Sezione: Attualità

Quella visita di Re Carlo III d’Inghilterra che potrebbe demolire il mito della Gerusalemme est araba e palestinese

Qualsiasi evento richiami l’attenzione sul Monte degli Ulivi è un disastro per la propaganda palestinese perché ricorda al mondo che uno dei siti religiosi ebraici più importanti e antichi si trova proprio a Gerusalemme est

Di Stephen M. Flatow

L'ascesa al trono britannico del principe Carlo, ora re Carlo III, potrebbe essere un problema per i sostenitori della causa araba palestinese. In effetti, il forte legame del nuovo re con un importante luogo sacro ebraico a Gerusalemme est potrebbe focalizzare l'attenzione su un tema che gli arabi preferiscono di gran lunga evitare.

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Regola numero 1: dare sempre la colpa agli ebrei, attribuire loro ogni possibile nefandezza

Sulle tv palestinesi e siriane, falsità distorsioni e spudorato negazionismo per alimentare odio e calunnie

Per l’Autorità Palestinese e i suoi organi d’informazione la verità non ha molta importanza. Ciò che conta è inculcare nei palestinesi in modo martellante il messaggio che israeliani ed ebrei sono la radice di tutti i mali. Un esempio che ricorre ogni anno è l'incendio doloso nella moschea di al-Aqsa nel 1969.

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Biden ha ragione quando respinge lo stato palestinese al Consiglio di Sicurezza

Quattro buoni motivi per cui al momento gli Stati Uniti non riconoscono, e non devono riconoscere, uno stato palestinese

Di James Sinkinson

A fine agosto i palestinesi hanno annunciato che intendono chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il pieno riconoscimento dello stato palestinese. L'amministrazione Biden ha prontamente chiesto al presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen di abbandonare l'idea, minacciando di porre il veto

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In Iran dovevamo declamare “morte a Israele”, ma sognavamo la libertà

"Quando ho avuto l'opportunità di raccontare al primo ministro israeliano qualcosa del mio paese di nascita, ecco ciò che ho scelto di condividere con lui"

Di Marjan Keypour Greenblatt

"Mi dica qualcosa che non so sull'Iran". La domanda mi ha molto colpito visto che arrivava da Yair Lapid, il primo ministro ad interim d’Israele, mentre ci trovavamo nella piccola sala conferenze accanto al suo ufficio a Gerusalemme.

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Il soldato verosimilmente responsabile della morte di Abu Akleh era convinto di mirare a un terrorista armato

Israele ha condotto un'indagine approfondita e completa sull’uccisione della giornalista di al-Jazeera, ma l’asimmetria mediatica della vicenda garantisce che le accuse di “assassinio intenzionale” verranno rilanciate all’infinito

Ci sono voluti quasi quattro mesi, ma lunedì le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso le conclusioni della loro indagine sull'uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh: conclusioni – scrive Amos Harel su Ha'aretz – che appaiono come la cosa più ragionevole che si potesse pensare sin dal primo giorno dopo la tragedia.

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Ciò che davvero impedisce la pace

La celebrazione di stragi di ebrei perpetrate vent’anni prima dello stato d’Israele mostra quanto è ancora radicato il rifiuto palestinese di riconoscere la storia autoctona del popolo ebraico in Terra d'Israele

Di Emily Schrader

L'Autorità Palestinese è nota per la sua celebrazione del terrorismo: intitola piazze e scuole nel nome di assassini, versa vitalizi ai terroristi e alle loro famiglie premiandoli per le loro imprese di sanguinosa violenza, distribuisce dolci per le strade per festeggiare stragi e attentati.

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Sopravvissuto alla Shoà, scampato alla strage delle Olimpiadi di Monaco

Shaul Ladany, rinchiuso da bambino a Bergen-Belsen e sfuggito per un soffio ai terroristi palestinesi: “Noi siamo ancora qui: non solo come individui, ma anche come paese"

Lo chiamano il sopravvissuto estremo: Shaul Ladany è sopravvissuto a un campo di concentramento nazista ed è scampato al massacro di 11 suoi compagni atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972.

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Affermare che Israele non ha diritto di esistere rimane la massima priorità dell’Autorità Palestinese. E questo è un problema

La mobilitazione a difesa delle menzogne di Abu Mazen sui “50 Olocausti” ha messo ancora una volta in luce i "sette pilastri" della falsa narrativa palestinese

Di Yossi Kuperwasser

Nel trambusto generato dalle sue recenti dichiarazioni sui "50 Olocausti" che Israele avrebbe compiuto contro i palestinesi, il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen ha trovato sostegno praticamente universale da parte delle istituzioni palestinesi e del palestinese “della strada".

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Il brutto volto antisemita del sostegno pro-palestinese

Di fronte alla fandonia di Abu Mazen sui "50 Olocausti" commessi da Israele, il cancelliere Scholz è rimasto senza parole: si vede che non ha mai letto nemmeno una parte della tipica retorica filo-palestinese sui social network

Di Fred Maroun

Alcuni giorni fa il governo canadese ha tagliato i fondi a un cosiddetto gruppo antirazzismo dopo che è stato rivelato che un membro del gruppo aveva pubblicato materiale antisemita sui social network. Il membro in questione, il "consulente senior" Laith Marouf, aveva twittato: "Conoscete tutti quei sacchi di feci umane starnazzanti, vale a dire i suprematisti bianchi ebrei.

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