Se l’amministrazione Usa preferisce seppellire se stessa e il Medio Oriente in uno schema vecchio e fallimentare

Rifinanziare l’Unrwa senza riformarla significa perpetuare all’infinito il problema dei profughi e la rivendicazione del cosiddetto diritto al ritorno

Di Eldad Beck

Eldad Beck, autore di questo articolo

Non c’è un altro modo per dire una cosa così evidente: coloro che sostengono in ogni modo l’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, sostengono di fatto la perpetuazione all’infinito della loro condizione di profughi e la pretesa di un “diritto al ritorno” di quei “profughi” dentro Israele. In parole povere, la demolizione dello stato ebraico.

Il problema va oltre l’odio verso Israele e gli ebrei che le scuole dell’Unrwa inculcano nei loro alunni palestinesi, e le esercitazioni paramilitari cui sono sottoposti i ragazzini nei campi estivi gestiti dall’Unrwa allo scopo di farne dei bambini-soldato in totale violazione della Carta delle Nazioni Unite.

L’esistenza stessa dell’Unrwa circa settant’anni dopo che avrebbe dovuto cessare di esistere indica il sostegno della comunità internazionale all’idea della scomparsa dello stato d’Israele. Chiunque abbia davvero a cuore l’esistenza di Israele avrebbe dovuto sostenere già molto tempo fa lo scioglimento dell’Unrwa.

Non c’è alcuna giustificazione per l’esistenza di “profughi” palestinesi 73 anni dopo la guerra d’indipendenza del 1948 e 54 anni dopo la guerra dei sei giorni del 1967, a parte l’aspirazione araba all’annichilimento dell’unico stato ebraico mediante il “ritorno” di intere generazioni di “profughi” che personalmente non hanno alcun legame con la Terra d’Israele.

L’Unrwa, che originariamente avrebbe dovuto occuparsi dei “palestinesi” fuggiti dallo stato di Israele verso gli stati arabi fino al momento in cui si fossero reintegrati nei loro nuovi luoghi di residenza, da molto tempo è diventata uno strumento della battaglia politica contro lo stato ebraico. La cosa è del tutto evidente se si considera che esistono “campi profughi” dentro i territori governati dall’Autorità Palestinese e da Hamas. Si è mai visto un altro caso in cui dei profughi siano stati mantenuti in condizioni miserabili all’interno della loro stessa terra da un meccanismo internazionale che investe enormi quantità di denaro nello sforzo di impedire a tali “profughi” di vivere in condizioni normali?

Mappa delle rivendicazioni palestinesi appesa in una scuola gestita dall’Unrwa (Israele è cancellato dalla carta geografica). A destra, la stessa mappa coperta da un telo per nasconderla agli occhi dell’allora Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon in visita (fonte: agenzia palestinese Ma’an, 28.6.16) – clicca per ingrandire

L’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump aveva compreso l’assurdità dell’esistenza stessa dell’Unrwa in questa forma. E aveva capito come affrontare l’intrinseca intransigenza palestinese che mira a garantire, tra l’altro, la persistenza del problema dei “profughi” palestinesi.

L’attuale amministrazione del presidente Joe Biden insiste invece nel voler tornare indietro, anziché andare avanti e agire per migliorare la situazione.

L’attuale amministrazione avrebbe potuto porre come condizione, per il rinnovo dei finanziamenti, l’annullamento dell’Unrwa e la sua sostituzione con un’agenzia dedicata all’assistenza temporanea dei palestinesi, che agisse per risolvere il problema dei “profughi” palestinesi (e dei loro discendenti), non per perpetuarlo all’infinito: un’agenzia che sarebbe espressamente provvisoria, che richiederebbe un budget limitato e la cui gestione dovrebbe essere assolutamente trasparente.

La precedente amministrazione degli Stati Uniti aveva cercato di pensare fuori dagli schemi. L’amministrazione attuale, intrappolata in una visione politica già smentita dai fatti, preferisce seppellire se stessa e l’intero Medio Oriente in uno schema vecchio e fallimentare.

(Da: Israel HaYom, 9.4.21)