Riportata in vita una palma di duemila anni fa

Ricercatori israeliani sono riusciti a far germogliare semi ritrovati negli scavi di Masada

image_746Alcuni ricercatori israeliani sono riusciti a far germogliare una palma da dattero da semi vecchi di duemila anni, nel tentativo di trovare nuove medicine che possano aiutare le generazioni future.
Sarah Sallon, del Louis Borick Natural Medicine Research Center di Gerusalemme, ha detto che lei e i suoi colleghi hanno usato semi trovati negli scavi archeologici dell’antica fortezza di Masnada sul Mar Morto (dove gli antichi resistenti ebrei scelsero il suicidio pur di non essere cadere schiavi delle legioni romane nel 73 e.v.).
Sallon ha detto che si tratta dei più vecchi semi mai riportati in vita. In Cina era già stato fatto germogliare un seme di loto dopo 1.200 anni, ma qui si tratta addirittura di duemila anni. Più esattamente, la datazione al carbonio di un frammento dei semi di Masada ha stabilito la loro età tra i 1.940 e 2.040 anni.
La pianta di palma, soprannominata Matusalemme come il personaggio biblico che si dice abbia vissuto 969 anni, è ora una pianta alta circa 30 cm. Sallon e i suoi colleghi hanno mandato una delle sue foglie a fare l’esame del DNA, nella speranza che possa rivelare qualità mediche che sono scomparse dalle varietà coltivate oggi. Le palme da dattero che si coltivano oggi in Israele sono state importate dalla California e sono di una varietà che ha origine in Irak. Il dattero della Giudea, pregiato nell’antichità ma estinto fino al risveglio di Matusalemme, potrebbe avere proprietà diverse da quelle della varietà moderna.
Sallon ha detto che il progetto è ben più di una semplice curiosità. Lei e i suoi colleghi sperano che possa contenere promesse per il futuro, come la cura antimalarica dell’artemisina, sviluppata da una cura tradizionale cinese vegetale, e un farmaco contro il cancro ottenuto dalla corteccia dell’albero di tasso.
“I datteri erano altamente curativi – spiega Sallon – Erano usati moltissimo contro le infezioni e i tumori, e noi crediamo che le medicine del passato possano essere le medicine del futuro”.
Se la pianta sopravvive, ci vorranno circa trent’anni prima che dia i frutti, posto che si riveli femmina. Tuttavia, sarebbe interessante anche se fosse maschio. “La genetica di questa pianta sarà molto interessante, di qualunque sesso essa sia – dice ancora Sallon – Sono le femmine che danno i frutti, ma anche i maschi sono molto utili”.

(Da: YnetNews, 12.06.05)