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Il governo israeliano ha approvato domenica all’unanimità una dichiarazione in cui respinge il riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese da parte della comunità internazionale. La dichiarazione non include un rifiuto dell’idea di un futuro stato a fianco di Israele, ma ribadisce che qualsiasi decisione deve essere presa attraverso negoziati diretti tra Israele e palestinesi, senza precondizioni. “Israele – si legge nella dichiarazione – rifiuta categoricamente i diktat internazionali per quanto riguarda una composizione permanente con i palestinesi. Tale composizione, se sarà raggiunta, lo sarà esclusivamente attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni. Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese. Tale riconoscimento, dopo il massacro del 7 ottobre, conferirebbe una ricompensa enorme e senza precedenti al terrorismo e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”

Un video pubblicato dal Washington Post mostra Faisal Ali Mussalem Al Naami, 45 anni, operatore umanitario dell’Unrwa (agenzia Onu per i profughi palestinesi), che il 7 ottobre rapisce il corpo senza vita di un israeliano dal kibbutz Be’eri per portarlo a Gaza e usarlo come merce di ricatto verso Israele. Nel video si vede Naami, dipendente Unrwa ma anche terrorista affiliato al Battaglione Nusayrat di Hamas, che alle 9.30 del 7 ottobre, all’ingresso del kibbutz, carica il corpo su un veicolo insieme a un complice armato. I due poi frugano tra gli oggetti sparsi per strada, dove giacciono altri due uccisi, rubano un cellulare e si allontanano con il loro veicolo meno di tre minuti dopo essere arrivati. Il Washington Post afferma d’aver trovato immagini online di Naami e di averne confermato l’identità utilizzando un software di riconoscimento facciale. Venerdì scorso, il ministro della difesa israeliano Yoav Galant ha rivelato dettagli relativi a 12 dipendenti dell’Umrwa che hanno partecipato alla carneficina di Hamas del 7 ottobre.

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Dopo aver detto che Hamas “non accetterà niente di meno che la completa cessazione” della controffensiva israeliana con il ritiro completo delle Forze di Difesa israeliane dalla striscia di Gaza e la fine di quello ha definito “l’ingiusto assedio”, il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha accusato Israele per la mancanza di progressi verso un accordo di tregua. Haniyeh ha anche ribadito che, per liberare gli ostaggi, Hamas pretende che Israele scarceri molti terroristi palestinesi detenuti, compresi quelli che scontano condanne all’ergastolo per attentati pluri-omicidi e stragi.

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha rivelato l’identità di 12 dipendenti dell’Unrwa (agenzia Onu per i profughi palestinesi) che “hanno attivamente partecipato” alla carneficina capeggiata da Hamas il 7 ottobre in Israele. Tra loro, anche degli insegnanti che lavorano nelle scuole dell’Unrwa. Clicca per le immagini su Times of Israel. “Oltre a questi dodici – ha detto Gallant in un briefing con i giornalisti stranieri – abbiamo significative indicazioni di intelligence secondo cui almeno altri 30 operatori dell’Unrwa hanno partecipato al massacro, facilitato il rapimento di ostaggi, saccheggiato e rubato nelle comunità israeliane e altro”. Secondo le informazioni, il 12% dei 13.000 dipendenti dell’Unrwa sono in vario modo collegati a organizzazioni terroristiche a Gaza, con 1.468 dipendenti attivamente implicati in queste organizzazioni. Gallant ha detto che l’Unrwa “ha perso legittimità e non può più funzionare come organismo delle Nazioni Unite” e che ha incaricato l’establishment della Difesa di trasferire la responsabilità della consegna degli aiuti nella striscia di Gaza ad altre organizzazioni umanitarie.

“Non ci sarà nessun cessate il fuoco, nemmeno per un giorno, finché non saranno restituiti tutti gli ostaggi”. Lo ha detto venerdì il ministro Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano. “I combattimenti continueranno finché non saranno raggiunti i nostri obiettivi – ha aggiunto Gantz – Il conflitto potrebbe continuare anche dopo l’inizio del mese di Ramadan: o verranno restituiti gli ostaggi, oppure noi allargheremo i combattimenti a Rafah, dopo aver sgomberato la popolazione in aree sicure”.

Giovedì sera, dopo un colloquio telefonico con il presidente Usa Joe Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiarito la sua posizione circa il riconoscimento di uno stato palestinese. “La mia posizione si riassume nelle due frasi seguenti – ha detto Netanyahu – 1. Israele rifiuta categoricamente i diktat internazionali per quanto riguarda una composizione permanente con i palestinesi. Tale composizione sarà raggiunta solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni. 2. Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese. Un tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, darebbe un’enorme ricompensa a un terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace.”

Secondo le Forze di Difesa israeliane, le perquisizioni in corso nell’ospedale Nasser di Khan Younis (striscia di Gaza meridionale) hanno finora portato all’arresto di più di 20 terroristi che hanno attivamente preso parte ai massacri del 7 ottobre. Le forze d’élite israeliane hanno anche trovato all’interno dell’ospedale mortai, granate e altre armi appartenenti a Hamas. L’esercito afferma che “continuerà a operare in conformità con il diritto internazionale contro il gruppo terrorista Hamas che agisce sistematicamente dall’interno di ospedali e altre infrastrutture civili”.

Secondo quanto riferito giovedì dall’organo d’informazione saudita Al-Arabiya, Hamas avrebbe rifiutato l’offerta israeliana di liberare tutti gli ostaggi deportati nella striscia di Gaza in cambio della scarcerazione di 1.500 palestinesi detenuti per terrorismo.

Il Coordinatore delle attività governative israeliane nei territori ha pubblicato foto del contenuto di 500 camion di aiuti umanitari sul versante di Gaza del valico di Kerem Shalom, già ispezionati da Israele, che attendono da giorni di essere distribuiti dalle organizzazioni Onu. “Le Nazioni Unite devono incrementare le loro operazioni”, afferma il Coordinatore.

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Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Daniel Hagari, ha affermato giovedì sera che le truppe hanno arrestato decine di sospetti terroristi nell’ospedale Nasser, a Khan Younis, nel sud della striscia di Gaza. Tra gli arrestati nell’ospedale, un autista di ambulanza di Hamas che ha partecipato all’assalto del 7 ottobre, un altro sospetto che ha ammesso d’aver preso parte agli attacchi e un agente del gruppo terrorista FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina). I soldati hanno trovato armi, esplosivi e mortai all’interno dei locali dell’ospedale. Secondo l’interrogatorio di un agente di Hamas catturato, almeno 10 ostaggi sono stati tenuti nell’ospedale Nasser, circostanza che corrisponde a quanto testimoniato da alcuni ostaggi rilasciati.

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