“Sta a noi incanalare le nostre energie verso il costruire anziché il distruggere”

Lo ha detto alle recenti vittime israeliane e palestinesi il vicesindaco di Gerusalemme, sopravvissuto nel 1988 a un devastante attacco molotov

Dov Kalmanovich incontra Inbar Azrak

Dov Kalmanovich incontra Inbar Azrak

La prima vittima israeliana della prima intifada palestinese, Dov Kalmanovich, ha visitato mercoledì le vittime israeliane e palestinesi della recente ondata di attacchi terroristici.

Kalmanovich, che oggi è vice sindaco di Gerusalemme, si è recato a visitare Inbar Azrak, la 27enne israeliana vittima di un’aggressione con ordigno molotov, e la famiglia Dawabshe, il cui figlio più piccolo è morto nel rogo appiccato da una molotov alla loro casa nel villaggio palestinese di Duma.

Azrak, la cui auto è stata colpita da una bomba incendiaria mentre transitava nei pressi di Beit Hanina (nella parte nord di Gerusalemme), è ricoverata all’Hadassah Ein Karem Medical Center. “Rimasi gravemente ferito in un attacco con bombe incendiarie 27 anni fa – ha raccontato Kalmanovich ad Azrak durante la sua visita – e venni ricoverato con ustioni sul 75% del corpo. Tuttavia, ritengo che sia mio dovere dirti che il recupero è possibile, con un sacco di ottimismo e di duro lavoro: io ne sono la prova vivente”. Azrak dal canto suo ha rievocato il momento dell’attentato, raccontando al vicesindaco lo shock che ha provato. Al termine della visita, gli ha detto che l’incontro le ha risollevato molto il morale.

Dov Kalmanovich incontr Satir Dawabshe

Dov Kalmanovich incontr Satir Dawabshe

Kalmanovich è poi andato a far visita alla famiglia Dawabshe, presso lo Sheba Medical Center. Riham Dawabshe, che ha perso il figlio più piccolo nell’incendio della loro casa, e suo figlio Ahmed di 4 anni sono ricoverati nell’ospedale in pericolo di vita per le gravi ustioni subite nell’attentato. La madre di Riham, Satir, ha incontrato Kalmanovich. “Chi ha commesso questo atto – la ha detto il vicesindaco di Gerusalemme – è un criminale e deve essere punito nel modo più severo previsto dalla legge. Sta a noi incanalare le nostre energie verso il costruire anziché il distruggere”. Satir si è commossa sino alle lacrime per la visita. “Il fatto che si identifichi con noi – ha detto – aiuta a rendere la cosa meno dolorosa e triste. Preghiamo Iddio perché Riham e Ahmed stiano bene”.

Dov Kalmanovich è nato e cresciuto a Gerusalemme, settima generazione a Gerusalemme della sua famiglia. Sotto la sua leadership l’ente per il restauro dello storico Quartiere ebraico di Gerusalemme ha ricostruito la settecentesca sinagoga di Hurva, distrutta dalla Legione Araba dopo la caduta della Città Vecchia nel 1948. Capolista di Bayit Yehudi a Gerusalemme per le elezioni municipali del 2013, è diventato vicesindaco della città. Agli inizi della prima intifada, nel gennaio 1988, una molotov scagliata da un palestinese di 14 anni infranse il parabrezza dell’auto su cui viaggiava Kalmanovich, lungo la strada da Gerusalemme e Beit El. Kalmanovich reagì rapidamente uscendo dal veicolo e rotolandosi a terra per spegnere le fiamme. Ma la molotov era stata riempita con una sostanza appiccicosa per far aderire le fiamme alla pelle della vittima e ci vollero diversi lunghi momenti per spegnere il fuoco. Un riservista di passaggio lo raccolse e lo portò di corsa con la sua macchina al primo ospedale, appena in tempo per salvargli la vita.

(Da: Israel HaYom, israele.net, 6.8.15)

Dov Kalmanovich nel 1988, con l’allora primo ministro israeliano Yitzchak Shamir

Dov Kalmanovich nel 1988, con l’allora primo ministro israeliano Yitzchak Shamir