Fino a domenica sera sono stati rilasciati circa 40 israeliani deportati a Gaza da Hamas come ostaggi, mentre veniva scarcerato un numero circa tre volte maggiore di palestinesi detenuti per reati contro la sicurezza.
Jibril Rajoub, Segretario generale del Comitato Centrale di Fatah, domenica ha giustificato il massacro perpetrato da Hamas in Israele il 7 ottobre definendolo un atto “nel contesto della guerra difensiva che il nostro popolo sta conducendo”.
Come mai non si sono mai visti cortei di centinaia di migliaia di persone, università occupate, bandiere palestinesi appese dappertutto, persino sulla Torre di Pisa, quando i palestinesi venivano massacrati da Assad in Siria?
Oded Rahav: Possiamo tutti convenire su una cosa. L’umanità è un unico organismo, siamo tutti connessi. Ciò che accade in una parte del mondo influenza l’altra parte del mondo.
Due palestinesi sono stati assassinati venerdì nella città di Tulkarem e un terzo a Jenin, entrambe località della Cisgiordania sotto Autorità Palestinese, perché accusati di collaborare con Israele.
La nostra forza è anche la nostra debolezza. Questo è ciò che penso da quando è diventato realistico l’accordo per il rilascio di alcuni ostaggi, per ora donne e bambini.
Sabato 25 novembre è la Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per l'eliminazione della violenza contro le donne, e Israele lancia una campagna internazionale di sensibilizzazione sulla tragedia delle donne che sono state vittime di stupri, violenze sessuali, linciaggi, rapimenti e omicidi ad opera dei terroristi palestinesi di Hamas durante la carneficina perpetrata in Israele lo scorso 7 ottobre.
"Infine, il 20 ottobre la grande agenzia Onu “Un Women” si è espressa: un documento che esprime preoccupazione per le donne palestinesi sfollate, senza una parola per le donne ebree sfollate, quelle che hanno avuto famigliari uccisi o rapiti, per le ragazze stuprate e umiliate
Sin dall'inizio della guerra contro Hamas, Eylon Levy si è adoperato per spiegare la posizione di Israele ai media stranieri, con il suo inglese dall’accento britannico, per conto della Direzione Diplomazia pubblica dell'ufficio del primo ministro. E gli sono state poste un sacco di domande stupide.