Avishai Yehezkel stava facendo una passeggiata con il suo bambino, Yaakov Shalom stava tornando a casa dai suoi quattro figli, Victor e Dima stavano rincasando dopo una dura giornata come lavoratori stranieri, Amir si è precipitato a salvare vite umane in quanto agente di polizia. Sono tutti morti
Israeliani e palestinesi hanno atteggiamenti assai diversi rispetto alla devastante guerra che la Russia sta conducendo in Ucraina, e le opinioni espresse dalla maggior parte degli intervistati di ciascuna parte smentiscono l’automatismo dei cliché proposti dalla propaganda anti-israeliana
Il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen ha dovuto essere minacciato perché si decidesse a pronunciare una riluttante condanna dell'attacco terroristico a Bnei Brak, e comunque non ha mai condannato i due precedenti attentati a Beersheba e Hadera.
Non appena ha iniziato a circolare sui social network la notizia di un nuovo attacco terroristico, un buon numero di media e account di social network palestinesi in lingua araba hanno iniziato a festeggiare. Affermavano che erano stati uccisi dei "coloni".
L'attacco terroristico di domenica sera a Hadera, in coincidenza con il summit di ministri degli esteri arabi e israeliano nel Negev, ha gettato un'ombra cupa su quella che doveva essere la festosa apertura di un incontro senza precedenti.
Tra domenica sera e lunedì ha luogo, nel sud di Israele, uno storico vertice regionale con la partecipazione dei rappresentanti di Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco, cui si aggiungerà l’Egitto.
Neonazisti e suprematisti bianchi condividono sui social network le loro reazioni alla guerra Russia-Ucraina, che vanno dalla condanna del conflitto come un "complotto ebraico anti-bianchi" al pieno sostegno per l'aggressione all'Ucraina fino all'auspicio di una guerra nucleare contro l'Occidente.