Fra Iran, Hamas, Hezbollah e coronavirus

Un appello a Gantz e Netanyahu: Israele non può permettersi di perdere altro tempo in battibecchi politici

Di Yuval Karni

Yuval Karni, autore di questo articolo

Ci sono momenti nella vita in cui i sentimenti di insofferenza vengono superati da una vera preoccupazione. Dopo tre lunghe ed estenuanti campagne elettorali piene di pericolosa retorica divisiva, quel momento è ormai alle porte.

Insofferenze a parte, adesso c’è una vera preoccupazione per noi cittadini, il nostro paese, il nostro discorso politico, il nostro sistema politico e la mancanza di fiducia in esso. Negli ultimi anni il mondo della politica israeliana si è divaricato. Pertanto non possiamo stupirci per il quadro che è uscito dalle recenti elezioni. Nessuno dei principali partiti parla di una coalizione di unità nazionale. Eppure le loro posizioni sono molto simili su tanti importanti temi politici. La decisione di varare un governo di unità nazionale ci permetterebbe di affrontare finalmente le vere questioni con cui il paese deve fare i conti.

È tempo che i politici mettano da parte le promesse, le posizioni di principio e le animosità personali della campagna elettorale, in nome di un bene superiore. Il leader di Blu-Bianco Benny Gantz sarebbe disposto a formare un governo di unità nazionale se solo il primo ministro Benjamin Netanyahu venisse rimosso. Netanyahu, dal canto suo, ha tentato tre volte invano di ottenere i voti necessari per formare un governo col suo blocco, con il quale promuovere la sua agenda politica che include il varo di una legge che lo metterebbe al riparo, finché è primo ministro, dal processo a suo carico per presunti reati di corruzione, frode e abuso d’ufficio.
Tre tornate elettorali in meno di un anno non sono riuscite a produrre un vincitore decisivo. Quindi, cosa spinge Gantz a cercare di formare un governo di minoranza? E perché Netanyahu rifiuta di aprire a un governo di unità nazionale? Ognuno dei due sta aspettando che sia l’altro a cedere. Ma quand’anche uno di loro riuscisse a creare una coalizione ristretta, il suo governo sarebbe detestato da metà dell’elettorato, e inizierebbe il suo mandato senza la necessaria fiducia dell’opinione pubblica.

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In questo momento Israele, come il resto del mondo, si trova di fronte a una vera emergenza, e sebbene i politici in generale preferiscano stare alla larga dai governi di unità nazionale, in questo momento l’unità è la soluzione preferita dagli elettori, che temono la prospettiva di una quarta tornata di elezioni anticipate. Il coronavirus condizionerà non solo la salute dei cittadini e la tenuta del sistema sanitario: il coronavirus potrebbe anche devastare l’economia del paese. Senza dimenticare le eterne minacce alla sicurezza su più fronti, a nord e a sud, con cui Israele deve sempre fare i conti.

Tutti abbiamo il diritto di sognare il nostro governo ideale. Ma ora non dobbiamo farlo, mentre la finestra di opportunità sta per chiudersi, se non vogliamo perdere la possibilità di avere una coalizione unitaria. Dobbiamo tutti unire le forze e mettere al primo posto il paese. Ed è tempo di sanare le ferite. Per cui dico al signor Netanyahu e il signor Gantz: unite le forze, adesso.

(Da: YnetNews, 11.3.20)