Successo allestero del teatro israeliano composto da attori ciechi e sordi

Na Lagaat è lunica compagnia teatrale di questo genere al mondo

image_871Mentre la scena si illumina e la musica inizia, una fila di dodici attori vestiti di nero appare sul palcoscenico, seguita da un’altra fila di attori vestiti di rosso. Nulla li distingue da qualunque altra troupe teatrale, a meno che non si sappia che questi attori non possono vedere le luci né sentire la musica insieme al pubblico.
Na Laga’at (per favore toccare) è l’unica compagnia teatrale di questo genere al mondo. Il gruppo di dodici attori israeliani non vedenti-non udenti, accompagnati dai loro interpreti, ha recitato di fronte ad un foltissimo pubblico in Israele, Svizzera, Stati Uniti e Canada, ottenendo lodi sia dal pubblico che dalla critica.
Nella loro rappresentazione di “Light is heard in Zig Zag”, gli attori condividono i loro ricordi ed i loro sogni sulla scena con spirito, originalità e forza. Un uomo descrive la sua fantasia di pescare, mentre gli altri attori rappresentano la potenziale preda. Una donna sogna di diventare una famosa attrice. Un’altra desidera semplicemente la giornata normale di una persona che può vedere e sentire: ascoltare le notizie, andare a fare shopping e poter vedere le cose che acquista.
Con l’eccezione di due attori che possono parlare, il resto della sceneggiatura è recitato e mimato da un interprete.
Adina Tal, direttore artistico del Na Laga’at, fu contattata cinque anni fa da un’organizzazione non-profit che riceveva una sovvenzione per insegnare recitazione ad un gruppo di studenti non vedenti e non udenti, per la maggior parte affetti dalla sindrome di Usher, una condizione genetica debilitante che gradualmente provoca sordità e cecità. Nessuno aveva esperienza di recitazione.
Benché Tal abbia un ricco background teatrale e fosse a capo della propria compagnia teatrale di grande successo, non aveva esperienza di lavoro con disabili. “Nessuno nella mia famiglia è non vedente e non udente, che è il modo più naturale con cui si viene coinvolti in queste attività”.
Nonostante i suoi timori che l’impresa potesse provocare reazioni di pietà e diventare una produzione al di sotto del livello voluto, Tal prese la decisione consapevole che avrebbe lavorato con la troupe come con attori normali, producendo teatro di qualità. “Mi sono innamorata del gruppo”, dichiara.
Hanno recitato nel notissimo teatro “Schpielhaus” di Zurigo, a Ginevra nella sede dell’ONU e il 15 settembre saranno al Lincoln Center a New York.
Gli interpreti e i tamburi segnalano gli attacchi, e gli interpreti trasmettono l’applauso del pubblico agli attori con dei colpetti sulle mani, che essi passano l’un l’altro facendo una catena.
Tal dice che la vita degli attori è cambiata completamente. Eppure il commento più frequente menzionato nei due diari lasciati a disposizione nelle lobby dei teatri, e nei dialoghi aiutati da interpreti che seguono lo spettacolo, è quanto sia trasformata anche la vita degli spettatori. “Vediamo le reazioni dei giovani. Perfino quelli che normalmente non riescono a stare seduti, alla fine dello spettacolo non vogliono andar via.”
Alla richiesta di spiegare l’impatto straordinario che questi attori hanno sul pubblico, Tal commenta che la loro abilità di superare le barriere più formidabili incoraggia lo spettatore a chiedersi: “Se loro possono, perché non posso anch’io?”. Spiega anche che il teatro ha dato agli attori strumenti per comunicare con forza dal loro mondo di silenzio e buio, un mondo che ricorda il luogo embrionale da cui tutti proveniamo: “Questa è la magia, il momento di creazione e di timore reverenziale che fa fare al pubblico un viaggio di ricerca sia all’interno che all’esterno. Tutta la grande arte lo fa”.
Il gruppo ha anche un grande progetto: creare un centro “dove i non-vedenti-non udenti lavorino e la popolazione vedente e udente vada a divertirsi”. Anche se il centro sarà l’unico al mondo di questo genere, Tal e Gur sperano di fondare filiali altrove, costruite sullo stesso modello: “Il principio importante nella riabilitazione di qualunque tipo è muovere verso l’esterno e creare un punto d’incontro tale che tutti i partecipanti ne siano arricchiti”.

(Tzippi Moss su: www.israel21c.org, 21.08.05)