Ristabilita la deterrenza, ma la guerra non è finita

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_2380Ha’aretz chiede al governo di non recedere dalla decisione di porre fine immediatamente alla controffensiva anti-Hamas a Gaza e di adoperarsi per modificare le relazioni con i palestinesi. Secondo l’editoriale, “un cessate il fuoco, per quanto unilaterale, è condizione necessaria, anche se sicuramente non sufficiente, per arrivare a una composizione stabile e a lungo termine sulla striscia di Gaza”.

Scrive Yediot Aharonot: “Anche se Israele dichiara il cessate il fuoco, Hamas non si ritiene affatto obbligata a rispettarlo né a cessare i suoi attacchi. Non accetteranno nulla finché le Forze di Difesa israeliane sono ancora in campo: tanto, dal loro punto di vista, le perdite di vite umane e beni materiali non contano, giacché non fanno che rafforzare le capacità di reclutamento dell’organizzazione e giustificare la sua incessante lotta armata condotta con tutti i mezzi a loro disposizione”.

Ma’ariv sostiene che “la vittoria di Israele a Gaza non ha nulla a che vedere con intese, promesse e traffici (di armi). Il vero successo sta su tutt’altro altro piano, ed è duplice: aver ristabilito la deterrenza di Israele di fronte ai suoi nemici e aver ridefinito i principi della lotta al terrorismo. Qualcosa che interessa tutti: Teheran, Damasco e Beirut sono ora le capitali che devono preoccuparsi. Per la prima volta l’impeto dell’estremismo islamista ha subito una vera battuta d’arresto, almeno per il momento”.

Il Jerusalem Post si domanda se quest’ultima controffensiva anti-Hamas nella striscia di Gaza abbia ristabilito la deterrenza di Israele a fronte dei suoi nemici giurati, e valuta che, circa il memorandum d’intesa sottoscritto da Israele e Stati Uniti (sulla lotta al traffico di armi verso i terroristi), Israele “ha ogni buona ragione d’essere scettico riguardo alla possibilità che questi impegni si traducano effettivamente in una concreta diminuzione della capacità del nemico di importare armi dall’Iran nella striscia di Gaza”.

Scrive Yisrael Hayom: “Già sabato sera c’era chi iniziava a chiedere: tutto qui? non potevamo fare di più (contro Hamas)?”. Ma l’editoriale sostiene che “il cessate il fuoco unilaterale è comunque il minore dei mali. Ma sembra che non sia destinato a reggere e che i combattimenti riprenderanno. Hamas, come al solito, dichiarerà vittoria. Faccia pure: oggi è molto meglio essere israeliani”.

(Da: stampa israeliana, 18.01.09)