Si tiene in Israele la terza conferenza internazionale sulla desertificazione

“Abbiamo l’obbligo morale di offrire agli altri le nostre esperienze e capacità” dice il professor Alon Tal, fondatore dell’Arava Institute for Environmental Studies

Da un articolo di Avigayil Kadesh

image_2977In un paese in cui il 97% della terra è arido, il problema della desertificazione è pesante. Negli ultimi decenni, Israele non solo ha fatto ‘fiorire il deserto’, come si dice, ma ha anche investito importanti risorse per imparare come impedire alle terre aride di impadronirsi del suolo fertile.
Molti altri paesi sono stati lenti a capire il significato di questa crisi globale. Ora che problemi come l’erosione del suolo, la salinizzazione, il cambio di clima e la cattiva gestione dell’acqua sotterranea hanno acuito la consapevolezza degli effetti devastanti della desertificazione, Israele sta affinando la sua esperienza e la sta offrendo ben oltre i propri confini.
Il professor Alon Tal, dell’Università Ben Gurion del Negev, descrive la desertificazione come “l’orfano dei problemi ambientali globali del nostro pianeta” perché non figura in cima alla lista delle priorità della maggior parte delle nazioni. Ma oggi è finalmente riconosciuto come una delle principali ragioni per cui oltre 200 milioni di persone al mondo sono minacciate da povertà e fame.
Tal, un ecologo del deserto fondatore dell’Arava Institute for Environmental Studies, ha organizzato dall’8 all’11 novembre la terza conferenza annuale internazionale su “Terre aride, deserto e desertificazione: la strada per il risanamento”.
La conferenza sarà ospitata al campus dell’Università Ben Gurion, a Sde Boker, in collaborazione con l’Unesco, ed è il secondo convegno su quest’argomento che si svolge in Israele. Vi partecipano più di cinquecento accademici e funzionari governativi da cinquanta paesi, compresi delegati palestinesi e giordani.
I partecipanti discuteranno gli aspetti della desertificazione attinenti alla salute, la possibilità di costruire in ambienti desertici, le risposte della flora ai tentativi di antidesertificazione, i pascoli e le comunità beduine, il futuro del Mar Morto, l’educazione ambientale, l’agricoltura nelle terre aride e la bonifica di suolo ed acqua.
Israele eccelle anche nella gestione dell’acqua di scarico, un aspetto cruciale nella lotta contro la desertificazione, e utilizza circa il 74% della sue acqua reflue; in confronto la Spagna, il secondo paese più efficiente in questo campo, riutilizza solo il 20%.
Funzionari agricoli dei governi di paesi come Kenya, Etiopia, Ghana, Cina, Nigeria, e Burkina Faso hanno appreso come Israele struttura i propri sforzi in un “triangolo” virtuoso fatto di ricerca, consulenza e lavoro sul campo.
Tal è assolutamente a favore di questo tipo di condivisione dell’informazione. “Se non si fa nulla contro la desertificazione, la gente morirà di fame”, dice. Anche l’Onu incoraggia i paesi industrializzati come Israele a fornire assistenza ai paesi in via di sviluppo nella lotta contro la desertificazione. Quello che Israele ha da offrire è la sua efficienza nel bonificare terre marginali e proteggere le proprie terre aride da ulteriore deterioramento. Parti del deserto del Negev sono state trasformate in una fonte produttiva, riducendo effettivamente le dimensioni del deserto in modo significativo dal 1948 in poi. Le foreste piantate dal KKL sono floride, come pure le coltivazioni resistenti al sale e alla siccità grazie a metodi agricoli avanzati. Il deserto è costellato di laghetti commerciali e di alghe salutari usate per la produzione di prodotti farmaceutici e di cibi sani. Addirittura, spiega Tal, le alghe crescono meglio nelle zone aride. Questo è uno degli esempi di come la locazione desertica possa offrire dei vantaggi. Gli spazi aridi sono anche luoghi perfetti per l’energia solare ed eolica, oltre che per passeggiate ed escursioni.
Tal, nativo del nord Carolina, lavora in stretto contatto con i vicini di Israele. Ha partecipato alla stesura del modello per un accordo sulla cooperazione ambientale tra Israele e Autorità Palestinese, e rappresenta Israele alle conferenze ONU sulla desertificazione, insieme a Uriel Safriel, professore di ecologia all’Università di Gerusalemme: secondo Tal, un “vero eroe” che è la massima autorità mondiale sulla desertificazione.
“La desertificazione non consiste, come spesso si crede, in grandi dune che si espandono e ricoprono i villaggi – dice Tal – Benché anche questo avvenga in alcuni luoghi, in genere si tratta semplicemente di una perdita di fertilità del terreno dovuta a molti fattori il cui impatto a lungo termine è molto maggiore nelle terre aride. Il che poi si traduce nelle scene che si vedono in televisione di milioni di affamati. Israele è riconosciuto come un paese che da tempo ha accettato la sfida di ribaltare queste tendenze. Ora abbiamo l’obbligo morale di essere una luce per le nazioni ed offrire le nostre capacità”.

(Da: MFA.gov.il, 01.11.10)