Sondaggio ADL: il 93% dei palestinesi nutre sentimenti antisemiti

Nel mondo una persona su quattro professa tradizionali pregiudizi negativi verso gli ebrei; sette su dieci non sanno cosa sia la Shoà o pensano che sia un’esagerazione

Il Medio Oriente è la regione più antisemita del pianeta. In particolare, il 93% dei palestinesi condivide pregiudizi anti-ebraici. È quanto emerge dai risultati di un sondaggio globale sull’antisemitismo resi noti martedì. L’indagine, condotta dalla Anti-Defamation League in più di 100 nazioni e territori, ha rilevato fra l’altro che, su base mondiale, quasi la metà degli adulti non ha mai sentito parlare della Shoà e più di un quarto condivide pregiudizi negativi sugli ebrei.

“Per la prima volta abbiamo una misura attendibile di quanto sia pervasivo e persistente, oggi, l’antisemitismo nel mondo – dice Abraham H. Foxman, direttore della Anti-Defamation League – I dati del Global 100 Index ci permettono di guardare al di là dei singoli episodi e della retorica, e di quantificare la prevalenza di atteggiamenti anti-ebraici in tutto il mondo. Ora possiamo identificare quali sono le zone più critiche dell’antisemitismo e, per contro, i paesi e le regioni del mondo dove il pregiudizio e l’odio verso gli ebrei sono sostanzialmente assenti”.

In vetta alle zone più critiche per pregiudizio anti-ebraico figurano Cisgiordania e striscia di Gaza, dove la ricerca ha rilevato atteggiamenti antisemiti in più del 93% degli intervistati. L’indagine classifica poi i paesi e territori dal più al meno antisemita. In fondo alla lista il Laos, nel sud-est asiatico, con solo lo 0,2% della popolazione adulta che sottoscrive affermazioni negative sugli ebrei in generale.

Sul cartello (fra le due bandiere palestinesi): “Gli ebrei sono terroristi”

Utilizzando un indice basato su 11 domande che la Anti-Defamation League usa da cinque anni per sondare l’atteggiamento verso gli ebrei negli Stati Uniti, l’indagine ha trovato che, su base mondiale, il 26% degli intervistati definisce “probabilmente veri” sei o più degli undici stereotipi negativi sugli ebrei. Se si dovessero proiettare i dati del campione su tutta la popolazione mondiale, osservano gli autori dello studio, avremmo circa un miliardo e 90 milioni di adulti nel mondo “profondamente affetti da atteggiamenti pregiudizialmente anti-ebraici”.

Al di là di Cisgiordania e Gaza, in Nord Africa e Medio Oriente il 74% degli intervistati si dichiara d’accordo con la maggior parte degli stereotipi proposti dal questionario. In confronto, i paesi al di fuori di questa regione hanno un punteggio medio del 23%.

La seconda regione del mondo per pregiudizio anti-ebraico è l’Europa dell’Est, dove il 34% della popolazione professa convinzioni antisemite.

“Appare chiaro da questa indagine – dice Fozman – che il conflitto mediorientale conta. Quello che il sondaggio non dice, però, è se il conflitto sia una causa o un pretesto per le espressioni di antisemitismo. Per quanto possa essere allarmante il livello di pregiudizio anti-ebraico in Medio Oriente e nei paesi del Nord Africa, la cruda verità è che, a parte quei paesi, anche nel resto del mondo quasi un quarto degli intervistati risulta affetto da atteggiamenti antisemiti. Se si considera l’atteggiamento medio mondiale verso gli ebrei con i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente oppure la media mondiale senza questi paesi, si rileva una differenza di soltanto 3 punti percentuale”. Stando all’indagine, il paese mediorientale la cui popolazione dimostra meno inclinazioni anti-ebraiche è l’Iran, dove circa il 56% degli adulti aderisce alle affermazioni antisemite. Diversamente dalla maggior parte del mondo, tuttavia, l’antisemitismo in Medio Oriente e Nord Africa tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione degli intervistati, che è il contrario di ciò che si rileva in Europa, Asia e nelle Americhe.

Sul cartello: “Preparatevi per il vero Olocausto”

Nel sondaggio, condotto attraverso una combinazione di conversazioni dirette e telefoniche, agli intervistati sono state sottoposte 11 affermazioni basate sui classici stereotipi circa gli ebrei (potere, lealtà nazionale, denaro, comportamento). Il sondaggio mostra che lo stereotipo più diffusamente accettato in tutto il mondo è “gli ebrei sono più fedeli a Israele che ai paesi in cui vivono”: un’affermazione ritenuta “probabilmente vera” dal 41% degli intervistati. Il secondo stereotipo più diffuso è “gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari”, ritenuto “probabilmente vero” dal 35% degli intervistati. Questo, per inciso, è lo stereotipo più ampiamente condiviso in Europa orientale.

La maggioranza delle persone intervistate (74%) dice di non aver mai incontrato personalmente un ebreo. Anche limitandosi al 26% di persone che nutrono sentimenti antisemiti, ben il 70% dichiara di non aver mai incontrato un ebreo. Particolarmente interessante il fatto che solo il 16% degli intervistati ha correttamente identificato la popolazione ebraica del mondo come pari a meno dell’1% della popolazione mondiale totale, mentre il 18% ritiene che gli ebrei nel mondo siano più di una persona ogni dieci.

Foxman, sopravvissuto da bambino alla Shoà, definisce “inquietante” il fatto che solo il 54% degli intervistati, su base mondiale, abbia sentito parlare dell’Olocausto di sei milioni di ebrei, anche se fra gli europei occidentali il dato sale al 94%. “Siamo rimasti profondamente frustrati per la persistenza di ignoranza e pregiudizio in molti paesi in cui avevamo sperato di vedere numeri più bassi – dice Foxman – in particolare alcuni paesi dell’Europa orientale che hanno sperimentato la guerra e l’Olocausto in prima persona”.

Fra quelli che dicono di aver sentito parlare della Shoà, ben il 32% (su base mondiale) ritiene tuttavia che essa sia una leggenda o perlomeno che venga notevolmente esagerata. La percentuale più alta di questa risposta si ottiene in Medio Oriente e Nord Africa, seguita dall’Africa sub-sahariana e dall’Asia. Complessivamente, i dati indicano che nel mondo solo il 33% delle persone che hanno sentito parlare della Shoà si dicono anche convinte che venga raccontata in modo storicamente corretto.

L’indagine documenta anche i diversi comportamenti tra paesi con diversa maggioranza religiosa. Foxman sottolinea “i livelli straordinariamente bassi di convinzioni anti-ebraiche” nei paesi europei a maggioranza protestante come Danimarca, Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia. Tra i paesi con meno pregiudizi, cinque sono a maggioranza protestante e quattro sono in Asia orientale. L’unico outsider tra i primi dieci che non rientra in nessuno di questi due gruppi à la Tanzania. All’altro estremo, il 49% dei musulmani intervistati nel mondo giudica “probabilmente veri” almeno 6 degli 11 stereotipi proposti dal sondaggio. E risulta che gli intervistati nei paesi a maggioranza cattolica o cristiana ortodossa sono più propensi a sottoscrivere pregiudizi anti-ebraici rispetto a quelli nei paesi protestanti. I musulmani che vivono al di fuori del Nord Africa e del Medio Oriente, tuttavia, risalutano molto meno antisemiti. I musulmani nell’Africa sub-sahariana risultano ben al di sotto della media internazionale, con solo il 18% che nutre sentimenti anti-ebraici. I musulmani in Europa occidentale sono solo leggermente al di sopra della media mondiale (29%), mentre i musulmani dell’Europa orientale ne sono leggermente al di sotto (20%).

(Da: Times of Israel, 13.5.14)

Paolo Salom

Paolo Salom

Scrive Paolo Salom, sul Corriere della Sera: «Non si aggira solo per l’Europa ma per il mondo intero. Lo spettro dell’antisemitismo, a 70 anni dall’Olocausto, è un problema che, per dirla con le parole di Abraham Foxman, direttore dell’ Anti Defamation League, “non sorprende ma certo fa riflettere”. Secondo un sondaggio, condotto in 102 differenti Paesi proprio per conto dell’Adl, oltre un quarto della popolazione mondiale ha pregiudizi contro gli ebrei, nella maggioranza dei casi senza averne mai incontrato uno. I risultati, certo scioccanti ma non inattesi — se si considerano i segnali d’allarme lanciati da molte comunità ebraiche, dall’Ucraina alla Grecia, alla Francia — sono il prodotto di 53.100 interviste, condotte dalla società First International Resources in 96 lingue, secondo le quali il 26% del campione ritiene “probabilmente vere” almeno sei “opinioni” su undici riguardanti gli ebrei. Stereotipi antichi che proclamano come “gli ebrei sono più fedeli a Israele che alla loro Patria d’appartenenza” o come “gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari” e anche “gli ebrei parlano troppo dell’Olocausto”. La ricerca dimostra che questi pregiudizi non sarebbero del tutto legati alle azioni di Israele in Medio Oriente (35% di “sì”), piuttosto a un’idea del popolo ebraico che percorre la Storia secondo regole tutte sue (e per ora di difficile individuazione, sempre secondo quanto sostiene Foxman in un’intervista al Wall Street Journal). Così, per esempio, gli stereotipi che sostengono: “la gente odia gli ebrei per come si comportano”; “gli ebrei ritengono di essere migliori degli altri”; “gli ebrei hanno troppo controllo del governo americano” e così via, restano nel discorso popolare come “verità fattuali”. In Italia, Paese che a lungo si è ritenuto immune da questo virus, le cose non vanno molto meglio: secondo le stime dell’Adl, sarebbero dieci milioni, un cittadino su sei, coloro che nutrono una qualche forma di pregiudizio antiebraico. Certo poco in confronto ai Paesi arabi, dove le percentuali si impennano, raggiungendo in media i tre quarti della popolazione (e qui il contenzioso con Israele ha la sua parte). Una situazione comunque difficile, che rende faticoso immaginare un’azione efficace per attenuare, globalmente, una brace capace di trasformarsi in incendio in ogni momento di crisi». (Da: Corriere della Sera, 14.5.14)