Sondaggio: pace ancora lontana

Identica la percentuale di israeliani e palestinesi che non intravedono la fine del conflitto

image_1223Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) fa appello al negoziato, il ministro della difesa israeliano Amir Peretz invita alla fermezza, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ribadisce l’offerta di un’opportunità alla pace. Ma la ripresa di negoziati fra israeliani e palestinesi non sembra profilarsi all’orizzonte. Anzi, se c’è una cosa su cui concordano le due nazioni – stando a quanto emerge da un recente sondaggio – è proprio questa: la pace è ancora lontana, molto lontana.
Il sondaggio, condotto dall’Istituto Maagar Mohot per contro dell’organizzazione One Voice, ha rilevato che il 66% degli israeliani ritiene che una composizione di pace permanente non sarà raggiunta nel futuro prevedibile (cui si aggiunge un 33% meno pessimista, ma che comunque non crede che il conflitto possa trovare soluzione entro i prossimi quattro anni). Il fatto curioso è che un analogo sondaggio condotto fra la popolazione palestinese ha rilevato un risultato perfettamente identico: 66%.
Obiettivo dell’organizzazione One Voice era quello di analizzare l’opinione delle due popolazioni all’indomani della vittoria di Hamas nelle elezioni palestinesi di fine gennaio e dei risultati di quelle israeliane di fine marzo. Al questionario, che toccava vari argomenti relativi alle possibilità di arrivare a un accordo di pace fra palestinesi e israeliani, hanno risposto 535 persone.
La domanda relativa “all’altra parte” ha lasciato poco spazio all’ottimismo. Il 62% degli israeliani ha detto di ritenere che la maggioranza di entrambe le popolazioni sia sostanzialmente moderata e desideri un accordo, ma che gruppi di minoranze estremiste impediscono la soluzione del conflitto. Il 31% degli intervistati ha risposto invece che la moderazione esiste solo da parte israeliana.
Secondo quanto emerge dal sondaggio, il 73% degli israeliani non crede di poter personalmente influire sul raggiungimento di un accordo, contro un 15% convinto invece che il proprio impegno personale potrebbe avere qualche effetto. Fra i palestinesi, il 35% dice di non poter influire sul processo, contro il 20% convinto del contrario.
Un numero significativo di intervistati afferma che sono piuttosto i mass-media ad esercitare una considerevole influenza sul conflitto: per il 47% degli israeliani i mass-media danno troppo spazio alla voce degli estremisti, contro il 22% che li reputa equilibrati. Fra i palestinesi, il 42% ritiene che i mass-media diano troppo spazio agli estremisti contro il 34% che li ritiene equilibrati. Sia fra gli israeliani che fra i palestinesi, il 17% pensa invece che i mass-media diano troppa vice alle posizioni moderate.
Secondo gli analisti di One Voice, i risultati della ricerca indicano che la maggioranze dell’opinione pubblica su entrambi i versanti desidera la pace, ma d’altro canto non nutre quasi alcuna fiducia nella possibilità che la pace venga raggiunta; situazione che deriverebbe dalla subordinazione di maggioranze silenziose alle politiche di minoranze fanatiche e violente che ottengono troppo spazio sui mass-media, influendo negativamente sui possibili progressi del processo di pace.

(Da: YnetNews, 15.05.06)

Nella foto in alto: Katyusha martedì sera su serre e allevamenti di Netiv Haasara (a nord della striscia di Gaza)