Se i due Benjamin pensano già a un governo di unità nazionale

Sia Netanyahu che Gantz hanno omesso punti cruciali, nei loro discorsi la notte delle elezioni. Sommandoli emerge il quadro di una possibile cooperazione

Di Anshel Pfeffer

Anshel Pfeffer, autore i questo articolo

I due Benjamin sono esausti. Il veterano Bibi Netanyahu, un attivista nato, regge meglio dell’esordiente Benny Gantz il quale, nonostante il curriculum militare, deve ancora abituarsi a questo genere di scontri. Entrambi sono provati da un’interminabile campagna elettorale durata più di un anno. Ma entrambi, nei rispettivi discorsi la notte dei risultati elettorali, hanno cercato di tratteggiare una linea volta ad escludere un quarto ricorso a elezioni anticipate.

Il combattivo discorso di Gantz centrato su “attenersi ai nostri valori” e “non permettere a nessuno di dividerci” mirava innanzitutto a tenere insieme la sua giovane formazione, nata solo un anno fa. Blu-Bianco non è riuscita a cogliere la vittoria decisiva in ben tre elezioni consecutive, ma si è ormai attestata come una forza considerevole sulla scena politica, avendo conquistato più di un quarto dell’elettorato per tre volte di fila. Ammesso che ora resti unita. Gantz è già sotto attacco da parte dei suoi per come ha condotto la campagna. I tre soci nella “cabina di regia” – Yair Lapid, Moshe Ya’alon e Gabi Ashkenazi – sono tutti convinti che avrebbero potuto fare meglio. Rimarranno fedeli a Gantz, ora che il sogno di formare un governo guidato da Blu-Bianco sembra svanito?

Netanyahu nel suo discorso ha parlato di una “grande vittoria”, ripetendo più e più volte le parole “vittoria” e “abbiamo vinto”. Ma se c’è una cosa che Netanyahu conosce bene è l’aritmetica elettorale. Sa che le proiezioni che attribuiscono al blocco di destra 59 seggi verosimilmente non sono destinati a trasformarsi in 61 seggi e una maggioranza autosufficiente, una volta scrutinati tutti i voti. Netanyahu non lo ammetterà mai, ma sa di non aver ancora vinto.

Il leader di Blu-Bianco Benny Gantz (a sinistra) e il leader del Likud Benjamin Netanyahu

Per questo deve affermare la sua inequivocabile vittoria prima che gli israeliani si rendano conto che, in realtà, la maggioranza dell’elettorato ha votato per partiti contrari a Netanyahu. Netanyahu ha bisogno di almeno due seggi per formare un governo. Proverà a convincere un paio di parlamentari dell’opposizione a passare dalla sua parte, ma le possibilità che ciò accada sono scarse. Il suo partner prioritario a questo punto è lo stesso Gantz. Hanno lavorato insieme in relativa armonia quando Gantz era capo di stato maggiore delle Forze di Difesa. E certamente Netanyahu non ha nessuna intenzione di tornare a collaborare con Avigdor Lieberman (il leader di Israel Beytenu la cui rottura con Netanyahu ha dato avvio un anno fa alla crisi politica tutt’ora in corso ndr).

Ecco perché Netanyahu nel suo discorso non ha menzionato nemmeno una volta Gantz né il suo partito. Netanyahu ha brevemente accennato che si sarebbe incontrato presto con i leader dei partiti alleati del Likud per “formare un governo nazionale forte e stabile”. Ma la realtà è che semplicemente non hanno abbastanza seggi per farlo. E Netanyahu non ha escluso l’adesione di nuovi partner né fissato limiti a quali potrebbero essere. Ha piuttosto sottolineato “che è giunto il momento della riconciliazione”.

Gantz si è ripetutamente dichiarato indisponibile a prestare servizio sotto un primo ministro formalmente incriminato. Prima delle elezioni. Ora, però, la situazione è cambiata. Gantz non ha alcuna possibilità di formare una propria coalizione. Invece di aspettare dal deserto dell’opposizione che Netanyahu intercetti qualche transfuga della sua formazione o che riesca a manovrare una spaccatura dentro Blu-Bianco, Gantz nel suo discorso ha adombrato la sua offerta all’avversario. “I processi vanno affrontati in tribunale” ha detto, ricordando che “tra due settimane Netanyahu siederà sul banco degli imputati in un tribunale israeliano per tre gravi accuse”. Ma, a differenza di quanto faceva in campagna elettorale, questa volta Gantz non ha aggiunto che ciò esclude che Netanyahu possa ricoprire il ruolo di primo ministro.

Dalle omissioni dei discorsi di Netanyahu e Gantz emerge il possibile quadro per un futuro governo di unità nazionale. La concessione di Gantz sarà accettare di servire in un governo Netanyahu nonostante le incriminazioni. Dal canto suo, Netanyahu dovrà accettare di comparire in tribunale senza dare corso alla implicita minaccia di rimuovere il procuratore generale che lo ha incriminato.

È una proposta rischiosa per entrambi. Alcuni membri di Blu-Bianco hanno già ribadito la loro posizione contraria a un governo guidato da un primo ministro imputato in tribunale. Andranno d’accordo con Gantz anche se Gantz cederà su questo punto cruciale? D’altra parte Netanyahu dovrebbe accettare che, pur rimanendo primo ministro, il suo destino sia nelle mani dei giudici del tribunale distrettuale di Gerusalemme. Tuttavia, se i risultati definitivi confermeranno le proiezioni attuali, questo potrebbe essere l’unico modo per i due Benjamin di porre fine allo stallo politico e garantirsi la sopravvivenza politica. Almeno per il momento.

(Da: Ha’aretz, 3.3.20)