Rifiutata l’offerta di aiuto israeliano ai terremotati in Iran e Iraq

Netanyahu: “Il nostro senso di umanità è più grande del loro odio”

Sopravvissuti nella città iraniana di Sarpol-e-Zahab, duramente colpita dal terremoto

Israele ha offerto di inviare assistenza medica alle vittime irachene e iraniane del terremoto di domenica scorsa, ma l’offerta è stata immediatamente rifiutata. Lo ha detto mercoledì una fonte dell’ufficio del primo ministro israeliano.

Il sisma di magnitudo 7.3 ha colpito diverse province ai confini fra Iran e Iraq ed è stato sentito fino in Turchia e in Israele. La provincia iraniana di Kermanshah è stata la più duramente colpita, con almeno 530 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di senzatetto.

Parlando in videoconferenza all’assemblea annuale della Jewish Federations of North America, in corso a Los Angeles, Benjamin Netanyahu ha spiegato che l’offerta è stata inoltrata attraverso il Comitato Internazionale della Croce Rossa dal momento che Iraq e Iran non hanno rapporti diplomatici con Israele. “Ho visto le immagini di distruzione in Iran e in Iraq e le strazianti immagini di uomini, donne e bambini sepolti sotto le macerie – ha detto Netanyahu – e sono fiero di annunciare che alcune ore fa ho dato disposizione di offrire la nostra assistenza medica attraverso la Croce Rossa alle vittime irachene e iraniane di questo disastro. Come ho avuto occasione di ripetere molte volte – ha continuato Netanyahu – noi non abbiamo nessun motivo di diverbio con la popolazione iraniana. Il nostro conflitto è solo con il tirannico regime che tiene in ostaggio quella popolazione e che ci minaccia di annientamento. Ma il nostro senso di umanità è più grande del loro odio. L’etica e l’energia di Israele è una cosa di cui sono fiero e di cui tutti voi potete essere fieri”.

Feriti a Sarpol-e-Zahab. Il principale ospedale della provincia di Kermanshah, gravemente danneggiato, non è in grado di curare le centinaia di feriti, ha detto il capo dei servizi medici d’emergenza iraniani Pirhossein Koulivand

Poco dopo, un funzionario dell’ufficio del primo ministro israeliano ha comunicato che, malauguratamente, l’offerta di Israele era stata immediatamente respinta. E ha aggiunto: “Questo svela il vero volto del regime iraniano”.

Già martedì mattina le autorità iraniane hanno sospeso le ricerche affermando non c’era più speranza di trovare sopravvissuti sotto le macerie del terremoto di domenica sera. Esausti ed esposti al freddo, molti sopravvissuti hanno sollecitato le autorità di Teheran ad inviare cibo, ripari e medicinali, dicendo che gli aiuti tardano ad arrivare. In alcune aree praticamente non è rimasto agibile nessun edificio. La televisione di stato ha trasmesso immagini di abitanti in lacrime che trasportano corpi avvolti in coperte e lenzuola e che scavano a mani nude fra le macerie alla ricerca di amici e parenti. Gli ospedali nelle province vicine hanno ricoverato numerosi feriti e la televisione pubblica ha mostrando immagini di sopravvissuti in attesa di essere curati. La Mezzaluna Rossa locale ha dichiarato d’aver fornito rifugi d’emergenza a migliaia di senzatetto, ma la mancanza di elettricità e acqua e le strade bloccate ostacolano gravemente l’approvvigionamento di aiuti. Il sindaco della città di Ezgeleh ha detto che l’80% dei suoi edifici è crollato. I sopravvissuti hanno disperatamente bisogno di tende, mentre anziani e bambini anche di pochi anni hanno trascorso due notti al freddo.

Israele vanta una consolidata e riconosciuta esperienza nell’attività di soccorso e nell’allestimento di ospedali da campo in occasione di disastri naturali, come è avvenuto di recente dopo i terremoti in Nepal, Messico, Italia e gli uragani in Vanuatu, Texas, Porto Rico.

(Da: Israel HaYom, israele.net, 15.11.17)

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