Quello che la crisi coreana dovrebbe insegnarci sull’Iran in fatto di nucleare

Un Iran con l'atomica sarebbe molto più pericoloso e ingestibile di quanto già non sia la Corea del Nord

Di Alan Dershowitz

Alan Dershowitz, autore di questo articolo

Non siamo riusciti a impedire alla Corea del Nord di sviluppare armi nucleari. Di conseguenza, le nostre opzioni per impedirle di sviluppare un sistema di lancio delle atomiche capace di raggiungere le coste degli Stati Uniti sono gravemente limitate.

La dura lezione che deriva dal nostro fallimento nel fermare la Corea del Nord prima che diventasse una potenza nucleare, è che dobbiamo fermare l’Iran prima che sviluppi o acquisisca un arsenale nucleare. Un Iran potenza nucleare sarebbe molto più pericoloso per gli interessi americani e occidentali rispetto a una Corea del Nord potenza nucleare. L’Iran è già in possesso di missili capaci di raggiungere numerosi paesi alleati dell’America e li sta ammodernando per metterli in grado di portare una testata nucleare fino alle sponde degli Stati Uniti.

I suoi leader fondamentalisti religiosi sarebbero disposti a sacrificare milioni di iraniani pur di distruggere il grande Satana (gli Stati Uniti) o il piccolo Satana (Israele). Il defunto leader “moderato” Akbar Hashemi Rafsanjani disse una volta a un giornalista americano che se l’Iran attaccasse Israele con armi nucleari “ucciderebbe almeno cinque milioni di ebrei” e la reazione di Israele ucciderebbe 15 milioni di iraniani, cioè “un piccolo sacrificio rispetto al miliardo di musulmani nel mondo”. Rafsanjani ne concludeva che “non è irrazionale considerare una tale eventualità”. Non si dimentichi che i mullah iraniani non esitarono a sacrificare migliaia di “bambini soldato” nella inutile guerra con l’Iraq. Non c’è niente di più pericoloso di un “regime suicida” armato di armi nucleari.

Parata militare davanti alle massime autorità a Teheran. Lo striscione sul missile in primo piano porta la scritta “Morte a Israele” in lingua persiana

L’accordo firmato dall’Iran nel 2015 rinvia lo sforzo iraniano per dotarsi di un arsenale nucleare ma non lo impedisce, nonostante l’inequivocabile dichiarazione contenuta nel preambolo dell’accordo con la quale la Repubblica Islamica “ribadisce che in nessun caso l’Iran cercherà, svilupperà o acquisirà armi nucleari”. Si ricordi che anche la Corea del Nord aveva fatto promesse del tutto simili all’amministrazione Clinton nel 1994, salvo trasgredirle pochi anni dopo e senza subire reali conseguenze. Evidentemente anche i mullah iraniani considerano la loro dichiarazione come meramente esortativa e non giuridicamente vincolante, tant’è vero che il corpo dell’accordo – la parte che l’Iran reputa giuridicamente vincolante – non impedisce affatto all’Iran di sviluppare armi nucleari una volta trascorso un certo lasso di tempo valutato variamente tra i 10 e i 15 anni dalla firma dell’accordo. Né impedisce all’Iran di perfezionare i suoi sistemi di lancio, inclusi i missili balistici intercontinentali in grado di trasportare testate nucleari fin negli Stati Uniti.

Se gli Stati Uniti non vogliono commettere con l’Iran lo stesso errore che hanno fatto con la Corea del Nord, devono fare qualcosa adesso, prima che l’Iran ottenga la Bomba, per dissuadere i mullah dal diventare una potenza nucleare rispetto alla quale, a quel punto, vi sarebbero ben poche o nessuna leva su cui agire. Il Congresso dovrebbe adottare subito una legge che affermi che la dichiarazione dell’Iran secondo cui non “svilupperà né acquisirà mai armi nucleari” fa parte integrante dell’accordo e rappresenta la politica degli Stati Uniti. Ormai è troppo tardi per cambiare il testo dell’accordo, ma non è troppo tardi perché il Congresso esiga che l’Iran lo rispetti pienamente in tutte le sue parti, preambolo compreso. Per garantire che l’intero accordo venga applicato, inclusa quella dichiarazione, il Congresso dovrebbe adottare la proposta avanzata da Thomas L. Friedman il 22 luglio 2015 e dal sottoscritto il 5 settembre 2013. Spiegava Friedman: “Il Congresso dovrebbe approvare una risoluzione che autorizzi il presidente attuale e quelli futuri ad usare la forza per impedire che l’Iran diventi mai uno stato con armi nucleari … L’Iran deve sapere sin d’ora che il presidente americano è autorizzato a distruggere, senza preavviso né trattative, qualsiasi tentativo di Teheran di costruire la Bomba”. Analogamente anch’io avevo scritto: il Congresso dovrebbe autorizzare il presidente a “intraprendere un’azione militare contro il programma iraniano per armi nucleari qualora dovesse violare li linee rosse…”. E’ evidente l’utilità di adottare una legge di questo tipo: essa sottolineerebbe la centralità, nell’accordo, della dichiarazione fatta dall’Iran che non si doterà mai di armi nucleari e fornirebbe sia un deterrente contro l’Iran che violasse il proprio impegno, sia l’autorizzazione ad agire nel caso lo facesse.

Una legge basata su questi due elementi – adottare la dichiarazione dell’Iran come politica ufficiale americana e autorizzare l’intervento militare preventivo se l’Iran cerca di ottenere armi nucleari – è un’ipotesi praticabile. Viceversa, senza tale opzione l’accordo come è attualmente interpretato da Teheran non impedirà all’Iran di dotarsi di armi nucleari. Probabilmente si limiterà a rimandare questa calamità per una decina di anni, finendo addirittura per legittimarla: un risultato che Stati Uniti e Occidente non possono permettersi, come dimostra la crisi che stiamo affrontando oggi con la Corea del Nord. Dunque, facciamo tesoro del nostro errore per non ripeterlo con l’Iran.

(Da: Jerusalem Post, 20.4.17)