Se gli arabi d’Israele finalmente si svegliano

Avendo messo a fuoco la trappola in cui si trovano i suoi elettori, il parlamentare Mansour Abbas sembra aver deciso che è ora che gli arabi israeliani si preoccupino più di se stessi che degli intransigenti palestinesi

Di Haim Shine

Haim Shine, autore di questo articolo

I venti di pace e ragionevolezza che hanno iniziato a spirare tra lo stato d’Israele e diversi paesi arabi sunniti si stanno rapidamente avvicinando ai cittadini arabi d’Israele, molti dei quali cominciano a vedere che per decenni sono stati tenuti in ostaggio al servizio dei palestinesi.

Per anni, sia sotto i governi di sinistra che di destra, Israele ha compiuto sforzi autentici per arrivare a un accordo di compromesso con i palestinesi, ma quegli sforzi non hanno dato frutti. L’ostinazione palestinese ha impedito qualsiasi tipo di soluzione del conflitto. Questa ostinazione è stata capeggiata prima dal terrorista Yasser Arafat e poi dal negazionista della Shoà Abu Mazeen, entrambi presidenti dell’Autorità Palestinese. Nel corso degli anni si è consolidata una teoria fittizia e bizzarra secondo la quale non potevano esserci accordi di pace tra Israele e stati arabi in mancanza di una soluzione della questione palestinese. Il governo israeliano, sotto il primo ministro Benjamin Netanyahu, è riuscito a confutare questa teoria grazie a un impegno incessante e alla denuncia della minaccia iraniana sul Medio Oriente e il resto del mondo.

I cittadini arabi d’Israele hanno diritto all’eguaglianza, esattamente come ogni altro cittadino. I diritti delle minoranze sono garantiti nella Dichiarazione d’Indipendenza d’Israele. Nonostante le critiche a volte giustificate alle loro sentenze e decisioni, nel corso degli anni la Corte Suprema e i governi d’Israele hanno compiuto sforzi notevoli per garantire l’eguaglianza. Ma questi sforzi non si sono ancora pienamente realizzati e permangono indici di disparità a danno del settore arabo.

20 aprile 2020: Mansour Abbas, primo parlamentare arabo israeliano a intervenire dal podio della Knesset nel Giorno della Memoria della Shoà, dove disse: “’La negazione dell’Olocausto è un residuo dell’ideologia nazista, è una bancarotta morale e il suo tradimento dei valori di verità e giustizia contraddice principi fondamentali dell’islam”

Il più grande ostacolo alla realizzazione di questi diritti è la leadership politica degli arabi israeliani, una leadership che è riuscita a convincere molti israeliani che la sua lealtà va tutta alla narrativa palestinese, anche quando porta ad attentati suicidi, bombe sugli autobus, aggressioni con veicoli e attacchi con armi bianche. Ultimamente gli stessi stati arabi hanno dichiarato che la narrativa palestinese è un’impostura. È giunto il momento che lo riconoscano anche gli arabi d’Israele. Molti israeliani identificano gli arabi israeliani con le attività della ex parlamentare della Lista Araba Congiunta Hanin Zoabi, con i membri del Ramo Nord del Movimento Islamico, oggi fuorilegge, che aizzano contro Israele dalla moschea al-Aqsa di Gerusalemme, con gli abitanti di Sakhnin che hanno omaggiato l’ex parlamentare Azmi Bishara, ricercato per spionaggio a favore di Hezbollah, con quelli che si sono fatti arruolare dall’Isis e con quei parlamentari arabi che approfittano delle loro prerogative per contrabbandare cellulari a favore di terroristi detenuti.

La grande maggioranza degli arabi israeliani non a niente a che fare con questo tipo di attività ostili. Dubito che tra loro vi sia qualcuno disposto a rinunciare alla propria vita in Israele per trasferirsi sotto l’Autorità Palestinese o in qualche altro stato arabo. Nessuno che abbia avuto un assaggio di democrazia la scambierebbe mai con dispotismo e repressione.

È ora in atto un cambiamento storico. I cittadini israeliani del settore arabo stanno iniziando a svegliarsi. Mansour Abbas, presidente del partito Ra’am che attualmente fa parte della Lista Araba Congiunta, ha saggiamente e coraggiosamente messo a fuoco la trappola in cui si trovano i suoi elettori e ha deciso che è giunto il momento per gli arabi israeliani di preoccuparsi più di se stessi e meno degli intransigenti palestinesi. (In una serie di recenti interviste, Mansour Abbas non ha escluso una possibile collaborazione politica con il primo ministro Benjamin Netanyahu, suscitando reazioni furibonde da parte di altri parlamentari arabi ndr). Personalmente sono sicuro che, se Mansour Abbas persevera in questo processo, molti arabi israeliani lo sosterranno e le condizioni generali di questo settore della società conosceranno un miglioramento incredibile. E sono convinto che il sostegno alla svolta di Mansour Abbas favorirà, alla fine, anche un accordo anche con i palestinesi.

(Da: Israel HaYom, 26.11.20)