Smascherare l’inchiesta truccata dell’Onu contro Israele

Non occorre essere indovini per prevedere quale sarà il contenuto del primo rapporto di una Commissione d’Inchiesta faziosa e prevenuta sin dal suo mandato

Di Yifa Segal

Yifa Segal, autrice di questo articolo

Un anno fa, il 27 maggio 2021, a seguito dell’operazione “Guardiano delle mura” (gli undici giorni di guerra contro le raffiche di razzi e missili lanciati da Gaza), il Consiglio Onu per i diritti umani ha adottato una risoluzione che ha posto le basi per la creazione di quello che si configura come uno dei peggiori congegni internazionali contro Israele: la Commissione d’Inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sui Territori occupati palestinesi, compresa Gerusalemme est, e in Israele”.

La risoluzione dà mandato alla Commissione d’Inchiesta di “indagare tutte le addotte illegalità e violazioni del diritto internazionale sui diritti umani precedenti e successive al 13 aprile 2021”. La risoluzione incarica inoltre la Commissione di “indagare tutte le cause profonde alla base delle tensioni ricorrenti, dell’instabilità e del protrarsi del conflitto, incluse la discriminazione e la repressione sistematiche basate su identità nazionale, etnica, razziale o religiosa”.

Ecco almeno cinque fattori che rendono facilmente prevedibile il carattere sicuramente anti-israeliano dell’imminente primo rapporto di una “inchiesta” che è faziosa e prevenuta sin dai termini del suo mandato.

1. La Commissione d’Inchiesta è un organismo delle Nazioni Unite: il Consiglio Onu per i diritti umani, così come la maggior parte degli organi delle Nazioni Unite, è da tempo inquinato da un’agenda e pregiudizi politicamente motivati. Un rapido esame del pregiudizio anti-israeliano del Consiglio Onu per i diritti umani è sufficiente per fare a pezzi ogni speranza di equità e imparzialità.

2. Non si fa alcun riferimento a Hamas: un osservatore esterno sarebbe facilmente indotto a pensare che nessuna organizzazione riconosciuta come terrorista a livello internazionale abbia preso parte a quel conflitto armato né che abbia lanciato migliaia di missili e razzi contro i civili. In tutto il testo della risoluzione, Hamas non viene menzionata nemmeno una volta.

Il rapporto “Fixed Inquiry, la faziosa Commissione Onu contro Israele”

3. La Commissione d’Inchiesta ha il compito di indagare “tutte le cause profonde sottostanti”: un mandato di portata così illimitata non ha precedenti. Conferire alla Commissione d’Inchiesta una siffatta facoltà senza limiti di esaminare le “cause profonde alla radice del conflitto” significa essenzialmente concederle facoltà di prendere in considerazione asserzioni politiche anche le più fasulle e infondate, e produrre illazioni politiche travestite da valutazioni giuridiche.

4. L’“inchiesta” è a tempo indeterminato: alla Commissione d’Inchiesta è stata di fatto accordata una piattaforma per mettere in scena due volte all’anno un evento anti-Israele praticamente all’infinito.

5. A presiedere la Commissione d’Inchiesta è stata nominata una persona notoriamente anti-israeliana: Navi Pillay ha una storia conosciuta e ben documentata di pregiudizi anti-israeliani. Tra i numerosi esempi citabili, quello forse più recente e scandaloso si trova in una lettera che Pillay ha scritto al presidente Biden poco prima della sua nomina a presidente Commissione d’Inchiesta, nella quale parla della “dominazione e oppressione del popolo palestinese” da parte di Israele, e chiede agli Stati Uniti di “affrontare le cause profonde della violenza” ponendo fine alla “discriminazione in continuo aumento e all’oppressione sistemica” da parte di Israele. A proposito di inquirenti neutrali e non prevenuti…

Il 17 maggio è stato pubblicato un rapporto speciale dal titolo Fixed Inquiry (Inchiesta predeterminata o truccata), redatto dall’International Legal Forum in collaborazione con altre 25 importanti organizzazioni internazionali. Questo prezioso documento, che ha raccolto eccezionali consensi da un po’ tutto il mondo, svela la natura anti-israeliana della Commissione d’Inchiesta e dei suoi membri, in particolare Navi Pillay.

Chiunque si sia occupato seriamente dell’Onu sa che da tempo non è altro che un ente politico controllato da stati non democratici caratterizzati da una tradizione di ostilità verso Israele. Tuttavia, presso il grande pubblico rimane l’illusione che questa istituzione, un tempo nobile, sia ancora integra e funzioni come un organismo incaricato di preservare onestamente la pace nel mondo. A causa di questa percezione, il nuovo e potente congegno è potenzialmente molto pericoloso per lo stato ebraico. Ha il potere di diffondere calunnie e diffamazioni contro Israele a cadenza semestrale, fomentando ulteriormente l’odio e l’antisemitismo a livello globale, e delegittimando Israele sulla scena internazionale. E questo non è che il primo round. Bisogna attrezzarsi per il futuro.

(Da: Jerusalem Post, 17.5.22)