A meno di 24 ore dall’inizio del cessate il fuoco, le sirene d’allarme sono state attivate domenica sera in diverse località israeliane prossime al confine con la striscia di Gaza. Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato che un razzo lanciato da Gaza verso la città di Ashkelon è caduto in campo non edificato. Le Forze di Difesa israeliane affermano d’aver reagito con fuoco di carri armati contro due posti d’osservazione di Hamas. Una fonte del coordinamento delle fazioni terroristiche palestinesi citata da al-Jazeera ha sostenuto che il lancio del razzo era dovuto a un malfunzionamento tecnico.
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Migliaia di lavoratori di Gaza sono tornati a lavorare in Israele, domenica, con la fine degli scontri iniziati cinque giorni fa. Con la riapertura dei valichi di frontiera, i lavoratori con regolare permesso hanno potuto nuovamente uscite dalla striscia di Gaza, mentre file di camion di merci e provviste hanno potuto entrare di nuovo. Allo scoppio delle ostilità, migliaia di lavoratori palestinesi erano anche rimasti bloccati in Israele, tra cui uno rimasto ucciso da un razzo della Jihad Islamica. “Vogliamo solo lavorare e guadagnarci da vivere – ha detto a YnetNews una palestinese che portava due bambini a Gerusalemme per cure mediche – Un mio parente guadagnava 600 shekel al mese lavorando a Gaza, mentre da Israele porta a casa 8.000 shekel e mantiene tutta la famiglia. Nessuno di noi vuole la guerra – ha aggiunto la donna, che ha chiesto di restare anonima – Abbiamo più paura dei razzi lanciati dall’interno di Gaza, perché Israele prima di colpire ci avverte, anche con telefonate. Qui non abbiamo né sirene né rifugi”.
Il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen ha dichiarato, domenica, che Israele non ha fatto alcuna concessione alla Jihad Islamica Palestinese come parte dell’accordo di cessate il fuoco. “Non abbiamo promesso nulla”, ha detto Cohen a radio Galei Tzahal, confermando la versione di un alto funzionario egiziano che sabato aveva detto a Times of Israel che Israele non avrebbe firmato un accordo di cessate il fuoco che comportasse condizioni. Secondo il funzionario egiziano, la Jihad Islamica aveva chiesto fra l’altro che Israele si impegnasse a fermare l’uccisione mirata dei capi del gruppo terrorista, richiesta respinta da Israele. “Sono disposti a cessare il fuoco solo se lo fa anche l’altra parte, senza nessuna clausola” aveva detto il funzionario egiziano. Secondo l’emittente pubblica israeliana Kan, il testo del cessate il fuoco affermerebbe che le parti hanno concordato di “smettere di prendere di mira civili, distruggere case e prendere di mira persone”: una formulazione abbastanza vaga da consentire ai capi della Jihad Islamica di sostenere d’aver ottenuto quello che chiedevano, mentre Israele non ha fatto altro che ribadire quello che ha sempre fatto (al contrario della Jihad Islamica che mira sistematicamente ai civili).
Nonostante una breve serie di attacchi missilistici dalla striscia di Gaza a tarda notte e relativa risposta aerea delle Forze di Difesa israeliane, nella giornata di domenica sembra tenere il cessate il fuoco mediato dall’Egitto ed entrato in vigore alle 22.00 (ora locale) di sabato. Il portavoce militare israeliano ha annunciato la revoca delle restrizioni di sicurezza in tutto il paese e la graduale riapertura dei valichi di frontiera Erez e Kerem Shalom con la striscia di Gaza al passaggio di merci e persone.
In questo terzo round di combattimenti in quattro anni con il gruppo terroristico Jihad Islamica Palestinese, Israele ha eliminato sei alti comandanti del gruppo terrorista islamista sponsorizzato dell’Iran e effettuato 422 attacchi contro obiettivi terroristici nell’arco di cinque giorni. Dalla striscia di Gaza sono stati lanciati 1.469 razzi e colpi di mortai contro le comunità israeliane. Di questi, 1.139 hanno superato il confine, mentre 291 sono ricaduti all’interno della striscia e altri 39 sono finiti in mare. Il sistema di difesa “Cupola di ferro” ha intercettato 437 razzi diretti su aree abitate, mentre due missili a lungo raggio sono stati intercettati dal sistema “Fionda di David”, mostrato una percentuale di successo del 90%. Due persone sono state uccise dai razzi palestinesi: una donna anziana in un condominio colpito giovedì a Rehovot (nel centro di Israele) e un lavoratore di Gaza con permesso di lavoro in Israele mortalmente ferito sabato in un campo agricolo nel sud del paese. Il Magen David Adom (Stella Rossa di David) ha soccorso 77 persone, di cui 32 per ferite fisiche e 45 per traumi da panico. Secondo fonti palestinesi, nella striscia di Gaza sono morte 33 persone, tra cui 13 civili (compresi famigliari di capi terroristi). Israele afferma che almeno quattro civili palestinesi sono stati uccisi da razzi ricaduti all’interno della striscia.

Abdullah Abu Jaba, 34 anni, padre di sei figli (fra i 3 e gli 11 anni d’età), lavoratore palestinese di Gaza ucciso sabato da un razzo della Jihad Islamica Palestinese in un campo vicino a Shokeda (presso il confine con la striscia di Gaza). Feriti anche il fratello Hamad, 39 anni, e un arabo beduino israeliano (clicca per ingrandire)
Le sirene d’allarme per razzi in arrivo continuano a suonare a Kissufim, Sderot e altre località nel sud di Israele anche dopo l’inizio dell’annunciato cessate il fuoco delle 22.00 (ora locale). La Jihad Islamica Palestinese ha rivendicato la responsabilità degli attacchi missilistici degli ultimi minuti.
Le sirene hanno suonato a Nirim e Ein Hashlosha (presso la striscia di Gaza) circa 15 minuti dopo le 22.00. Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato attacchi nella striscia di Gaza a seguito del nuovo lancio di razzi sul sud di Israele.
Più di un’ora dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, ancora lanci di razzi palestinesi sulle comunità civili israeliane vicine alla striscia di Gaza. Le Forze di Difesa israeliane hanno reagito colpendo obiettivi terroristici a Gaza.
A pochi minuti dall’entrata in vigore di un cessate il fuoco annunciato per le 22.00 (ora locale), i terroristi da Gaza hanno ripreso i lanci di razzi verso le città di Rishon Lezion e Holon (nel centro di Israele, area metropolitana di Tel Aviv). Immediata la risposta delle Forze di Difesa israeliane contro obiettivi terroristi nella striscia di Gaza.
Uno dei due lavoratori palestinesi di Gaza feriti da un razzo della Jihad Islamica Palestinese lanciato sul sud di Israele è deceduto sabato sera al Soroka Medical Center di Beersheba a causa delle gravi lesioni riportate. Abdullah Abu Jaba, 35 anni, padre di sei figli, si trovava insieme al fratello, l’altro ferito grave, e a un arabo israeliano ferito moderatamente. E’ la seconda persona uccisa dai razzi palestinesi in Israele dall’inizio delle ostilità martedì scorso.
Le Forze di Difesa israeliane hanno comunicato che dall’inizio, martedì scorso, dell’operazione Scudo e Freccia fino alle 16.00 (ora locale) di sabato pomeriggio, i terroristi palestinesi della striscia di Gaza hanno lanciato 1.234 razzi e colpi di mortaio contro Israele. I questi, 976 hanno attraversato il confine mentre 221 sono ricaduti all’interno della striscia di Gaza. I sistemi di difesa israeliani hanno intercettato 373 razzi diretti verso aree abitate. Alcuni sono invece riusciti a colpire abitazioni civili, causando la morte di una donna a Rehovot (Inga Avramyan, 80 anni) e numerosi feriti, oltre a causare ingenti danni. I rimanenti ordigni sono caduti su zone non edificate. Nel frattempo, i militari hanno effettuato attacchi contro 371 siti appartenenti alla Jihad Islamica Palestinese, il gruppo sponsorizzato dall’Iran e internazionalmente riconosciuto come terrorista che ha dato inizio a questa ondata di scontri con il lancio due settimane fa di oltre 100 razzi contro la popolazione civile israeliana.
Un razzo palestinese caduto sabato pomeriggio presso Shokeda (a pochi km dal confine con la striscia di Gaza) ha ferito gravemente due lavoranti palestinesi originari di Gaza con permesso di lavoro in Israele. Moderatamente ferito anche un terzo civile, un arabo beduino israeliano.
Un alto diplomatico occidentale coinvolto nelle trattative per un cessate il fuoco, citato sabato da YnetNews, ha detto che Israele aveva accettato i termini proposti dai mediatori egiziani, ma la Jihad Islamica Palestinese li ha rifiutati a causa di disaccordi all’interno del gruppo terrorista. “Non c’è nessuno in grado di prendere una decisione e mantenerla – ha spiegato il diplomatico – Comunque l’Egitto continuerà gli sforzi per arrivare a un accordo”. Secondo il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, la Jihad Islamica dispone al momento di almeno 6.000 razzi, mentre Hamas ne ha almeno 24.000 (circa quattro volte tanto).