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In cambio del rilascio degli ostaggi, ha detto domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, “Hamas chiede la fine della guerra, l’uscita delle forze israeliane da Gaza, la scarcerazione di tutti gli assassini e stupratori del commando Nukhba di Hamas e di lasciare intatta Hamas. Se accettiamo – ha continuato Netanyahu – i nostri soldati saranno caduti invano, non potremo garantire la sicurezza dei nostri cittadini, non potremo riportare in sicurezza gli sfollati nelle loro case e il prossimo 7 ottobre sarà solo questione di tempo. Non posso accettare un colpo così fatale alla sicurezza israeliana e quindi non posso accettare queste condizioni. Abbiamo portato a casa 110 ostaggi – ha concluso Netanyahu – e siamo impegnati 24 ore su 24 per riportarli a casa tutti. Ma sia chiaro: rifiuto categoricamente queste condizioni di resa ai mostri di Hamas”.

Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso sabato sera le immagini di un tunnel di Hamas dove sono stati tenuti prigionieri in momenti diversi una ventina di ostaggi israeliani. Il tunnel, il cui pozzo d’ingresso si trova all’interno dell’abitazione di un comandante di Hamas nel cuore di un’area civile di Khan Yunis (nel sud della striscia di Gaza), è lungo come sette campi di calcio (830 metri) e arriva a 20 metri di profondità: costruirlo è costato milioni di shakel. I soldati della 98esima divisione penetrati nel tunnel si sono fatti strada fra trappole esplosive e porte blindate e hanno dovuto affrontare e uccidere diversi terroristi. Nel tunnel c’erano piccole celle buie, umide e con poco ossigeno, chiuse da porte con sbarre di ferro. All’interno del tunnel sono state trovate varie prove della presenza di ostaggi, tra cui i disegni fatti da Emilia Aloni, bambina di 5 anni tenuta in ostaggio dai terroristi palestinesi e rilasciata a fine novembre. Vedi video e foto su jns.org

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Le Forze di Difesa israeliane hanno trovato circa 15 milioni di shekel (pari a ca. 4 milioni di dollari) in contanti in case e centri di comando di terroristi di Hamas. Trovata anche valuta irachena, giordana ed egiziana per un valore totale di circa un milione di dollari. Non è la prima volta che i militari israeliani trovano ingenti quantità di denaro immagazzinato da Hamas sia a Gaza che in Cisgiordania destinato ad attività terroristiche a scapito di possibili attività per il benessere della popolazione palestinese.

Denaro contante trovato nei giorni scorsi in una roccaforte di Hamas nella striscia di Gaza (clicca per ingrandire)

“Se oggi si interpella l’israeliano medio circa gli accordi di pace, nessuno sano di mente è disposto a pensare a quale sarà la soluzione perché ognuno vuole sapere: ci possono promettere una vera sicurezza per il futuro?”. Lo ha detto il presidente d’Israele Isaac Herzog in un’intervista giovedì sul palco del Forum Economico Mondiale di Davos. Dopo il massacro senza precedenti del 7 ottobre, ha detto Herzog, “ogni israeliano vuole sapere innanzitutto che non sarà aggredito allo stesso modo da nord, da sud o da est. Israele ha perso fiducia nei processi di pace perché vede che il terrorismo viene glorificato dai nostri vicini”. Il presidente ha sottolineato che “la guerra non è solo tra Israele e Hamas. Il mondo deve prenderne atto: c’è un impero del male che origina dall’Iran”, e le sue attività “minano qualsiasi processo di pace e qualsiasi stabilità nel mondo”. Herzog ha affermato che Hamas deve essere sradicata se si vuole “consentire un futuro migliore ai palestinesi, che sono i nostri vicini”. Israele, ha detto Herzog, si batte per l’intero mondo libero, altrimenti i prossimi saranno l’Europa e gli Stati Uniti. Herzog ha chiesto che “una coalizione molto forte” si unisca per affrontare l’Iran e i suoi gregari. Herzog ha anche accusato il mondo di “essersene fregato” delle vittime del terrorismo israeliano negli anni precedenti il 7 ottobre. Ad una domanda sul giorno dopo la guerra, Herzog ha affermato di immaginare una “coalizione di nazioni disposte a impegnarsi nella ricostruzione di Gaza” in un modo che garantisca la sicurezza di israeliani e palestinesi e un futuro diverso per Gaza. Herzog ha detto che tale coalizione dovrebbe essere composta da “robuste forze occidentali, robuste forze regionali” in dialogo con gli abitanti palestinesi di Gaza e dell’Autorità Palestinese.

Il Parlamento europeo ha approvato giovedì con 312 favorevoli e 131 contrari una risoluzione che chiede un cessate il fuoco permanente a Gaza a condizione che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e Hamas venga smantellata. Detto questo, la risoluzione comprende anche una condanna delle violenze sessuali perpetrate da Hamas e una critica a Israele per “l’uso sproporzionato della forza e l’uccisione di civili palestinesi”.

Mercoledì notte su un ponte a Teheran è stato appeso uno striscione con la scritta “Noi stiamo con Israele”. Lo ha riferito la tv in lingua persiana con sede a Londra Iran International. Sul grande striscione bianco, la scritta in rosso recita: “Siamo dalla parte di Israele” e “Vahid è la nostra voce”, con riferimento a Vahid Beheshti, un attivista dissidente iraniano che ha recentemente visitato lo stato ebraico dove ha parlato alla Knesset. Vedi la foto su X.

Nonostante la presenza nella striscia di Gaza di un sistema di tunnel terroristici che ora viene ritenuto più esteso della rete metropolitana di Londra, le Nazioni Unite sostengono che non avevano la minima idea della costruzione e presenza dei tunnel. A una domanda mercoledì se, data la considerevole presenza di agenzie Onu a Gaza, ci fosse stata qualche indicazione che si stavano costruendo tunnel sotterranei, Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha detto: “La risposta è chiaramente no”. Nondimeno, risulta che alcuni funzionari dell’Unrwa (agenzia Onu per i profughi palestinesi) avevano lanciato un allarme sulla presenza di tunnel sotto le strutture delle Nazioni Unite due volte nel 2017, e di nuovo nel 2021 e nel 2022. La sola Unrwa conta 13.000 dipendenti in oltre 300 strutture in tutta la striscia di Gaza, dove operano una dozzina di altre agenzie Onu. Fra l’altro, è ben documentato il fatto che molti dipendenti delle Nazioni Unite a Gaza (in grandissima parte palestinesi) hanno legami professionali e personali con Hamas.

Un terrorista palestinese ha decapitato un soldato israeliano, Adir Tahar, 19 anni di Gerusalemme, caduto nei combattimenti del 7 ottobre e poi a Gaza ha cercato di vendere la testa per 10.000 dollari. Lo ha rivelato il padre, David Tahar, in un’intervista mercoledì a Canale 14. Il corpo senza testa venne identificato dalla piastrina di riconoscimento, da test DNA e dagli effetti personali nelle tasche. Più di due mesi dopo, due terroristi catturati dalle forze israeliane e interrogati dai servizi di sicurezza hanno rivelato che uno di loro aveva tentato di vendere la testa per 10.000 dollari e ha fornito dettagli su dove avrebbe potuto essere trovata. La missione di recuperala venne assegnata a un’unità d’élite che circa tre settimane fa è entrata in una località centrale della striscia di Gaza è ha trovato la testa in una borsa con palline da tennis all’interno di un congelatore di una gelateria. Test DNA e impronte dentali hanno confermato il reperto, che è poi stato sepolto insieme al resto del corpo.

Nel frattempo, la tv CNN ha mostrato un filmato (parzialmente schermato), girato il 7 ottobre da una telecamera di sicurezza del kibbutz Nir Oz, in cui si vede un terrorista palestinese che procede a decapitare almeno due cadaveri israeliani.

Con una decisione per ora unica al mondo, il Ministero della sanità israeliano ha approvato la vendita al pubblico della carne coltivata dalle cellule bovine. L’autorizzazione riguarda in particolare il prodotto messo a punto da Aleph Farms, una start up con sede a Rehovot. Il Ministero ha detto che l’autorizzazione è stata data “in considerazione della crescente domanda globale di proteine e dell’importanza di produrre prodotti di origine non vivente” come “fonti alimentari alternative”. Finora era stata autorizzata in Usa e a Singapore la carne coltivata di pollo.

Secondo dati diffusi dalla ong israeliana Rescuers Without Borders, tra il 7 ottobre e il 15 gennaio in Giudea e Samaria (Cisgiordania) vi sono stati più di 2.600 aggressioni palestinesi contro civili e soldati israeliani, tra cui: 760 lanci di sassi contro veicoli, 551 lanci di ordigni incendiari, 12 aggressioni o tentate aggressioni con armi bianche, 9 aggressioni usando veicoli e 127 casi di attacchi con armi da fuoco. Le cifre non includono le centinaia di attacchi violenti con armi da fuoco contro soldati e agenti di sicurezza avvenuti durante operazioni anti-terrorismo israeliane nei villaggi sotto controllo dell’Autorità Palestinese. Dal 7 ottobre in Giudea e Samaria i terroristi hanno ucciso cinque israeliani, molti altri sono rimasti feriti o mutilati. Lunedì scorso una donna di oltre 70 anni è stata uccisa e almeno altre 17 persone sono state ferite in un attacco combinato veicolo-armi bianche nella città di Ra’anana (Israele centro).