Strada facendo

Furibonda reazione palestinese contro la nuova autostrada destinata a connettere nord e sud della Cisgiordania by-passando a est Gerusalemme

La Route 4370

Israele ha inaugurato giovedì scorso a nord-est di Gerusalemme un nuovo tratto di autostrada di 5 km chiamato Route 4370, che è diviso per tutta la sua lunghezza in due parti. In realtà si tratta di due autostrade parallele: le corsie sul lato est sono riservate al passaggio di auto con targa israeliana (ovviamente a prescindere dal fatto che a bordo vi siano cittadini ebrei, arabi, drusi o altro) e di qualunque altro veicolo legalmente autorizzato a circolare in Israele, mentre le due corsie sul lato ovest sono destinate alle auto con targa dell’Autorità Palestinese. Le due carreggiate sono separate da un muro alto 8 metri per impedire attacchi e aggressioni alle auto in transito sul versante israeliano. Le immagini del muro che separa la carreggiata israeliana da quella per l’Autorità Palestinese hanno immediatamente innescato una campagna propagandistica che etichetta la Route 4370 come l’”autostrada dell’apartheid”.

L’autostrada è stata costruita nel quadro di un più ampio progetto di tangenziale destinata a collegare fra loro la parte settentrionale e quella meridionale della Cisgiordania passando a est di Gerusalemme, dunque senza dover attraversare i posti di controllo che sorvegliano gli ingressi alla città. Inaugurando la nuova autostrada, il ministro israeliano della pubblica sicurezza, Gilad Erdan, l’ha definita “un esempio della capacità di creare coesistenza tra israeliani e palestinesi nella salvaguardia della sicurezza”. In effetti una strada già esisteva, ma da 13 anni alle auto israeliane era vietato percorrerla perché troppo esposta ad aggressioni e attacchi. Ora, grazie a questa soluzione, è utilizzabile da tutti.

Israeliani e palestinesi all’apertura della nuova autostrada, presente il ministro israeliano dei trasporti Yisrael Katz

Dal canto suo, il Ministero degli esteri dell’Autorità Palestinese ha reagito definendo l’autostrada “razzista”, e “una vergogna” il fatto che la comunità internazionale “assista a un regime di apartheid senza fare niente per fermarlo”. Ahmed Majdalani, membro del Comitato esecutivo dell’Olp, ha detto – citato dal Jerusalem Post – che è giunto il momento di ripristinare la famigerata risoluzione 3379 adottata nel 1975 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che definiva il “sionismo una forma di razzismo”. La risoluzione è stata abrogata dall’Assemblea Generale nel 1991.

“L’accusa che si tratti di una strada da apartheid è un’assurdità totale – ha detto alla Cnn Israel Gantz, capo del Consiglio regionale Benyamin (a nord di Gerusalemme) – L’apartheid è discriminazione su base etnica o razziale. Qui invece l’ingresso a Gerusalemme con la carreggiata est di questa autostrada è consentito a chiunque ne abbia legale autorizzazione indipendentemente da religione, etnia o razza”.

Visto che il razzismo non c’entra, il vero motivo della furibonda reazione dell’Autorità Palestinese è verosimilmente un altro. Per anni, la propaganda palestinese è riuscita a convincere i governi del mondo che il progetto israeliano di costruire abitazioni nella zona nota come E1 (un’area ancora non edificata a est di Gerusalemme, fra la città e Ma’aleh Adumim) avrebbe “tagliato in due la Cisgiordania” rendendo impossibile la nascita di un futuro stato palestinese dotato di “continuità territoriale”. Israele ha sempre sostenuto che una semplice circonvallazione a est di Gerusalemme avrebbe risolto il problema. In effetti, una volta completato l’anello di cui la Route 4370 è una parte, sarà enormemente facilitato il traffico non solo fra gli agglomerati israeliani a nord e a sud di Gerusalemme, ma anche quello fra le città palestinesi di Ramallah e Betlemme garantendo la continuità territoriale fra la parte nord e la parte sud della Cisgiordania e disinnescando il principale argomento della propaganda palestinese contro le costruzioni in E1.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Times of Israel, Cnn, israele.net, 10-11.1.19)

Come mostra la mappa, l’accusa secondo cui l’area E1 (in blu, indicata dalla freccia) impedirebbe la continuità del futuro stato palestinese è infondata: non solo le parti nord e sud dello stato palestinese resterebbero collegate, ma il tragitto per aggirare la zona israeliana sarebbe comunque molto più breve di quello che gli israeliani dovrebbero percorrere per aggirare la zona palestinese (clicca per ingrandire)