Sfilata di testi antisemiti alla Fiera internazionale del libro in Qatar

Ma la denuncia della Anti-Defamation League è caduta nel vuoto

Una foto distribuita dal Ministero della cultura del Qatar relativa alla scorsa edizione della Fiera internazionale del libro di Doha

La 29esima edizione della Fiera internazionale del libro che si è tenuta in Qatar dal 29 novembre all’8 dicembre con la partecipazione di trenta paesi, era dedicata quest’anno al tema “Doha, città di coscienza e di conoscenza”, un titolo che l’Anti-Defamation League ha trovato piuttosto paradossale.

Infatti, come la ong americana che si batte contro tutte le forme di pregiudizio, ha denunciato in una lettera aperta indirizzata a William Grant, capo-missione e incaricato d’affari presso l’ambasciata degli Stati Uniti in Qatar, la Fiera del libro a Doha ha ospitato tutta una serie di testi antisemiti. Fra gli stand, facevano bella mostra di sé libri dai titoli inequivocabili come Le menzogne diffuse dagli ebrei, Il mito delle camere a gas naziste, Il Talmud dei segreti: fatti che svelano i complotti ebraici per controllare il mondo, La storia della corruzione degli ebrei e la fine della loro entità, La Moschea di Al-Aqsa e il presunto Tempio.

La Fiera ha anche promosso la versione in arabo del popolare testo antisemita del suprematista e negazionista americano David Duke sul presunto controllo degli Stati Uniti da parte degli ebrei, e varie edizioni del classico L’ebreo internazionale di Henry Ford, basato sul notorio falso antisemita I Protocolli degli Anziani di Sion.

Edizione in arabo del classico antisemita “L’ebreo internazionale” di Henry Ford

“Ancora una volta – ha dichiarato il direttore della Anti-Defamation League, Jonathan Greenblatt – questa Fiera del libro di alto profilo, e sponsorizzata dal governo del Qatar, viene utilizzata per promuovere libri apertamente antisemiti che negano la Shoà e accusano gli ebrei di controllare il mondo e di complottare contro l’islam. Chiediamo all’ambasciata americana di mettere in chiaro con il governo del Qatar che questo odio è inaccettabile”.

La direzione della Fiera aveva descritto l’evento come “non soltanto un mercato per la vendita e il commercio di libri, ma anche una potente piattaforma per la promozione dello scambio interculturale, dedicata ai valori umani e allo sviluppo delle comunità”, mentre il ministro della cultura e dello sport del Qatar, Salah bin Ghanim Al Ali, si era detto sicuro che l’evento culturale avrebbe esercitato “una grande influenza sugli intellettuali che credono nel ruolo dello scrittore nel sensibilizzare la società e affrontarne le sfide”.

Dal canto suo Greenblatt, attraverso l’ambasciata americana, ha fatto appello (invano) al governo del Qatar perché venissero rimossi i testi dell’odio anti-ebraico, “assicurandosi che non venga più propagandato questo tipo di odio in un evento che si onora della partecipazione dell’ambasciata Usa”.

(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, adl.org, 6-9.12.18)