Se subentrano i rivali di Arafat

Nei giorni scorsi si sono uditi commenti insultanti nei confronti di Abu Mazen e Dahlan nelle piazze palestinesi.

image_437Sebbene Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e Mohammad Dahlan cerchino di minimizzare l’incidente avvenuto l’altra sera a Gaza smentendo che si sia trattato di un tentativo d’attentato, la teoria che va per la maggiore fra i palestinesi è che si trattasse di un chiaro segno che vasti ambienti in Cisgiordania e Gaza si rifiutano di accettare Abu Mazen come erede di Yasser Arafat.
L’opposizione ad Abu Mazen e Dahlan prevale soprattutto fra la giovane guardia di Fatah, nota come Tanzim, e nella sua ala militare, le Brigate Martiri di Al Aqsa (che adesso si fanno chiamare Brigate Arafat). Costoro, insieme a tanti altri nei territori, hanno assistito allo scontro degli ultimi due anni fra Arafat e il duo Abu Mazen-Dahlan, sfociato nelle dimissioni di Abu Mazen da primo ministro palestinese poco più di un anno fa. In seguito a quello scontro, Abu Mazen troncò tutti i rapporti con Arafat per quasi un anno, mentre a Gaza Dahlan si faceva una fama come di qualcuno che criticava Arafat quasi apertamente. Le critiche furono accompagnate nell’ultimo anno da scoppi di violenza fra gli uomini di Dahlan e i capi dei servizi di sicurezza palestinesi leali ad Arafat, al comando di Mussa Arafat e Ghazi Jibali.
L’impressione oggi, nei territori, è che gli avversari di Arafat ne stiano prendendo il posto, col rischio di scatenare furibonde reazioni in Cisgiordania e a Gaza. Gli studenti dell’università Bir Zeit, ad esempio, hanno marciato per le vie di Ramallah all’indomani della morte di Arafat gridando “No a Dahlan e no ad Abbas (Abu Mazen), Abu Amar (Arafat) è il fondamento”. Intendendo che coloro che succedono ad Arafat devono seguire la strada da lui indicata e non devono scaturire dalle fila dei suoi oppositori.
È corretto presumere che l’opposizione ad Abu Mazen e Dahlan sia più forte a Gaza che in Cisgiordania, giacché nella striscia la lotta di potere intestina di Fatah è più accanita. Yasser Arafat esercitava una funzione di equilibrio fra rivali all’interno di Fatah a Gaza e ora, senza Arafat, l’equilibrio nella striscia è minacciato e c’è il rischio che la violenza aumenti.
Nei giorni scorsi si sono uditi commenti insultanti nei confronti di Abu Mazen e Dahlan nelle piazze delle città palestinesi. Abu Mazen viene accusato d’essere troppo incline alla capitolazione e al compromesso, quando non espressamente d’essere un “servo” di Stati Uniti e Israele, anche solo perché è stato il primo e unico importante leader palestinese che abbia criticato la “militarizzazione” dell’intifada.

(Danny Rubenstein su Ha’aretz, 15.11.04)

Nella foto in alto: Abu Mazen portato in salvo domenica sera dalle sue guardie dopo l’attacco subito da terroristi palestinesi a Gaza.