Sondaggio: per la maggioranza degli ebrei israeliani, la legge sullo stato nazionale va emendata

Generale druso: “Siamo favorevoli alla definizione di stato nazionale del popolo ebraico purché venga sancita esplicitamente l'uguaglianza civile di tutti i cittadini”

Il generale riservista israeliano Amal As’ad, della comunità arabo drusa, leader della campagna per emendare la Legge Fondamentale sullo stato nazionale ebraico

Oltre metà della popolazione ebraica d’Israele ritiene che la controversa Legge Fondamentale sullo stato nazionale ebraico debba essere modificata. E’ quanto emerge da un sondaggio commissionato dagli organizzatori della campagna volta ad emendare la normativa. La legge, approvata dalla Knesset lo scorso luglio, definisce Israele come lo stato nazionale del popolo ebraico e – secondo alcune interpretazioni, contestate da altri – spoglierebbe la lingua araba dallo status di seconda lingua ufficiale del Paese accanto all’ebraico, definendola soltanto come una lingua con “status speciale”.

Più della metà degli intervistati nel sondaggio (52,7%) ha affermato che la legislazione dovrebbe affermare esplicitamente che Israele, oltre ad essere uno stato ebraico, è anche “una democrazia con pari diritti per tutti i suoi cittadini”. Solo un quinto del campione intervistato (22,4%) si è detto contrario all’aggiunta di questa frase alla legge, mentre il 25% afferma di non avere una posizione chiara in merito. Dal sondaggio risulta inoltre che il 61% della popolazione ebraica d’Israele ritiene che l’identità democratica dello stato deve essere pienamente in linea con la sua identità ebraica.

Secondo il sondaggio, il 75,2% dei cittadini ebrei ritiene che l’uguaglianza civile debba essere sancita nelle Leggi Fondamentali (cioè, leggi con valore costituzionale). Il 42,6% pensa che debba essere affermata nell’attuale Legge sullo stato nazionale e che dunque tale la legge debba essere modificata in questo senso, mentre il 32,6% ritiene che l’uguaglianza civile debba essere sancita in una Legge Fondamentale apposita. Solo il 10% degli intervistati non pensa che sia necessario sancire l’uguaglianza civile per Legge Fondamentale.

I colori della bandiera drusa sul Municipio di Tel Aviv durante una manifestazione dello scorso agosto in Piazza Rabin, con bandiere israeliane e druse, a sostegno della modifica della Legge Fondamentale sullo stato nazionale ebraico

Il 40% degli intervistati ha dichiarato che l’uguaglianza civile in base alla Legge Fondamentale deve applicarsi a tutte le minoranze del Paese, e non solo a una minoranza specifica come la comunità drusa, che è quella che si è posta alla testa della campagna per emendare la norma.

Il sondaggio è stato condotto su un campione rappresentativo della popolazione ebraica adulta da Mano Geva e Mina Tzemach, del Midgam Institute, in collaborazione con iPanel.

Il generale riservista Amal As’ad, uno dei leader della campagna, ha detto che il sondaggio dimostra che “il pubblico ebraico in Israele comprende l’importanza di modificare la legge, e la necessità di salvaguardare il carattere democratico dello stato insieme alla sua identità ebraica. Come abbiamo detto più volte – ha aggiunto Amal As’ad, che è membro della comunità arabo drusa – noi non ci opponiamo alla legge sullo stato nazionale e siamo favorevoli alla definizione dello stato come stato nazionale del popolo ebraico, ma accanto a questo si deve anche sancire l’uguaglianza civile per tutti i cittadini dello stato, nello spirito della Dichiarazione di Indipendenza d’Israele”.

Gli attivisti della campagna hanno avvicinato i leader di partito e altri importanti candidati alla Knesset, chiedendo loro di impegnarsi ad emendare la legge subito dopo le elezioni politiche del prossimo 9 aprile. Finora hanno ricevuto dichiarazioni di sostegno da Benny Gantz, ex capo di stato maggiore e fondatore del nuovo partito Resilienza d’Israele; dal leader di Yesh Atid, Yair Lapid; dal leader laburista Avi Gabbay; dalla leader del nuovo partito Gesher, Orly Levy-Abekasis; dalla leader del partito HaTnua, Tzipi Livni; dal leader del partito Telem, Moshe Ya’alon, anch’egli ex capo di stato maggiore, e da Adina Bar-Shalom, leader del partito Achi Israeli.

(Da: YnetNews, 5.2.19)