Triste lezione di storia dal Medio Oriente

La brutalità dei regimi arabi mostra cosa accadrebbe agli ebrei, se non si difendessero.

Di Guy Bechor

image_3121Ecco una delle famose favole di Esopo. Un giorno i lupi mandarono una delegazione dalle pecore proponendo di far pace per sempre. “I cani sono i colpevoli del conflitto fra di noi – dissero i lupi alle pecore – Sono loro la fonte della controversia: ci abbaiano contro, ci minacciano, ci provocano. Cacciate via i cani e non vi sarà più nulla che impedisca amicizia e pace eterna fra di noi”. Le pecore, stolte, credettero ai lupi e cacciarono i cani. Dopodiché, senza più la protezione che i cani-pastore garantivano, le pecore caddero facile preda dei lupi.
Oggi che il mondo inorridisce alla vista dell’efferatezza del regime del terrore siriano che senza alcuna pietà massacra i suoi stessi cittadini, si può vedere con chiarezza cosa sarebbe accaduto agli ebrei in Medio Oriente se non avessero avuto la loro forza di protezione, le Forze di Difesa israeliane.
Purtroppo menzogne, ipocrisie e illusioni hanno libero corso. Molti, qui in Israele e nel mondo in generale, credono alla meravigliosa favola mediorientale della definitiva pace, democrazia e amicizia fra le nazioni, e credono alla reiterata propaganda secondo cui Israele sarebbe il Golia e gli arabi il piccolo Davide. Ma la realtà si è incaricata di dimostrare quanto si sbagliano. Si ricorderà come Tom Friedman, dalle colonne del New York Times, avesse sgridato Israele per non aver colto al volto la nuova “era di libertà” in Medio Oriente; analoghi sentimenti sono stati espressi da altri ebrei naif, una categoria che non fece mostra di spiccato istinto di sopravvivenza nel corso della storia dell’ebraismo in Europa.
Quando si guarda alla sorte dei cristiani in Medio Oriente, ci si rende conto di cosa sarebbe successo agli ebrei se fossero stati sconfitti, o se fossero rimasti senza difese. Cristiani vengono oggi trucidati in paesi che hanno sperimentando il “cambiamento democratico”, come l’Iraq, l’Egitto e la Tunisia; le loro chiese vengono date alle fiamme, e loro vengono spinti a fuggire mentre le loro proprietà vengono saccheggiate. Per loro disgrazia i cristiani, nel Medio Oriente dei fanatismi e delle tribù, a differenza degli ebrei non sono stati abbastanza fortunati da riuscire a creare uno stato dall’identità chiaramente cristiana. Ingenuamente hanno creduto nella collaborazione con altre etnie, ed ora ne stanno pagando il prezzo: in Libano, dove si stano estinguendo, nell’Autorità Palestinese e ben presto anche in Siria.
Questa è la ragione del tutto evidente per cui i nemici di Israele puntano a minarne l’identità nazionale ebraica. Il desiderio di istituire, come dicono, “uno stato per tutti i cittadini”, cioè uno stato bi-nazionale o multi-nazionale, mira a cancellare ogni identità ebraica del paese, eliminando a poco a poco la stessa presenza ebraica da questi paraggi. E qui appare in tutta chiarezza il grande significato del nazionalismo ebraico, vale a dire del sionismo, dopo che tanti gli hanno dato addosso o l’hanno dato per superato.
Questa è anche la ragione per cui vi sono elementi esterni, e purtroppo anche alcuni all’interno di Israele, che cercano di sfibrare le Forze di Difesa israeliane attraverso un martellamento di ridondanti commissioni d’inchiesta, istigamenti e critiche preconcette, propaganda ostile e sforzi volti ad infangare il prestigio morale dell’esercito d’Israele. Questa è la ragione per cui vengono emessi mandati d’arresto internazionale ai danni di ufficiali delle Forze di Difesa israeliane: l’obiettivo principale è quello di debilitare e demolire la sola forza di difesa che protegge gli ebrei in Medio Oriente.
Ma quando si vede il vero Medio Oriente che insorge a massacrare la sua stessa gente in Siria, tutti noi ci troviamo di fronte a una tragica lezione di storia “dal vivo”. La verità non si lascia intimidire e mostra chi è che in questa regione minaccia di sterminio e chi è minacciato, chi sono gli assassini e chi le vittime. Tutt’a un tratto la propaganda araba, che il mondo ha ascoltato per decenni, si va dissolvendo: non può nulla di fronte alla verità e alla storia. Di fronte al massacro dei giorni scorsi nella città siriana di Deraa, degna continuazione della gloriosa tradizione della famiglia Assad, si tenga sempre a mente la fiaba delle pecore che divennero facile preda dei lupi a causa della loro fatale ingenuità. In realtà non c’è nulla di nuovo nella brutalità e nella stoltezza delle nazioni: Esopo ne scriveva già duemilacinquecento anni fa. Siamo noi ebrei che dobbiamo specialmente ricordarcelo.

(Da: YnetNews, 26.04.11)

Nella foto in alto: Carri armati per le strade di Daraa