Solo il gas naturale migliorerà i rapporti fra Europa e Israele

Se l'Europa dà addosso a Israele non è per i diritti umani, ma per il valore geopolitico del mondo arabo e il peso elettorale dei musulmani europei

Di Emmanuel Navon

Emmanuel Navon, autore di questo articolo

Emmanuel Navon, autore di questo articolo

Francesi e britannici hanno bombardato Gheddafi e risparmiato Assad perché la Libia è uno stato petrolifero, mentre la Siria non lo è. Ma naturalmente Nicolas Sarkozy e David Cameron nel 2011 hanno sostenuto che l’intervento Nato in Libia era motivato da ragioni umanitarie.

Leader e diplomatici europei vorrebbero farci credere che la loro politica estera è fondata su principi come i diritti umani e l’autodeterminazione, ma non osano criticare occupanti e violatori dei diritti umani con cui hanno bisogno di fare affari. L’Arabia Saudita può torturare i blogger perché il suo petrolio è indispensabile. La Cina può occupare il Tibet perché è una potenza mondiale. La Russia può occupare la Georgia perché nessuno intende rischiare una guerra nucleare per l’indipendenza di quella ex repubblica sovietica. La Turchia può occupare Cipro e negare l’indipendenza ai curdi perché la Turchia è un prezioso partner commerciale con leader caratteriali.

I diplomatici europei tipicamente ribattono che Israele viene trattato diversamente perché, essendo una democrazia, viene giudicato secondo standard più elevati. In base a questo criterio, la Turchia è abbastanza democratica per essere un membro della Nato e un candidato membro dell’Unione Europea, ma non abbastanza per essere spinta a porre fine all’occupazione di Cipro e a concedere ai curdi uno stato.

Margot Wallstrom, ministra degli esteri svedese

Margot Wallstrom, ministra degli esteri svedese

Il divario tra teoria e pratica nella diplomazia europea ha trovato recente conferma nella politica mediorientale della Svezia. Nell’ottobre 2014 la Svezia è diventata il primo paese europeo il cui governo ha ufficialmente riconosciuto il virtuale “stato di Palestina” (in totale spregio dell’accordo di pace che deve essere ancora raggiunto col negoziato diretto fra le parti). Come ricompensa, la ministra degli esteri svedese Margot Wallstrom è stata invitata al summit della Lega Araba del marzo 2015 a Sharm el-Sheikh. Margot Wallstrom ha preparato un bel discorso in cui diceva che i diritti umani vanno rispettati anche nel mondo arabo, e ne ha mandato la bozza ai suoi ospiti perché ne prendessero visione. Naturalmente il discorso è stato immediatamente bloccato e cancellato dall’Arabia Saudita. In un comunicato, la Lega Araba ha spiegato che il discorso di Margot Wallstrom sarebbe stato un’offesa all’islam. Non contenta l’Arabia Saudita annunciava che non avrebbe rilasciato nuovi visti a uomini d’affari svedesi, mentre sia Riad che gli Emirati Arabi Uniti richiamavano in patria i loro ambasciatori a Stoccolma.

Gli imprenditori svedesi hanno cominciato a innervosirsi e hanno chiesto al loro governo di scusarsi con i sauditi. Convincere il governo svedese non deve essere stato difficile, giacché Stoccolma è candidata a un posto nel Consiglio di Sicurezza per il 2017, e i 22 voti della Lega Araba nell’Assemblea Generale sono cruciali. Così la ministra Wallstrom ha deciso di chiedere scusa per aver osato menzionare i diritti umani e il 20 marzo ha spiegato che non era mai stata sua intenzione criticare l’islam e che la Svezia desidera conservare buoni rapporti con l’Arabia Saudita. (Pur di rabbonire gli arabi, gli svedesi hanno fatto prendere posizione politica persino al re, una mossa pressoché inaudita per la democrazia svedese.)

Stima delle riserve di gas naturale nei giacimenti aoff-shore israeliani

Stima delle riserve di gas naturale nei giacimenti aoff-shore israeliani (cliccare per ingrandire)

In un certo senso, i palestinesi sono vittime del loro stesso successo: sono stati così bravi a commercializzare la loro jihad come una lotta per i diritti umani che gli europei hanno finiti per crederci. Così, quando la Svezia ha riconosciuto la Palestina in nome dei diritti umani, i suoi leader non riuscivano a capire come mai parlare di diritti umani venga considerata un’offesa per l’islam. La spiegazione, ovviamente, è che non si può fare diligentemente la parte dell’utile idiota e poi sorprendersi d’essere trattato come tale.

Se l’Europa si appassiona tanto a dare addosso a Israele, non è per via dei diritti umani o per la democrazia. E’ per via del valore geopolitico del mondo arabo e del peso elettorale dei musulmani europei. In parole povere: dare addosso a Israele torna utile, e costa poco. Ma proprio perché la Svezia e molti suoi colleghi europei partono lancia in resta solo quando farlo non influisce sui loro interessi economici, è difficile prendere sul serio le loro prediche.

L’ovvia conclusione da trarre dal comportamento dell’Europa è che Israele verrà trattato in modo diverso solo quando sarà diventato un importante esportatore di gas naturale.

(Da: i24news, 1.4.15)