Naomi Perlman, una 91enne sopravvissuta alla Shoà e residente ad Ashkelon, nel sud di Israele, è morta domenica a causa delle gravi ferite riportate lo scorso 10 maggio quando la sua casa venne colpita in pieno da un razzo di Hamas lanciato dalla striscia di Gaza.
No, Amnesty. Israele non pratica l'apartheid contro i palestinesi: non lo fa, come ridicolmente sostiene l’ultimo calunnioso rapporto di Amnesty, all’interno di Israele stesso; non lo fa nella striscia di Gaza gestita da Hamas; e nemmeno nella realtà profondamente problematica della Cisgiordania
Sono un arabo israeliano cresciuto a Nazareth e il recente rapporto di Amnesty International cerca di distorcere la mia identità. Il documento di oltre 200 pagine fa costantemente riferimento a un "apartheid" contro i "cittadini palestinesi d'Israele", senza fare distinzione tra arabi israeliani e palestinesi.
Amnesty International ha una lunga storia di accuse malevolmente false contro Israele e in passato ha già dovuto scusarsi per i fantasiosi tweet anti-israeliani postati dalla sua leader, Agnès Callamard
Il nuovo rapporto di Amnesty International che etichetta Israele come "apartheid", sia all'interno di Israele pre-67 che in Cisgiordania, non solo non contribuisce affatto alla costruzione della pace e alla soluzione del conflitto tra Israele e i palestinesi, ma anzi mina la possibilità che vengano utilmente affrontate alcune critiche che muove a specifiche azioni e politiche israeliane
Un rapporto di Amnesty International in uscita martedì etichetta Israele come uno stato di apartheid allo scopo di criminalizzare l'esistenza stessa dello stato come patria nazionale del popolo ebraico.
Molti palestinesi hanno lanciato una campagna sui social network per protestare contro il governo di Hamas sulla striscia di Gaza, accusando il movimento islamista d’essere responsabile della povertà, della disoccupazione e delle dure condizioni economiche e umanitarie.
Di recente il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid ha messo in guardia dalle implicazioni "tossiche" e "velenose" della campagna globale guidata dall'Olp volta a diffamare Israele come uno “stato di apartheid”
Ottant'anni fa, nella villa di Wannsee, l'élite nazista emise una condanna a morte contro milioni di ebrei europei, mettendo in moto in modo pianificato il processo che avrebbe portato al più spietato omicidio di massa nella storia dell'umanità.
Qualunque persona minimamente informata su storia e cronaca del conflitto israelo-palestinese resta semplicemente senza parole di fronte a queste affermazioni fatte alla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese dal conduttore televisivo Nasser Al-Lahham