessionati dal loro odio per lo stato ebraico che vorrebbero i civili israeliani indifesi sotto i razzi dei terroristi (tanto non importa se anche i palestinesi ne pagherebbero le drammatiche conseguenze)
Di David Horovitz
Se non fosse stato per lo straordinario sistema di difesa anti-missilistica “Cupola di ferro”, il gruppo terroristico Hamas che controlla la striscia di Gaza avrebbe potuto ridurre in macerie intere aree abitate in Israele e rendere invivibile gran parte del paese. Avrebbe anche condannato Israele all’isolamento internazionale: nel 2014, bastò che un singolo razzo da Gaza sfuggito a “Cupola di ferro” si abbattesse vicino all’aeroporto internazionale Ben Gurion perché la maggior parte delle compagnie aeree straniere sospendesse i voli per Israele. Negli 11 giorni di conflitto dello scorso maggio, dei 4.350 razzi lanciati da Gaza circa 1.500 stavano per abbattersi direttamente su quartieri civili israeliani. Di questi, più di 1.400 sono stati intercettati in cielo dai missili intercettori di “Cupola di ferro”. In poco più di un decennio, da quando è entrato in servizio, il sistema ha impedito che migliaia di razzi lanciati dai gruppi terroristi in modo indiscriminato potessero uccidere o ferire/mutilare innumerevoli israeliani, grazie al suo tasso di intercettazione compreso tra l’85 e il 90% dei razzi pericolosi.
I terroristi di Hamas, mentre da una parte si lagnano davanti a un mondo boccalone per il blocco di sicurezza israeliano che impedisce loro di sviluppare in modo più rapido la capacità di seminare distruzione e morte dentro Israele, dall’altra si adoperano febbrilmente per cercare di raggirare “Cupola di ferro” variando la portata dei loro razzi, modificandone le testate, tentando di sopraffare il sistema con lanci multipli e, più di recente, utilizzando droni per portare i loro ordigni oltre il confine. Ben consapevoli del prezzo di vite umane in gioco, gli sviluppatori di “Cupola di ferro” aggiornano continuamente il sistema in una gara disperata per essere sempre un passo avanti rispetto agli attacchi dei terroristi.

14 maggio 2021: razzi palestinesi (a destra) lanciati da Beit Lahia, striscia di Gaza, verso Israele e (a sinistra) gli intercettori “Cupola di ferro” lanciati a difesa dei civili israeliani
Gli Stati Uniti sono stati un partner costante e fondamentale nello sviluppo e nel finanziamento di “Cupola di ferro”, che è un’impresa immensamente costosa: stando a quanto risulta, ogni singola batteria “Cupola di ferro”, della decina o poco più schierate da Israele, costa fino a 50 milioni di dollari, e ogni missile intercettore costa fra i 20mila e i 100mila dollari. Per contro, i razzi dei terroristi che vengono intercettati da questi costosissimi missili hanno un costo che va da poche centinaia a poche migliaia di dollari.
Ma martedì scorso, grazie al potere politico di interdizione che gli viene dal divario tra Democratici e Repubblicani statunitensi, un piccolo gruppo di congressisti Democratici “di sinistra” ha tenuto in ostaggio il proprio partito ottenendo la rimozione da un disegno di legge fondamentale per il finanziamento del governo degli Stati Uniti di una clausola volta a garantire un miliardo supplementare per “Cupola di ferro”. Anche nell’era di Barack Obama, un presidente pesantemente criticato da molti in Israele per le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese e sulla minaccia nucleare iraniana, l’amministrazione si adoperò per garantire che i finanziamenti a “Cupola di ferro” fossero approvati alacremente, anche quando era in difficoltà al Congresso. Solo il mese scorso, ricevendo alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Naftali Bennett, il presidente Joe Biden si è preoccupato di sottolineare: “Sostengo totalmente, totalmente, totalmente (I fully, fully, fully support) il rifornimento del sistema israeliano Cupola di ferro”.
Il fatto che adesso dei membri Democratici del Congresso desiderino impedire – e poco importa se ci riescano o meno – una serena approvazione dei finanziamenti per “Cupola di ferro” non fa evidenziare tristemente la profonda immoralità che sta prendendo piede in alcuni settori di quel partito, limitati di numero ma oggi evidentemente assai influenti quando si tratta di Israele. Giacché cercare di negare i fondi a Israele per “Cupola di ferro” è davvero profondamente immorale.

Le congressiste Democratiche della cosiddetta “squadra”. Da sinistra: Rashida Tlaib, Ilhan Omar, Alexandria Ocasio-Cortez, Ayanna Pressley
Stiamo parlando di un sistema militare il cui unico scopo è puramente difensivo. Salva vite umane a dispetto dei continui tentativi dei terroristi di farne strage. Rappresenta la prima linea di difesa vitale contro quel vero e proprio crimine di guerra costituito dal lancio indiscriminato di razzi contro i civili. Quei congressisti americani che fanno di tutto per privare Israele della sua protezione vorrebbero vedere i civili israeliani esposti senza difese sotto quel fuoco micidiale. Si oppongono al diritto dei civili israeliani di avere uno scudo contro il terrorismo omicida.
Oltretutto, il principale luogo d’impiego di “Cupola di ferro” è di fronte a un territorio, la striscia di Gaza, dove Israele non ha alcuna presenza né militare né civile essendosene ritirato nel 2005 fra gli applausi (e le garanzie) di tutto il mondo, e dove da 14 anni impera un’organizzazione globalmente detestata e considerata terrorista. Ma “Cupola di ferro” sarebbe cruciale anche in qualsiasi guerra scatenata dai libanesi di Hezbollah, l’esercito terroristico sostenuto dall’Iran che è dotato di capacità missilistiche molto maggiori di Hamas, ma che di Hamas condivide lo stesso obiettivo dichiarato: distruggere Israele.
E vale la pena sottolineare che senza la protezione offerta da “Cupola di ferro”, le Forze di Difesa israeliane sarebbero molto probabilmente costrette a ricorrere a un uso molto più massiccio della loro potenza di fuoco, quando il fronte interno fosse sotto attacco missilistico, dovendo limitare il più possibile la durata del conflitto per ridurre al minimo le vittime civili israeliane. Il che verosimilmente significherebbe un maggior numero di vittime nel territorio da cui muovono i terroristi. In altre parole azzoppare “Cupola di ferro”, lungi dal proteggere i civili palestinesi, avrebbe proprio l’effetto opposto.
I leader Democratici americani si stanno adoperando per far sì che la capitolazione davanti al gruppetto degli estremisti si risolva in una battuta d’arresto a breve termine rapidamente superata. Qualsiasi altro esito sarebbe inconcepibile. Ma il fatto stesso che quel gruppetto fosse pronto a mettere in atto il cinico intento di prendere di mira, tra tutte le cose, proprio “Cupola di ferro” rimane vergognoso e imperdonabile. Dimostra che per alcuni politici, ossessionati dal loro odio verso il piccolo stato ebraico costretto a difendersi in una regione impregnata di veleni, non esiste veramente alcun limite né ritegno quando si tratta di colpire Israele e rendere la sua popolazione vulnerabile davanti ai potenziali assassini.
(Da: Times of Israel, 22.9.21)