Rivlin: “In Israele non ci sono cittadini di prima o seconda classe”
Senza fare esplicitamente i nomi, il presidente d’Israele ha definito “inaccettabili" certe affermazioni su elettori e partiti arabi circolate in campagna elettorale

Il presidente d’Israele Reuven Rivlin durante il suo intervento di lunedì all’Università di Gerusalemme
“Mi rifiuto di credere che vi siano partiti politici che hanno abdicato al carattere di Israele come stato ebraico e democratico, democratico ed ebraico. Chi è convinto che lo stato d’Israele debba essere ebraico e democratico nel pieno senso delle parole deve ricordare che nello stato d’Israele vige completa uguaglianza di diritti per tutti i cittadini”.
Lo ha ribadito il presidente israeliano Reuven Rivlin in un discorso, tenuto lunedì all’Università di Gerusalemme, che è apparso come un forte monito rivolto ad alcuni politici nazionali. “Non ci sono e non ci saranno mai cittadini di prima classe, così come non ci sono elettori di seconda classe – ha continuato Rivlin – Nella cabina elettorale siamo tutti uguali, ebrei e arabi, cittadini dello stato di Israele. Centoventi parlamentari della Knesset non possono cambiare il carattere di stato ebraico d’Israele né cambiare il suo carattere democratico”. Rivlin ha apertamente criticato “le osservazioni del tutto inaccettabili sui cittadini arabi di Israele” fatte da alcuni politici durante la campagna elettorale in corso. Il presidente non ha fatto nomi, ma è probabilmente che si riferisse a partiti di destra, tra cui il Likud di Netanyahu (dal quale proviene lo stesso Rivlin), che hanno ripetutamente accusato i loro rivali di centro-sinistra di volersi affidare ai partiti arabi per costituire la loro futura coalizione di governo.
Le parole del presidente, pronunciate in occasione dell’imminente 40esimo anniversario del trattato di pace tra Israele ed Egitto, possono anche essere interpretate come una critica alla Legge Fondamentale sullo stato nazionale del popolo ebraico, approvata lo scorso luglio, verso la quale Rivlin aveva già espresso a suo tempo delle perplessità.
Il dibattito attorno alla controversa legge si è riacceso nel fine settimana quando la modella e attrice Rotem Sela ha attaccato la ministra della cultura Miri Regev (del Likud) per aver accusato la lista Blu e Bianco di Benny Gantz e Yair Lapid di voler creare un governo con il sostegno dei partiti arabi. “Qual è il problema con gli arabi? – ha scritto Sela su Instagram – Santo cielo, ci sono anche cittadini arabi in questo paese. Quando diavolo qualcuno in questo governo dirà all’opinione pubblica che Israele è uno stato di tutti i suoi cittadini e che tutte le persone sono create uguali, e che sono esseri umani anche gli arabi e i drusi e gli LGBT e, scioccante!, anche le persone di sinistra”.
A questo commento ha risposto un po’ inaspettatamente lo stesso Netanyahu, prima sui social network e poi aprendo domenica la riunione settimanale del governo. “Vorrei chiarire un punto che, a quanto pare, non è chiaro a persone leggermente confuse nell’opinione pubblica israeliana – ha detto Netanyahu – Per legge, Israele è uno stato ebraico e democratico. Questo significa che si tratta dello stato nazionale del popolo ebraico. Naturalmente rispetta i diritti individuali di tutti i suoi cittadini, ebrei e non ebrei. I cittadini arabi d’Israele hanno diritti individuali uguali a tutti noi, e il governo del Likud ha investito nel settore arabo più di qualsiasi altro governo. Ma Israele è lo stato nazionale soltanto del popolo ebraico. I non ebrei hanno la loro espressione nazionale in altri stati”.
Nell’opinione pubblica israeliana è da sempre considerata problematica, soprattutto per le questioni di sicurezza e difesa, la prospettiva di un governo che si regga su formazioni arabe che si definiscono apertamente anti-sioniste e contrarie all’esistenza di Israele in quanto espressione nazionale dell’autodeterminazione del popolo ebraico: una conventio ad excludendum che è stata ribadita anche da Moshe Ya’alon, uno dei capi-lista di Blu e Bianco, in un’intervista domenica sera a i24NEWS.
Parlando lunedì a Likud TV in streaming su Facebook, Netanyahu ha ulteriormente precisato che la Legge Fondamentale sullo stato nazionale “non si riferisce ai diritti dell’individuo, che sono uguali per tutti, ma riguarda le questioni fondamentali dei diritti del popolo ebraico coma la bandiera, l’inno Hatikvà e così via. I cittadini arabi hanno 22 stati nazionali arabi tutt’attorno e non hanno bisogno di un altro. Noi definiamo Israele come uno stato ebraico e democratico: lo stato nazionale del popolo ebraico con pari diritti per tutti gli individui”.
(Da: Times of Israel, YnetNews, Moked, i24NEWS, israele.net, 11.3.19)