Ricordata in tutte le scuole la strage di Kafr Qassem

Da allora ogni soldato israeliano ha lobbligo di rifiutare un ordine manifestamente illegale

image_1414Gli abitanti del villaggio arabo israeliano di Kafr Qassem hanno ricordato in questi giorni con una serie di cerimonie il 50esimo anniversario della strage che ebbe luogo nel villaggio ad opera di unità della guardia di frontiera israeliana durante le prime ore della crisi di Suez del 1956.
In base a una disposizione del ministero dell’istruzione, in tutte le scuole di Israele è stato dedicato del tempo non solo alla strage in se stessa, ma anche agli eventi che seguirono, compresa la sentenza della Corte che stabilì una volta per tutte che in Israele un militare non solo non è tenuto ma anzi ha il dovere di disobbedire a un ordine “manifestamente illegale”, come quello in questione a Kafr Qassem. “La strage e il processo che ne seguì – dice la disposizione ministeriale – sono diventati una pietra miliare nel diritto israeliano e nella coscienza collettiva del paese ed hanno instillato in tutte le successive generazioni di soldati e ufficiali un limite morale a cui ognuno è tenuto ad attenersi”.
IL 29 ottobre 1956, primo girono di guerra nel Sinai, tre pattuglie della guardia di frontiera ricevettero l’ordine di aprire il fuoco su chiunque violasse il coprifuoco decretato nelle zone arabe al confine con la Cisgiordania, allora controllata dalla Giordania. La cieca esecuzione dell’ordine causò la morte di 47 abitanti del villaggio di Kafr Qassem che rincasavano dai campi ignari del coprifuoco decretato quel giorno stesso.

(Da: Ha’aretz, 29.10.06)