Sospese le operazioni antiterrorismo a Rafah

Dopo sei giorni di operazioni, le Forze di Difesa Israeliane hanno lasciato Rafah (striscia di Gaza meridionale).

image_217Dopo sei giorni di operazioni, le Forze di Difesa Israeliane hanno lasciato Rafah (striscia di Gaza meridionale). L’operazione non è terminata, ha spiegato lunedì il generale Shmuel Zakai, ma il calendario è stato modificato soprattutto sulla base di considerazioni umanitarie.
Zakai ha dichiarato che nel corso delle operazioni sono state demolite 56 strutture in vario modo usate dai terroristi (e dunque obiettivi militari secondo le convenzioni internazionali), sono stati uccisi 41 terroristi armati e sono rimasti uccisi 12 civili. Di questi, sette nell’incidente della manifestazione del 19 maggio raggiunta per errore da un colpo d’avvertimento di un carro armato. Per gli altri, caduti nel corso di intensi combattimenti, non è chiaro da chi siano stati colpiti.
Zakai ha specificato che le Forze di Difesa israeliane non ritengono d’aver scoperto tutti i tunnel usati dai terroristi per il traffico d’armi ed esplosivi, e che continueranno a operare a partire dal corridoio Philadelphia, lungo il confine con l’Egitto.
“Non c’è alcun disastro umanitario in atto a Rafah”, ha concluso il generale israeliano.

In un’intervista a Ma’ariv, un comandante israeliano nella zona di Gaza, il colonnello Eyal Eisenberg, ha raccontato: “A un certo punto, nel mezzo delle operazioni, per dare assistenza a una partoriente e a una donna anziana che era rimasta ferita abbiamo chiamato un’ambulanza locale. Dei terroristi si sono messi a correre sparando da dietro l’ambulanza. Se i miei uomini possono dare aiuto a una partoriente palestinese dopo che sei loro compagni erano stati fatti a pezzi in quelle stesse strade, e nello stesso tempo quelli aprono il fuoco facendosi scudo di un’ambulanza, allora ci capisce che i miei ssoldati e i terroristi palestinesi sono ai due estremi opposti della scala dei valori”.

(Da: Jerusalem Post, 24.05.04; Ma’ariv, 18.05.04)