Non solo nucleare. Tra terrorismo Siria Iraq e Hezbollah, i tentacoli dell’Iran non si limitano alla bomba atomica

L'Iran ha spesso utilizzato il programma nucleare per distogliere l’attenzione dal suo vero proposito: conseguire il predominio regionale

Di Seth J. Frantzman

Seth J. Frantzman, autore di questo articolo

Stando a varie notizie di stampa, Israele sta preparando uno sforzo a tutto campo per discutere con la nuova amministrazione americana le minacce provenienti dall’Iran. Il consigliere per la sicurezza nazionale Meir Ben-Shabbat ha parlato sabato scorso con Jake Sullivan, la sua controparte nell’amministrazione Biden, mentre il capo del Mossad Yossi Cohen dovrebbe recarsi presto a Washington per illustrare le preoccupazioni d’Israele ai suoi colleghi americani. Le discussioni saranno verosimilmente ad ampio raggio. Secondo quanto è dato sapere, probabilmente comprenderanno la richiesta che Iran cessi l’arricchimento dell’uranio, la produzione di centrifughe avanzate e il sostegno a varie milizie terroristiche che gli fanno da gregari, come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen, e che ponga fine al suo comportamento aggressivo in Siria e Iraq. E la lista non si esaurisce qui. Accade a volte, durante le trattative, che una parte presenti all’inizio il suo elenco ideale di richieste puntando a soddisfarne alla fine solo alcune. E’ così che appare questa “lista della spesa”: butta sul tavolo una quantità di problemi contando sul fatto che gli Stati Uniti e Israele possano venire a capo di alcuni.

D’altra parte, ciò che Israele sembra delineare con questa lista è molto più simile a un “elefante iraniano nella stanza” che al “semplice” problema del nucleare di Teheran. In effetti, l’Iran ha spesso utilizzato il programma nucleare per distogliere l’attenzione dal suo vero proposito: conseguire il predominio regionale.

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Il programma nucleare è solo parte di un più vasto complesso militare-industriale iraniano che riguarda missili balistici avanzati a guida di precisione, droni sofisticati, nuove risorse navali e tutta una congrega di milizie sparse nella regione. L’Iran finanzia e arma Hezbollah, comprese le sue strutture segrete per la produzione di armamenti. L’Iran ha piazzato droni in Siria e ha persino cercato di schierarvi il suo sistema di difesa anti-aerea Khordad. Ha spostato armi nelle basi T4 e Imam Ali e in altri centri siriani. Sta cercando di spostare in Libano e in Siria la produzione di munizioni a guida di precisione, ha trasferito agli Houthi nello Yemen la tecnologia per droni e missili e, nel 2018, ha schierato missili balistici nell’Iraq occidentale.

Mai nella storia un paese ha messo in atto così rapidamente un tale approccio a più livelli con lo scopo di piantare la propria impronta in tutta la regione. A differenza delle vendite di armi occidentali ai paesi del Medio Oriente, l’Iran si è mosso molto speditamente schierando i suoi sistemi un po’ dappertutto nella regione. Ha agito violando le leggi internazionali, minando navi nel Golfo di Oman, attaccando con droni l’Arabia Saudita e spostando illegalmente armi attraverso paesi sovrani a vantaggio di milizie illegali. Questo è il metodo del regime iraniano.

Il programma nucleare iraniano, quindi, non è a se stante ed è stato sbagliato affrontarlo come un’entità separata anziché come parte di un più ampio piano d’azione iraniano. L’Iran si è spesso divertito a lasciare che il mondo discutesse del suo programma nucleare, del numero di centrifughe e del tasso di arricchimento dell’uranio, mentre Teheran si concentrava sul mettere in orbita il suo primo satellite militare, migliorare la sua gamma di missili a combustibile solido e liquido, incrementare il suo trinceramento armato in Siria. L’Iran accende e spegne il suo programma nucleare a seconda di quanto vuole scaldare i negoziati. Il programma nucleare è allo stesso tempo una sorta di spauracchio e uno strumento di ricatto.

Le discussioni attuali e future tra Israele e amministrazione Biden si concentreranno sulla più ampia piovra iraniana che allunga i suoi tentacoli in tutta la regione. Come fronteggiare quella piovra e tutte le sue minacce costituisce il vero nodo da dirimere. Il programma nucleare di Teheran è l’abito con cui la piovra si copre per distrarre l’attenzione dalla minaccia più generale che incombe.

(Da: Jerusalem Post, 24.1.21)