Secondo Abu Mazen, assassinare israeliani è una forma di lotta “pacifica”

La realtà alla rovescia della (micidiale) retorica palestinese

Di Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik

Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik, autori di questo articolo

Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik, autori di questo articolo

Una recente dichiarazione di Abu Mazen spiega come mai il presidente dell’Autorità Palestinese non ha condannato neanche uno dei 22 omicidi di israeliani perpetrati in questi ultimi due mesi di terrorismo palestinese, benché continui ad affermare davanti alla comunità internazionale di essere contrario al terrorismo.

Parlando dell’attuale ondata di aggressioni palestinesi, che al momento di questa dichiarazione di Abu Mazen aveva già causato l’assassinio a sangue freddo di 14 israeliani e il ferimento di altri 167 nel corso di 65 attentati all’arma bianca e 8 attentati con armi da fuoco, Abu Mazen ha affermato alla tv dell’Autorità Palestinese che tutto questo rappresenta una “rivolta pacifica”.

Abu Mazen: “Nessuno ha invocato questa rivolta, nessuno l’ha sollecitata. Essa scaturisce dal cuore dei giovani … Abbiamo detto a tutti che noi vogliamo una sollevazione popolare pacifica, ed è di questo che si tratta. Di questo si tratta. E comunque, l’aggressione coi proiettili è venuta dagli israeliani”. [Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 16.11.15]

Dunque, secondo Abu Mazen quando dei palestinesi uccidono a sangue freddo una coppia di genitori israeliani davanti gli occhi dei figli, o uccidono dei minorenni israeliani, o uccidono un padre insieme al figlio, non sono da condannare come atti di terrorismo perché si tratta di una espressione “pacifica”. Di conseguenza, quando gli israeliani uccidono coloro che armati di coltelli o armi da fuoco cercano di assassinare “pacificamente” dei cittadini israeliani, gli “aggressori” sono gli israeliani.

Lo stesso Abu Mazen ammette apertamente d’aver esortato “tutti” a queste violenze da lui orwellianamente definite “pacifica sollevazione popolare”. Dice infatti: “Abbiamo detto a tutti che vogliamo una sollevazione popolare pacifica, ed di questo che si tratta”.

Da quando Abu Mazen ha pronunciato queste parole di pubblico sostegno alle aggressioni terroristiche, altri otto cittadini israeliani sono stati uccisi, 48 sono stati feriti e vi sono stati altri 43 tentativi di assassinio.

Una delle tante occasioni a cui fa riferimento Abu Mazen nelle quali l’Autorità Palestinese ha esortato i palestinesi a partecipare alla presunta “rivolta pacifica” è senza dubbio il discorso che lo stesso Abu Mazen tenne lo scorso 16 settembre in cui definiva “benedetto” il sangue versato per impedire agli ebrei di “profanare” la moschea di al-Aqsa salendo con i loro “sozzi piedi” al Monte del Tempio di Gerusalemme. Questa “profanazione di un luogo sacro islamico” è stata il pretesto utilizzato dall’Autorità Palestinese per scatenare e alimentare la campagna di terrorismo tuttora in corso.

La giustificazione degli omicidi da parte di Abu Mazen può anche spiegare come mai un membro del Comitato Esecutivo dell’Olp come Mahmoud Ismail abbia definito “adempimento del dovere nazionale palestinese” l’assassinio a freddo di Eitan e Naama Henkin davanti ai loro quattro figli.

Durante questi due mesi di quotidiani attacchi terroristici palestinesi contro israeliani, Abu Mazen non ha mai condannato neanche un attentato. Nello stesso periodo ha ritenuto doveroso condannare ufficialmente l’assassinio di cittadini francesi, russi, libanesi e giordani definendoli vittime del terrorismo. Si vedano le singole citazioni (in inglese).

Abu Mazen ha anche fatto una dichiarazione generale: “Condanniamo ogni forma di terrorismo, e prendiamo sempre posizione contro di esso” (Da: Al-Hayat Al-Jadida, 15.11.15). Ma si è dimenticato di aggiungere: A meno che le vittime siano israeliane e i terroristi siano palestinesi, perché in questo caso l’assassino è “pacifico”.

(Da: PMW Bulletin, 1.12.15)