Antisemitismo in forte aumento, con la pandemia che risveglia le più viete calunnie dell’odio anti-ebraico

Già il 2019 aveva visto un’impennata del 18% nelle manifestazioni fisiche di antisemitismo

Candele e fiori di fronte alla sinagoga di Halle (Germania) dopo il letale attentato di Yom Kippur. Il cartello dice: “Ebrei ad Halle – Restiamo al vostro fianco! Non siete soli”

Un team di ricercatori israeliani ha riferito lunedì che l’epidemia globale di coronavirus sta provocando un aumento delle espressioni antisemite che incolpano gli ebrei per la diffusione della malattia e per la recessione economica che essa sta causando.

I risultati, inclusi nel rapporto annuale sull’antisemitismo approntato da ricercatori dell’Università di Tel Aviv, mostrano che già l’anno scorso si era avuta un’impennata del 18% rispetto all’anno precedente nel numero di manifestazioni fisiche di antisemitismo contro persone e proprietà ebraiche in varie parti del mondo. In totale, nel 2019 ci sono stati 456 incidenti di questo tipo. Non solo minacce violente, ma anche 169 aggressioni fisiche contro ebrei, 129 attacchi contro proprietà personali, 77 attacchi contro cimiteri e siti commemorativi, 53 attacchi contro sinagoghe e 28 contro centri e scuole delle comunità ebraiche. Nel 2019, sette ebrei sono stati uccisi in incidenti antisemiti mentre gli attacchi fisici contro persone ebree vedevano un aumento del 22%. Non solo è aumentata la quantità in generale degli incidenti, ma è aumentata in particolare la quantità delle loro forme più gravi.

Sebbene questi dati non comprendano le statistiche del 2020, il rapporto avverte che, a quanto risulta fin qui, la pandemia in corso minaccia di amplificare ulteriormente l’istigazione all’odio anti-ebraico. I ricercatori affermano che tale istigazione all’odio proviene da fonti diverse: politici europei di destra, pastori cristiani americani ultra-conservatori, intellettuali anti-sionisti, fondamentalisti islamici, autorità statali iraniane.

Minaccia antisemita a Pomezia (Italia)

Anche un rapporto preparato dal ricercatore Eli Nahum per l’Organizzazione mondiale sionista conferma che il primo trimestre del 2020 ha visto un forte incremento degli incidenti antisemiti in tutto il mondo.

“Dall’inizio della pandemia covid-19, si è registrato un aumento significativo delle accuse secondo cui gli ebrei, sia come individui sia come collettivo o come stato ebraico, sarebbero dietro alla diffusione del virus o ne trarrebbero direttamente profitto – ha spiegato Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, un ente-ombrello che rappresenta le comunità ebraiche in tutto il continente – Il linguaggio e le immagini utilizzate indicano chiaramente un revival delle ‘calunnie del sangue’ di stampo medievale, quando gli ebrei venivano accusati di diffondere malattie, avvelenare pozzi o controllare le economie”.

Questo meme circolato sul web tra febbraio e marzo utilizza la classica rappresentazione antisemita dell’ebreo per accusare gli ebrei di speculare sul coronavirus

Il Centro Kantor per lo studio dell’ebraismo europeo contemporaneo dell’Università di Tel Aviv pubblica il suo rapporto ogni anno, alla vigilia di Yom HaShoà, la giornata dedicata in Israele alla memoria delle vittime e degli eroi dell’Olocausto che quest’anno cade martedì 21 aprile.

I ricercatori affermano che l’aumento del 18% della violenza antisemita nel 2019 prosegue una crescita costante registrata negli ultimi anni, e che la reazione carica di odio al coronavirus e alla malattia covid-19 da esso provocata costituisce la continuazione di un’antica forma di antisemitismo che consiste nell’incolpare gli ebrei ogni volta che “le cose vanno male”. Hanno infatti registrato espressioni come attribuire la fonte del virus agli ebrei che respingono Cristo, o accusare gli ebrei di perpetrare la diffusione del virus al fine di trarre profitto dai vaccini che loro stessi in definitiva avrebbero creato per combatterlo.

L’FBI dal canto suo ha messo in guardia dagli appelli provenienti da circoli neonazisti statunitensi e da suprematisti bianchi i quali, all’opposto, esortano a diffondere il contagio tra gli ebrei per colpirli.

Kantor segnala che questo virus ha tutta la potenzialità di innescare un’ondata di estremismo populista simile a quella che scoppiò dopo la Grande Depressione del 1929 e che contribuì, fra l’altro, all’ascesa del nazismo.

“Forza, diffonditi in Israele”

Il drammatico avvertimento giunge dopo un altro anno difficile per gli ebrei, culminato in ottobre nel letale attentato di Yom Kippur contro una sinagoga nella città tedesca di Halle. Nel 2019 la Germania ha registrato una media di cinque incidenti antisemiti al giorno.

Un recente sondaggio condotto dall’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali ha rilevato che quattro ebrei europei su 10 di età inferiore ai 60 anni hanno preso in considerazione di emigrare a causa dell’aumento dell’antisemitismo. Dal sondaggio risulta inoltre che otto ebrei europei su 10 ritengono che l’antisemitismo sia un serio problema nei loro rispettivi paesi.

Numerosi governi hanno adottato misure addizionali a tutela degli ebrei. Oltre 20 paesi hanno ufficialmente adottato la definizione operativa di antisemitismo redatta dalla International Holocaust Remembrance Alliance. Il Consiglio dei Ministri italiano l’ha adottata lo scorso 17 gennaio. Nel 2019 è stato inoltre firmato un Codice di condotta contro i discorsi illegali di odio sul web, e piattaforme internet come Facebook Twitter e YouTube hanno perlomeno promesso di scansionare il materiale identificato come tale e rimuoverlo entro 24 ore.

La scritta dice: “Sionismo, il più letale virus sulla Terra”

Parlando alla conferenza stampa di presentazione del rapporto, la professoressa Dina Porat, che è a capo del Centro Kantor ed è anche la principale storica di Yad Vashem, ha confermato che molti governi nel mondo stanno facendo sforzi per contrastare l’ascesa dell’antisemitismo, ma ha aggiunto che purtroppo, nonostante questi sforzi, gli episodi di antisemitismo continuano ad aumentare.

Israele, ha commentato la ministra israeliana per la Diaspora Tzipi Hotovely, deve prepararsi a un afflusso di immigrati dovuto alla crisi da coronavirus. “L’ebraismo mondiale sta affrontando una nuova realtà a causa del coronavirus – ha detto Hotovely – C’è un risveglio tra le comunità e dobbiamo prepararci a un’ondata di aliyà (immigrazione ebraica) in Israele, ed essere pronti a offrire una casa accogliente a ogni ebreo in un momento così difficile”.

(Da: Times of Israel, YnetNews, Jerusalem Post, 20.4.20)