Sei giorni, cinquant’anni fa

Il primo di 12 sintetici video con cui ripercorrere, tappa dopo tappa, i fatidici eventi relativi alla guerra arabo-israeliana del giugno 1967

Esattamente 50 anni fa, nel maggio 1967, Israele fu sul punto di essere distrutto. A soli diciannove anni dalla sua nascita, il nuovo stato ebraico si trovò ad affrontare quattro eserciti arabi decisi a cancellarlo dalla carta geografica. Dopo un massiccio concentramento militare arabo su tutti i confini e settimane di traumatica escalation che avevano profondamente logorato la società israeliana, la guerra vera e propria scoppiò il 5 giugno. Contro ogni aspettativa, Israele lasciò ammutolito il mondo intero quando, in soli sei giorni, respinse e sconfisse gli eserciti arabi conquistando nuovi strategici territori. Quegli eventi diedero inizio a molti dei dilemmi che Israele si trova ad affrontare ancora oggi. Proponiamo oggi la prima puntata di una serie di 12 sintetici filmati che, nell’arco delle prossime quattro settimane, faranno rivivere quei drammatici eventi negli stessi giorni in cui ebbero luogo, cinquant’anni fa.

 

Video 1: La situazione di Israele nel maggio 1967

Traduzione. La guerra del sei giorni del 1967 è stata un evento chiave nella storia del Medio Oriente. Nelle settimane che precedettero la guerra quattro eserciti arabi si radunarono a ridosso dei confini di Israele minacciando apertamente l’annientamento dello stato ebraico. Invece, in soli sei giorni Israele respinse quegli eserciti e conquistò nuovi territori che lo resero molto meno vulnerabile rispetto ad attacchi futuri. Dopo la guerra, Israele offrì di cedere la maggior parte di quei territori in cambio della pace con i paesi arabi, ma questi si rifiutarono di negoziare la pace con Israele. Molti dei dilemmi che Israele si trova oggi ad affrontare hanno origine in quel momento cruciale. In questa serie di video, che andranno on-line nell’arco del prossimo mese, ripercorreremo quei drammatici eventi che ebbero luogo esattamente cinquant’anni fa.

Nel maggio 1967 Israele si trovava in una posizione precaria. Non era il paese forte che è oggi. Solo 19 anni prima era sopravvissuto a malapena alla sua guerra d’indipendenza. In quella guerra, cinque eserciti arabi avevano simultaneamente invaso il territorio nel tentativo di impedire la nascita di uno stato ebraico. Tuttavia gli israeliani si erano difesi ed erano riusciti a ripristinare la propria sovranità nella loro antica patria, creando uno stato nazionale per il popolo ebraico dopo duemila anni di esilio e ricorrenti persecuzioni.

La guerra d’indipendenza era terminata nel 1949, ma il rifiuto arabo di Israele aveva continuato a generare attacchi terroristici su tre confini: al confine nord di Israele, dalle alture del Golan, i siriani bombardavano regolarmente le comunità ebraiche nella vallata sottostante; a sud e a est, terroristi arabi dalla striscia di Gaza sotto controllo egiziano e dalla Cisgiordania sotto controllo giordano si infiltravano regolarmente attraverso il confine effettuando attacchi contro civili che causarono la morte di più di 400 israeliani nel corso di 19 anni. Nel suo punto più stretto Israele era largo solo 14 chilometri ed era vulnerabile rispetto un attacco dalla Giordania che avrebbe potuto tagliare a metà il paese. Anche il suo approvvigionamento idrico era sotto minaccia. A cominciare dal 1964 i siriani avevano cercato di deviare le sorgenti della vitale fonte d’acqua d’Israele, il fiume Giordano.

L’11 maggio 1967, dopo una serie di attacchi terroristici, il Segretario Generale dell’Onu U Thant affermò che gli attacchi contro Israele erano “deprecabili, insidiosi, contrari alla lettera e allo spirito degli accordi d’armistizio e una minaccia alla pace nell’area”. Israele aveva fronteggiato queste minacce sin dalla sua nascita. Molto prima della guerra dei sei giorni, e prima che Israele avesse il controllo della Cisgiordania, i suoi vicini arabi avevano rifiutato il diritto di Israele di esistere. Per il mondo arabo, i confini di Israele – le linee di cessate il fuoco del 1949 – non erano altro che il punto in cui la guerra era stata sospesa, per essere ripresa in qualunque momento. Quel momento si stava avvicinando.
(Da: Jerusalem U, 17.5.17)

Video 2: Egitto espelle i caschi blu dell’Onu (14-18 maggio 1967)