Ricerca Israele-Usa contro le armi del bio-terrorismo

Per il dott. Kaempfer, questo sforzo è volto a salvare vite come una volta altri hanno salvato la sua.

image_999Da ragazzo, quando si nascondeva dai nazisti, il dottor Raymond Kaempfer fu minacciato da quelli che se la prendevano con gli innocenti.
Oggi la ricerca avanzata dello scienziato israeliano – che ai primi di ottobre ha ottenuto una sovvenzione di 5,6 milioni di dollari dal governo americano – rappresenta un passo importante verso la protezione dei bambini del futuro dalla minaccia di guerra biologica mortale.
Il riconoscimento a Kaempfer, professore di ricerca sulla biologia molecolare e sul cancro al Dipartimento di virologia molecolare alla facoltà di medicina dell’Università di Gerusalemme, rappresenta la più grossa sovvenzione mai elargita a un ricercatore israeliano dal NIH (National Institutes of Health) americano.
Kaempfer ha ricevuto la sovvenzione per portare avanti lo sviluppo di un farmaco largamente efficiente contro una famiglia di tossine chiamate superantigeni. I superantigeni sono tossine mortali prodotte da batteri stafilococchi e streptococchi che anche in quantità molto bassa possono inabilitare gli esseri umani, costituendo una minaccia bio-terroristica. Queste tossine sono anche responsabili di una quantità di casi di shock tossici e settici mortali, eppure non c’è nessun farmaco o vaccino in grado di sconfiggerle. Lo shock tossico, causato da stafilococchi e streptococchi, può uccidere entro 24-48 ore, così rapidamente che non è possibile la diagnosi dell’agente responsabile.
“Il denaro è fantastico, ma costituisce una pesante responsabilità perché bisogna assicurarsi che la missione sia compiuta”, ha detto Kaempfer.
Kaempfer è nato in Olanda, subito prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Dall’età di due anni, fu nascosto in dieci luoghi diversi, sempre separato dai suoi genitori. Uscì da questa esperienza a cinque anni, “un veterano della sopravvivenza”.
Miracolosamente sopravvissero anche i suoi genitori – sua madre restando nascosta, suo padre in un campo di concentramento – ma quando si riunì a loro, erano praticamente degli sconosciuti.
La famiglia rimase in Olanda ed egli fu allevato là. Si laureò all’Università di Leida e poi partì alla volta degli gli Stati Uniti per prendere un PhD al MIT. Di là, proseguì per la prestigiosa Università di Harvard, dapprima per un lavoro post-laurea, poi come membro della facoltà, e vi rimase otto anni.
Tuttavia, quando era già avviato verso una brillante carriera scientifica negli Usa, decise di compiere una svolta: a 34 anni e con tre bambini piccoli, si trasferì in Israele. “Sapevo che volevo dare un contributo al di là delle mie ambizioni e dei miei scopi personali. Non fu una scelta facile, le condizioni all’Università di Gerusalemme non erano ideali e ci volle del tempo per fare progressi”.
Intanto, la ricerca si muoveva in direzioni inaspettate, come sempre avviene. La sua équipe stava esplorando la regolazione dei geni nella risposta immunitaria. “La comprensione della regolazione essenziale dei geni nella risposta immunitaria innata sembrava essere utile per capire la modalità dell’azione di un’intera gamma di proteine tossiche”.
Il pericoloso potenziale di queste proteine è ben noto, e ha portato gli Usa a trasformare tossine in armi biologiche negli anni ’60. Quando nel 1969il Presidente Nixon pose fine al programma delle armi biologiche, gli Usa avevano già prodotto con successo i superantigeni, che stimolano i sistemi immunitari molto più degli antigeni normali, causando al corpo uno shock tossico. Oggi c’è il timore fondato che tali sostanze vengano accumulate da nazioni o organizzazioni che minacciano i paesi occidentali.
Il lungo rapporto di Kaempfer con il governo americano cominciò per caso: era nel suo laboratorio all’inizio degli anni ’90 e lavorava per identificare il meccanismo molecolare che rendeva i superantigeni così micidiali. “In quel periodo, uno scienziato militare americano stava facendo un anno sabbatico all’Istituto Weizmann e venne a parlare di scienza generale. Quando cominciai a parlargli del mio lavoro, il mio collega se ne interessò talmente da non poter più restare seduto, ed elaborammo una proposta”. Fu così che ricevette la sua prima sovvenzione del Dipartimento per la difesa americano nel 1993. E fu solo allora che divenne consapevole dell’enorme quantità di lavoro nell’area della bio-difesa che veniva svolto al Pentagono, in una piccola agenzia esclusiva chiamata DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency). “Allora sembrava fantascienza”, ricorda oggi.
Nel 1997, Kaempfer divenne il solo investigatore non americano che lavorava sotto gli auspici del DARPA, che continuava a credere nel suo lavoro e a sostenerlo, scegliendolo tra una gamma di progetti da presentare al vicepresidente Dick Cheney nel 2001 come uno dei successi del DARPA.
Nel 2002, Kaempfer ricevette un’ulteriore sovvenzione di 3,1 milioni di dollari dal DARPA e dall’esercito americano per il suo lavoro, questa volta allo scopo di usare la comprensione del meccanismo per progettare antidoti alle tossine anche più potenti. A quel punto, i test sugli animali avevano avuto successo e i risultati erano stimolanti.
Kaempfer e i suoi colleghi furono in grado di rivelare il meccanismo molecolare con cui le tossine superantigene provocano una risposta immunitaria talmente esagerata da condurre alla morte. In seguito usarono questa scoperta per progettare dei peptidi (corte strisce di proteine) che bloccano questa risposta nociva negli animali, così proteggendoli e salvandoli dallo shock tossico e settico letale. Quello che rimaneva era una risposta immunitaria che era adatta a fermare le tossine ma senza gli eccessi che producono lo shock. Anzi, una volta protetti, i sopravvissuti diventavano immuni ad ulteriori attacchi delle tossine. “Quando vedemmo che le nostre molecole salvavano la vita dei topi esposti alle tossine capimmo che avevamo in mano qualcosa di grande importanza medica”, ricorda Kaempfer.
Poco tempo dopo, Kaempfer fondò l’Atox Bio Company insieme alla collega Gila Arad, sotto gli auspici di Yissum, la Technology Transfer Company dell’Università di Gerusalemme, che commercializza tecnologie promettenti creando nuove società. Kaempfer funge da Capo Ufficiale Scientifico all’Atox Bio.
Nel 2005, il programma di bio-difesa del DARPA ha cambiato marcia: gli avvenimenti dell’11 settembre hanno portato la lotta contro il bio-terrorismo in prima linea, e il grosso compito di contrastarlo fu affidato al NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), un braccio del NIH.
La sovvenzione che Kaempfer e Atox Bio hanno recentemente ricevuto va sotto il programma Biodefense Challenge Grants, che incoraggia l’industria privata a lavorare con ricercatori accademici per sviluppare contromisure contro potenziali agenti di bio-terrorismo.
“La nostra proposta fu messa in prima posizione dalla commissione della rivista scientifica – dice Kaempfer – un risultato significativo per un’istituzione non americana”.
La dichiarazione del NIAID ha reso chiara la sua fiducia nel lavoro dell’équipe israeliana. ”Basandosi sui risultati ottenuti finora, questo gruppo ha eccellenti possibilità di successo”.
Con la nuova sovvenzione, la società sta portando avanti un piano che dovrebbe ottenere il benestare della FDA per l’inizio della sperimentazione clinica umana dell’antidoto entro tre anni.
Poiché hanno a che fare con una tossina letale, le prove cliniche e i criteri per l’approvazione sono un po’ diversi. “L’FDA ha concepito una nuova regola applicabile alle armi biologiche: l’Animal rule Act – spiega Kaempfer – Ci siamo incontrati con l’FDA a una riunion pre-IND, ci hanno dato molto appoggio e hanno convalidato il nostro piano di sviluppo del prodotto”. Per l’approvazione del FDA, dovranno essere in grado di dimostrare che il loro antidoto blocca in modo efficace le tossine in due specie di animali e dimostrare che è sicuro e senza effetti collaterali alla fase 1 delle prove sugli umani, ma non sono richieste né fase 2 né fase 3. Questo è diverso da quanto avviene con altri farmaci, che devono provare l’efficacia sugli umani alla fase 2 e 3, ma nessuno si sogna di esporre un essere umano a una dose letale di tossine per scopi di ricerca.
Mentre la sovvenzione del governo americano finanzierà lo sviluppo del farmaco per la bio-difesa, alla Atox Bio si sta lavorando per usare la conoscenza acquisita in questa ricerca per creare farmaci per esigenze mediche: la cura delle malattie autoimmuni e lo shock settico. Lo scopo diventa anche quello di sviluppare e commercializzare la cura per lo shock tossico.
La sovvenzione del NIH rende Atox Bio un’entità unica sulla scena della biotecnica, spiega Uri Danon, che è a capo della compagnia. “Normalmente, la quantità di tempo che ci vuole perché una società di biotecnologia agli inizi cominci a vedere dei profitti è enorme. Il prodotto per la bio-difesa ci da una possibilità di ricevere proventi in un tempo più breve che non una normale società biotecnica” spiega, aggiungendo che, nel caso migliore, un prodotto per la bio-difesa sarebbe pronto per il brevetto dell’FDA non prima del 2009.
Il voto di fiducia del NIH fa della società una prospettiva attraente per gli investitori, che è la ragione per cui è molto richiesta ed ha un mucchio di lavoro. “Il processo di applicazione è duro e la competizione molto forte. Il nostro è stato un vero successo, il dottor Kaempfer e il resto dell’équipe hanno dimostrato un livello scientifico e industriale molto elevato. Il NIH non autorizzerebbe una sovvenzione senza riconoscere che si tratta di una tecnologia molto importante, che non c’è competitore che persegua una ricerca simile con un piano di sviluppo del prodotto ben descritto, e che l’équipe è molto forte. Ha convalidato la nostra strategia di lavorare solo con gli scienziati, i consulenti e i subappaltatori migliori”, dice Danon.
Ora egli si sta concentrando per raccogliere denaro privato per finanziare la Ricerca e Sviluppo degli altri prodotti Atox Bio per lo shock autoimmune e settico, che sono prodotti in parallelo al prodotto bio-terroristico sovvenzionato dagli Usa. “Le stesse molecole che stiamo usando contro lo shock tossico per la biodifesa sono usate per curare le malattie autoimmuni, in un nuovo approccio; così c’è un grosso potenziale commerciale. La buona notizia è che la grossa disponibilità finanziaria che ci dà il denaro degli Usa significa che non dovremo prendere scorciatoie o fare compromessi nel processo di sviluppo del farmaco, aumentando le probabilità di successo, e si spera che le vendite del prodotto per la biodifesa finanzino le prove cliniche avanzate del nostro prodotto per le indicazioni mediche autoimmuni”.
Kaempfer dice che è ispirato tutti i giorni dal lavoro d’équipe tra il suo laboratorio e la società e gli Usa sul suo lavoro, e sente che questo rinforza le decisioni-chiave della sua vita: salvare vite come una volta altri hanno salvato la sua. “La ragione principale per cui sono venuto in Israele è stata perché sentivo che mi dovevo dedicare all’umanità piuttosto che al mio ego. Quello che stiamo facendo nella partnership con il governo americano è di questa natura. Sono molto colpito dalla consapevolezza del governo americano dell’importanza di questo lavoro, altri governi sono rimasti indietro. L’America è all’avanguardia nel tentativo di sviluppare contromisure al bio-terrorismo e siamo fieri di essere parte di quello sforzo: lo vedo come qualcosa che stiamo facendo non solo per i nostri due paesi, ma per il mondo intero”.

(Da: Israel21c, 09.10.05)

Nella foto in alto: il dottor Raymond Kaempfer