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Palestinesi di Jabaliya, nel nord della striscia di Gaza, e di Rafah, nel sud, sono scesi in piazza martedì sera per protestare contro i capi di Hamas. Dall’inizio del conflitto si sono registrati diversi casi di proteste da parte di residenti di Gaza contro l’organizzazione terroristica. Filmati diffusi sui social network palestinesi mostrano i residenti che gridano “Abbasso Hamas” e inveiscono contro il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, contro il capo dell’ufficio politico dell’organizzazione, Ismail Haniyeh, che continua a vivere nel lusso in Qatar, e contro Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano. In entrambe le località, le forze di sicurezza di Hamas avrebbero aperto il fuoco sulla folla causano almeno un morto e diversi feriti. Tre dei video sono stati postati su X dal portavoce in lingua araba delle Forze di Difesa israeliane, Avichay Adraee. Clicca per i video

In una lettera inviata all’ufficio del procuratore militare, l’avvocata generale militare israeliana Yifat Tomer-Yerushalmi ha scritto d’aver riscontrato tra i soldati a Gaza “alcuni casi di condotta impropria che si discosta dai valori e dagli ordini delle Forze di Difesa israeliane”. La lettera fa riferimento a casi di dichiarazioni inappropriate, uso della forza ingiustificato dal punto di vista operativo, uso o rimozione di proprietà private per scopi non operativi, danneggiamenti di proprietà civili contrariamente agli ordini”. Secondo Tomer-Yerushalmi, alcuni incidenti vanno oltre l’ambito disciplinare e sconfinando nel reato. Tomer-Yerushalmi aggiunge che “queste azioni e dichiarazioni, da parte di individui che non rappresentano la generalità, sono contrarie al carattere professionale, morale e dignitoso delle Forze di Difesa israeliane. Inoltre, causano danni strategici allo stato d’Israele e alle sue forze armate sulla scena internazionale la cui gravità non è possibile minimizzare”. Tomer-Yerushalmi afferma che i casi saranno oggetto di indagine, dopodiché l’ufficio del procuratore generale militare deciderà se e quando adottare misure disciplinari o penali.

I soldati delle Forze di Difesa israeliane in servizio nella striscia di Gaza hanno iniziato a votare per le elezioni municipali. In varie parti della striscia di Gaza sono stati allestiti dodici seggi elettorali affinché i soldati possano esercitare il loro diritto di voto nonostante si trovino in territorio nemico. I seggi rimarranno aperti fino al 27 febbraio, quando anche il resto del paese voterà per le elezioni municipali, originariamente previste per il 31 ottobre ma rinviate a causa dell’attacco di Hamas e della guerra. In tutto Israele, le Forze di Difesa apriranno 925 seggi elettorali militari, di cui circa 150 completamente mobili, per consentire il voto ai soldati, sia di leva che riservisti, che sono di stanza in località lontane da casa.

Soldati israeliani in servizio a un seggio elettorale militare appena allestito per le elezioni municipali (clicca per ingrandire)

“Chiedere un cessate il fuoco immediato e incondizionato senza un accordo che imponga a Hamas di rilasciare gli ostaggi non porterebbe a una pace duratura. Potrebbe invece estendere i combattimenti tra Hamas e Israele”. Lo ha detto martedì l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu Linda Thomas-Greenfield spiegando il veto opposto a una risoluzione avanzata dall’Algeria che ha visto il voto favorevole di 13 membri del Consiglio e l’astensione della Gran Bretagna. “Qualsiasi azione intrapresa da questo Consiglio in questo momento – ha aggiunto l’ambasciatrice Usa – dovrebbe aiutare, non ostacolare i delicati negoziati in corso. Noi crediamo che questa risoluzione in questo momento avrebbe, di fatto, un impatto negativo su tali negoziati”.

La municipalità di Tel Aviv-Giaffa e la Fondazione Tel Aviv hanno firmato un accordo con il Centro di riabilitazione Reut per costruire la più grande struttura di riabilitazione in Israele. Il campus ospiterà 12 reparti di degenza e 450 posti letto e fornirà anche servizi ambulatoriali. Il progetto da 850 milioni di shekel (232 milioni di dollari) richiederà sette anni per essere completato. È in corso la raccolta fondi, con il contributo di 200 milioni di shekel del Comune 250 milioni dal governo. Il resto verrà raccolto da donatori aziendali e individuali. La necessità di servizi di riabilitazione a lungo termine è drammaticamente aumentata in Israele dallo scoppio della guerra il 7 ottobre, con migliaia di israeliani feriti o mutilati.

Negli ultimi due giorni le Forze di Difesa israeliane hanno trovato a Gaza fondi di Hamas per un oltre miliardo di shekel (250 milioni di dollari), depositati in 12 casseforti presso la banca di Khan Yunis. A novembre i militari avevano annunciato il sequestro di oltre un milione di dollari in contanti di varie valute rinvenuti nelle roccaforti di Hamas. L’esercito ha incaricato una divisione speciale di prendere in custodia il denaro trovato nelle case dei terroristi di Hamas o nelle instillazioni del gruppo terrorista. Le forze israeliane hanno anche trovato buste provenienti dall’Iran piene di contanti, espressamente indirizzate al capo del gruppo terroristico Yayha Sinwar.

Buste di contanti inviate dall’Iran a Yayha Sinwa (clicca per ingrandire)

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“Non siamo qui per una carneficina, per vendette né tanto meno per un genocidio. Siamo venuti per sconfiggere un nemico spietato che merita un’amara sconfitta”. Lo afferma martedì il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Herzi Halevi, in un messaggio alle truppe. “Stiamo combattendo da oltre quattro mesi e abbiamo ancora molto da fare” scrive Halevi, aggiungendo che si tratta di “una guerra lunga e giusta: ogni mossa è molto importante, ogni conquista locale è parte del raggiungimento degli obiettivi della guerra. Fatelo con determinazione e professionalità”. “Ci comportiamo come esseri umani – continua la missiva – A differenza del nostro nemico, noi manteniamo la nostra umanità. Dobbiamo stare attenti a non usare la forza dove non è necessario, a distinguere tra un terrorista e chi non lo è, a non prendere nulla che non sia nostro, a non filmare video di vendetta. Non permetteremo al nemico di ottenere risultati sulla scena internazionale. Un vero combattente è colui i cui valori non cambiano di fronte a una realtà impegnativa”.

 

Una scultura di Amy Winehouse (1983-2011) a Camden, Londra nord, è stata vandalizzata lo scorso fine settimana con un adesivo della bandiera palestinese incollato a coprire la collana con Stella di David della defunta cantante. Commento dello scrittore israeliano Hen Mazzig: “Se non sopporti di vedere un simbolo dell’ebraismo su un memoriale dedicato a una cantante ebrea per via del tuo odio verso il governo d’Israele, forse la questione dell’antisemitismo e quella di Israele sono più collegate di quanto tu pensi”. L’ambasciatore israeliano in Norvegia e Islanda Avi Nir-Feldklein ha osservato: “Prima hanno trasformato Gesù in un palestinese, ora Amy Winehouse. Chi sarà il prossimo? Albert Einstein?”. Lo scorso dicembre, durante una protesta anti-Israele a New Haven, nel Connecticut, dei manifestanti avevano issato una bandiera palestinese su una menorah (candelabro) della festa ebraica di Hanukkah. Il gruppo StandWithUs ha scritto: “Quando il tuo movimento cancella i simboli ebraici e cerca di cancellare gli ebrei, forse dovresti chiederti cosa stai effettivamente sostenendo?”.

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Hamas ha lanciato un avvertimento ai civili di Gaza di non obbedire alle istruzioni delle Forze di Difesa israeliane di sgomberare dalle zone di combattimento del quartiere Zeitoun di Gaza City.

I dirigenti dell’Unrwa (agenzia Onu per i “profughi” palestinesi) affermano che il congelamento di molti finanziamenti a causa del provato coinvolgimento nelle atrocità del 7 ottobre determinerà il blocco delle sue attività assistenziali. Tuttavia, la stessa Unrwa ha appena pubblicato annunci di lavoro su LinkedIn e altre piattaforme, compresa l’assunzione in posizioni di alto livello. Con involontaria ironia, l’annuncio dice che i dipendenti dell’Unrwa devono avere “i più alti standard di neutralità e integrità” e “rispetto e impegno per i diritti umani”. L’annuncio ha scatenato i commenti sarcastici di vari utenti LinkedIn, tipo: “Riceverò un bonus se parteciperò a un massacro?”, “Non ho esperienza nello scavare tunnel, ma posso realizzare video angoscianti”, “Dovrò uccidere ebrei o dipende dal contesto?”.

L’Unrwa su LinkedIn: “Assumiamo” (clicca per ingrandire)