Chiunque abbia prestato attenzione al conflitto arabo-israeliano negli ultimi vent’anni sa bene che coloro che fanno propaganda a favore della causa araba palestinese cercano regolarmente di impadronirsi di ogni altra causa o crisi nel mondo e piegarla alla loro narrazione su Israele e palestinesi.
Molte sono le lezioni che si possono trarre dall'invasione russa dell'Ucraina. Tra le più evidenti c'è questa: gli autocrati vanno presi in parola, perché intendono fare davvero quello che dicono.
Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso lunedì nuovi particolari riguardanti il programma di droni militari di Teheran, pubblicando filmati di aerei israeliani che abbattono diversi velivoli teleguidati iraniani.
Come altre voci progressiste, la star della CNN Christiane Amanpour è molto arrabbiata con Israele perché non si è schierato apertamente senza se e senza ma dalla parte degli Stati Uniti contro la Russia.
Dai più furibondi calunniatori anti-israeliani, come Maureen Clare Murphy di Electronic Intifada, ai più compassati denigratori d’Israele in prima serata, come Mehdi Hasan di MSNBC, le truppe della propaganda filo-palestinese in servizio permanete effettivo hanno già iniziato a usare l'invasione russa dell'Ucraina per cercare di guadagnare punti contro Israele.
In tutto il Medio Oriente i paesi stanno camminando in punta di piedi, cercando di non fare rumore. Dopotutto, quando Putin ruggisce è meglio mettersi al riparo e aspettare che passi la buriana.
Lo scorso fine settimana si è tenuta la cena annuale del Consiglio di Rappresentanza delle Istituzioni Ebraiche di Francia (un'organizzazione ombrello di gruppi che rappresentano gli ebrei francesi).
Per molti versi, questa settimana abbiamo assistito alla morte del diritto internazionale. Non che l'invasione russa dell'Ucraina abbia posto fine all'esistenza del diritto internazionale né al suo posto nei dibattiti pubblici tra i paesi occidentali.
Sin dalla sua nascita, Israele è stato oggetto di una raffica costante di campagne di delegittimazione. Dai dittatori arabi agli antisemiti mascherati da “attivisti per i diritti umani”, il diritto di esistere dello stato ebraico è stato costantemente messo in discussione.
Chi faceva notare che equiparare Israele all’apartheid sudafricano è ridicolo e non offende solo Israele ma anche le vittime del vero apartheid, si sentiva rispondere che oggi per il “diritto internazionale” la parola apartheid vuol dire altro e ha poco o nulla a che fare col segregazionismo razzista.