Lo sanno tutti. Le ricorrenti, ossessive campagne per boicottare Israele, per espellerlo dagli enti internazionali, per condannarlo davanti ai “tribunali” delle Nazioni Unite, per dipingerlo come uno stato che pratica l’apartheid, per isolarlo e diffamarlo davanti all’opinione pubblica mondiale non migliorano di una virgola la condizione degli arabi palestinesi
Certamente animati dalle migliori intenzioni (il che talvolta comporta l’aggravante della stoltezza), nella parrocchia dell’ameno paesino di Ambivere, in provincia di Bergamo, si sono inventati un toccante memoriale dedicato ai morti della guerra di Gaza.
In un editoriale sul Corriere della Sera del 14 agosto, l’ottimo Giovanni Belardelli si interroga sulla “singolare schizofrenia” di cui sembrano preda “le autorità e le opinioni pubbliche dei paesi occidentali” visto il “ritardo con cui hanno preso atto” dei crimini e dei massacri inenarrabili che si stanno consumando contro minoranze cristiane, curde e yazidi nell’Iraq conquistato dall’ISIS
Circola da molto tempo quella che vorrebbe essere una sintetica e definitiva narrazione della “questione palestinese” costruita accostando quattro mappe storiche in ordine cronologico
Innovare grafica e contenuti per fare di israele.net uno strumento sempre più agile, utile e aggiornato, con particolare attenzione agli interessi e alle richieste del pubblico più giovane. Con questo obiettivo l’Associazione israele.net-Notizie e Stampa, editore sin dal 2000 del sito www.israele.net, ha lanciato nei mesi scorsi un programma di rinnovamento generale
Per una volta dobbiamo dare atto alla stampa che è stata corretta. Correttamente, infatti, tutta la stampa NON ha riportato il discorso all’Onu che Abu Mazen effettivamente NON ha fatto. In quel discorso il presidente dell’Autorità Palestinese avrebbe potuto dire, più o meno: Egregi signori, oggi vi chiediamo di riconoscerci come stato di Palestina anche […]
Mai usare il termine “Israele”, ma sempre e solo locuzioni come “il colonialismo israeliano”. Usare “Israele” senza aggettivi, infatti, è dannoso perché dà l’idea che Israele sia “uno stato naturale” la cui esistenza sarebbe ovvia e scontata come quella di tutti gli altri: significa accettare che “la natura dell’impresa sionista sia quella dell’autodeterminazione e indipendenza […]
Sulle prime abbiamo pensato a un lapsus. Quando, nell’evocare la tragedia dei tre bambini assassinati lunedì nella scuola ebraica di Tolosa, l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton ha voluto ricordare “ciò che è accaduto in Norvegia l’anno scorso, ciò che sta accadendo in Siria e ciò che vediamo accadere nella striscia di […]
All’indomani dello scambio Shalit/detenuti palestinesi – ci dicono – alcuni ascoltatori hanno telefonato a “Radio Anch’io” (RadioUno, 19.10.11) esprimendo indignazione per la sproporzione del baratto: “Questi – hanno tuonato – sono peggio dei nazisti, che facevano uno a dieci, mentre qui fanno uno a mille”. Cerco di capire: i nazisti i dieci (innocenti) li ammazzavano […]
Rispondendo (sul Corriere della Sera del 20.10.11) a uno sprovveduto lettore (che spera addirittura che lo scambio Shalit/terroristi possa “disincentivare ulteriori rapimenti e incarcerazioni”, quando tutti capiscono che semmai è vero il contrario), Sergio Romano sottoscrive pienamente l’equiparazione fra il soldato israeliano usato come ostaggio e i detenuti palestinesi processati e condannati per reati penali […]