Razzismo anti-arabo e faziosità antiebraica

Ecco la vera arma letale nelle mani dei terroristi di Hamas e simili

Di Fred Maroun

Fred Maroun, cittadino canadese di origine araba libanese, autore di questo articolo

Uno che non sapesse nulla del conflitto arabo-israeliano sarebbe rimasto inorridito alla notizia che le autorità palestinesi di Gaza stavano inviando decine di migliaia di civili, uomini, donne e bambini, a inscenare azioni provocatorie e a rischiare la vita al confine con Israele. Chi invece conosce il conflitto non si è affatto sorpreso. Si tratta semplicemente dell’ennesimo episodio in cui cinici terroristi arabi sfruttano la potente miscela che si genera fra razzismo anti-arabo e faziosità anti-ebraica. Il razzismo anti-arabo è quello che spinge leader, opinionisti e mass-media mondiali a considerare come normali tutte le azioni arabe, indipendentemente da quanto criminali e spaventose possano essere. La faziosità anti-ebraica spinge le stesse persone a enfatizzare e distorcere qualsiasi azione fatta da Israele, indipendentemente da quanto possa essere giustificata e misurata.

Come avevano previsto in tanti, la marcia palestinese da Gaza verso Israele è stata un tentativo da parte di Hamas di strumentalizzare i mass-media occidentali. E i mass-media non hanno deluso le aspettative. Come aveva scritto la commentatrice israeliana Caroline Glick prima dei fatti di venerdì scorso, Hamas voleva mandare a morire la sua gente perché si aspettava che quelle morti venissero riprese e diffuse dai mass-media occidentali, che non avrebbero mancato di prestarsi al macabro gioco. Ovviamente, è esattamente così che sono andate le cose. Ma questa spregevole strategia non potrebbe avere successo se mass-media e politici occidentali non fossero guidati dal paternalistico razzismo “delle basse aspettative” verso gli arabi e dalla faziosità anti-ebraica verso Israele.

Fotoreporter internazionali ai confini fra Israele e striscia di Gaza

La sera stessa degli incidenti è stata precipitosamente convocata una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per condannare la reazione di Israele alle folle in marcia verso i suoi confini. Solo il veto degli Stati Uniti ha impedito che passasse una risoluzione unilaterale contro Israele dettata di fatto da Hamas. Naturalmente, non è stata convocata nessuna riunione per discutere il criminale sfruttamento dei propri civili da parte di Hamas. Si sa, sono arabi: ecco il razzismo delle basse aspettative.

Hamas sostiene che lo scopo della marcia sarebbe quello di riprendersi terre presumibilmente sottratte ai palestinesi. Supponendo per un momento che l’affermazione sia vera, immaginiamo la situazione opposta. Come sappiamo – lo ha ricordato persino il Guardian – il conflitto arabo-israeliano che settant’anni fa causò 711.000 profughi palestinesi, causò anche 856.000 profughi ebrei dalle terre arabe. Si immagini, dunque, cosa accadrebbe se decine di migliaia di profughi ebrei (e i loro discendenti) marciassero decisi verso i confini con il Libano, la Siria, la Giordania e l’Egitto rivendicando le loro terre e le loro case. C’è qualcuno convinto che gli eserciti arabi praticherebbero il massimo autocontrollo ricorrendo all’uso di munizioni solo in una quantità limitata e mirata di casi? C’è qualcuno convinto che oltre il 99,9% dei manifestanti tornerebbe vivo dalla marcia? C’è qualcuno convinto che verrebbe convocata una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza per condannare la reazione degli stati arabi? Naturalmente no. Eppure è proprio quello che è successo a parti invertite, con le condanne di Israele che difendeva il suo confine. Ecco all’opera la faziosità anti-ebraica.

Un manifestante della “marcia del ritorno” organizzata da Hamas venerdì scorso al confine fra Gaza e Israele

Fortunatamente per Hamas e per i suoi alleati e fiancheggiatori internazionali, questi scenari non saranno mai messi alla prova perché non si verificheranno mai. Israele, a differenza di Hamas, Hezbollah, Fatah e altri gruppi terroristici anti-israeliani, non metterebbe mai in pericolo la vita della propria gente, e non permette nemmeno che altri la mettano in pericolo indipendentemente dal fatto che ciò gli procuri o meno condanne internazionali.

Grazie alla potente miscela di razzismo anti-arabo delle basse aspettative e faziosità anti-ebraica, la strategia di Hamas di mandare alla morte i palestinesi per guadagnare punti è riuscita ancora una volta, così come era riuscita nelle tre guerre di Hamas da Gaza contro Israele, e così come è riuscita a Hezbollah nella sua guerra contro Israele, e a Fatah nelle intifade e negli innumerevoli attacchi terroristici contro Israele. Purtroppo non finirà qui. Finché politici e mass-media mondiali non smetteranno di fare il gioco dei terroristi condonando ogni loro scelleratezza e incolpando sempre Israele, i palestinesi continueranno a morire e Israele continuerà ad essere condannato per la colpa d’essersi difeso, con grande gioia dei razzisti e degli antisemiti.

(Da: Times of Israel, 2.4.18)