Ripetere una menzogna all’infinito non la trasforma in verità
Affermare che Gesù era palestinese è falso, e sarebbe persino comico se non fosse anche offensivo

Nel Nuovo Testamento non compaiono mai le parole Palestina e palestinese: vi si legge, invece, che Gesù nacque in Giudea, visse nella terra d’Israele e praticò il giudaismo
Ogni anno, specie in occasione delle feste cristiane, esponenti e mass-media palestinesi dicono e ripetono che Gesù era “palestinese”. Ma si tratta di una spudorata falsità in base a quello che tutti, e per primi gli stessi palestinesi, intendono per “palestinese”.
Per l’ideologia, l’insegnamento, la propaganda e persino per le leggi palestinesi, il termine palestinese significa “arabo e musulmano di Palestina”.
La Legge fondamentale dell’Autorità Palestinese approvata a Ramallah il 29 maggio 2002 stabilisce:
«Art. 1: La Palestina fa parte del grande mondo arabo e il popolo palestinese fa parte della nazione araba. Il popolo palestinese si adopererà per raggiungere l’obiettivo dell’unità araba.
Art. 4: L’islam è la religione ufficiale della Palestina. I principi della shari’a islamica saranno la principale fonte della legislazione. L’arabo sarà la lingua ufficiale».
La Carta Nazionale dell’Olp (1-7 luglio 1968) proclama:
«Art. 1: La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, è parte indivisibile della patria araba e il popolo palestinese è parte integrante della nazione araba».
In base a queste definizioni, non c’è alcun modo di presentare Gesù di Nazareth come un “palestinese” (cioè un arabo-musulmano nato in un paese che allora nessuno chiamava Palestina) senza offendere la verità storica, la logica, il buon senso e anche la dottrina cristiana, la quale infatti afferma:
«Gesù è ebreo e lo è per sempre».
(Da: Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, Sussidi per una corretta presentazione degli Ebrei e dell’Ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica, 24 giugno 1986, III-1)
In questo video di Palestinian Media Watch, una breve carrellata di esempi di questa martellante menzogna che chiunque sia dotato di buon senso e onestà intellettuale dovrebbe rigettare per quello che è: l’ennesima riprova che la propaganda palestinese è costruita sulla falsità e sul disprezzo.
Il mufti dell’Autorità Palestinese, Muhammad Hussein, alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 30 novembre 2012: “Gesù è un palestinese per eccellenza”.
Parlamentare arabo israeliano Samy Abu Shahadeh alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 13 dicembre 2021: “Il mondo intero sa che Gesù è palestinese”.
Lo storico palestinese Khalil Shoka, alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 16 dicembre 2012: “In ultima analisi, Gesù è un palestinese”.
Il portavoce del governo dell’Autorità Palestinese, Ibrahim Melhem, alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 24 dicembre 2020: “La festa della nascita del profeta palestinese Gesù, figlio di Maria”.
Il vice segretario del Comitato Centrale di Fatah, Jibril Rajoub, alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 29 novembre 2012: “Il più grande palestinese della storia dopo Gesù è Yasser Arafat”.
Il membro del Comitato Centrale di Fatah, Abbas Zaki, sulla propria pagina Facebook, 29 aprile 2021: “Gesù era palestinese… Tutti i cristiani credono che fosse palestinese”.
Conduttrice della TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 24 dicembre 2020: “Auguriamo al popolo palestinese… la determinazione e la pazienza che caratterizzarono il primo palestinese, Gesù.
Il mufti dell’Autorità Palestinese, Muhammad Hussein, alla TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 12 maggio 2009: “Gesù è nato in questa terra. Lui e sua madre, potremmo dire, erano palestinesi per eccellenza”.
Canzone che ha partecipato al Premio Yasser Arafat in Zimbabwe, TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 21 novembre 2021: “Gesù è palestinese”.
(Da: palwatch.org, 23.12.21 – israele.net, 21.12.22)