Salam Fayyad subito attaccato da Abu Mazen per aver proposto un piano volto al negoziato con Israele

L’ex primo ministro dell’Autorità Palestinese accusato di voler “distruggere decenni di lotta” (e di voler scalzare Abu Mazen)

Di Avi Issacharoff

Avi Issacharoff, autore di questo articolo

Avi Issacharoff, autore di questo articolo

E’ scoppiato uno scontro politico fra l’ex primo ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad e il presidente in carica Mahmoud Abbas (Abu Mazen) non appena Fayyad ha presentato un piano per porre fine alla spaccatura tra Fatah e Hamas e aprire un percorso negoziale con Israele destinato a sfociare nella creazione di uno stato palestinese in Cisgiordania e Gaza. Il giorno dopo la presentazione del piano, l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa ha attaccato Fayyad descrivendo il suo progetto come “un tentativo fallito di distruggere decenni di lotta palestinese”.

Fayyad ha presentato il suo piano martedì scorso a Ramallah durante un evento a cui partecipavano esponenti politici e accademici palestinesi. Secondo Fayyad, il piano mira a rompere la situazione di stallo politico in cui è bloccata l’Autorità Palestinese e promuovere la fine del controllo israeliano sulla Cisgiordania. La sua proposta prevede la proclamazione di un interim, vale a dire un periodo di tempo limitato durante il quale risolvere le divisioni politiche tra la striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas, e la Cisgiordania sotto il controllo di Fatah e Autorità Palestinese, con le varie fazioni palestinesi, compresa Hamas, che passerebbero sotto l’egida dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). In una seconda fase, verrebbe costituita una nuova dirigenza palestinese con rappresentanti di tutte le fazioni.

Secondo Fayyad, tutte le varie fazioni palestinesi dovrebbero impegnarsi in una hudna (cessate il fuoco prolungato) con Israele, consentendo la riorganizzazione delle istituzioni ufficiali palestinesi in Cisgiordania e nella striscia di Gaza dopo nove anni di violenta spaccatura tra i fondamentalisti di Hamas e il partito Fatah di Abu Mazen. Entro sei mesi dalla fine del periodo di interim, si terrebbero le elezioni per il parlamento palestinese e la dirigenza dell’Autorità Palestinese.

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Salam Fayyad in compagnia dell’allora ministra della giustizia e capo-negoziatrice israeliana Tzipi Livni al World Economic Forum di Davos (Svizzera) nel 2013

Secondo la visione di Fayyad, una riuscita riconciliazione interna palestinese e la presentazione di un fronte palestinese unito aprirebbero la strada a un accordo che ponga fine alla presenza di Israele in Cisgiordania. Durante il periodo di hudna (tregua), l’obiettivo sarebbe quello di avviare un processo diplomatico con Israele sulla base dei principi accettati dalla comunità internazionale e dell’iniziativa di pace araba. Il piano di Fayyad prevedrebbe infine un calendario definito, con garanzie assicurate da nazioni occidentali e mediorientali.

Il piano è stato immediatamente interpretato da Abu Mazen come una sfida diretta al suo potere. In parte, secondo fonti palestinesi, perché dopo anni di trattative a singhiozzo tra Fatah e Hamas, e nonostante due (inefficaci) accordi formali di riconciliazione, il presidente dell’Autorità Palestinese non è mai riuscito a realizzare la ricomposizione interna palestinese.

Fonti vicine ad Abu Mazen si sono affrettate ad attaccare il piano di Fayyad. Poche ore dopo il lancio, l’iniziativa è stata aspramente criticata in un editoriale pubblicato dall’agenzia ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa nel quale si afferma che l’idea di avviare un processo diplomatico con Israele sulla base di una hudna è in contrasto con la posizione della dirigenza palestinese guidata da Abu Mazen, che rifiuta qualunque ipotesi di creare uno stato palestinese su confini provvisori. L’editoriale attacca inoltre l’appello di Fayyad per una dirigenza unitaria accusandolo d’essere parte delle macchinazioni di Hamas e Israele per creare un’alternativa all’Olp, privandola del diritto di determinare il destino del popolo palestinese. L’editoriale termina dichiarando che i “nemici del popolo palestinese” gioiscono nel sentire di un’iniziativa che mira a “danneggiare il popolo palestinese”.

Salam Fayyad, quando era primo ministro dell’Autorità Palestinese (a sinistra) con il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen

Salam Fayyad, quando era primo ministro dell’Autorità Palestinese (a sinistra) con il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen

Fayyad, nominato primo ministro dell’Autorità Palestinese da Abu Mazen dopo la presa del potere di Hamas a Gaza nel 2007, è stato costretto a dimettersi dallo stesso Abu Mazen nel 2013. Economista di formazione, alla guida di un partito indipendente, Fayyad gode di buona reputazione negli ambienti politici israeliani e alla Casa Bianca. I suoi successi nel migliorare la situazione economica e della sicurezza in Cisgiordania suscitarono risentimenti in Abu Mazen e in ampi settori di Fatah che lo vedevano come un nemico politico. Dopo le dimissioni, Fayyad ha criticato la dirigenza di Abu Mazen, ha avvertito che Fatah sta crollando e ha descritto la storia dei palestinesi come “una saga di dirigenze fallite”.

(Da: Times of Israel, 14.7.16)