Troppo bello per essere vero

In occasione di Purim, il Jerusalem Post pubblica le notizie che vorrebbe poter dare davvero

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_2434In occasione di Purim (carnevale ebraico), il Jerusalem Post pubblica le notizie che vorrebbe poter dare davvero.

Il procuratore generale Menahem Mazuz ha riconosciuto che non aveva nessun buon motivo per tirare per le lunghe l’incriminazione dell’ex presidente Moshe Katsav. “Ho dei problemi con il temporeggiamento – ha spiegato – ma questa volta penso di essere veramente pronto”.

Parlando all’ordine forense, l’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak ha ammesso che “i giudici non dovrebbero controllare il processo di selezione dei giudici” ed ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di un vero sistema di pesi e contrappesi”.

Migliora l’ordine pubblico, in Israele, dopo che il “coniglio di sindacato dei criminali organizzati” ha dichiarato che i suoi associati non si occuperanno più di tratta di schiave, estorsioni e traffico di droga. Un alto esponente dei gangster ha confessato: “Siamo diventati niente più che delinquenti che parlano ebraico, ora basta”.

Il ministro delle finanze ha promesso che non toglierà tutti gli ostacoli al completamento della ferrovia veloce fra Tel Aviv e Gerusalemme, rendendo così possibile la sua entrata in servizio per il 2012.

La compagnia aerea El Al ha annunciato che non seguirà l’esempio della Ryanair, la compagnia che ha deciso di far pagare ai passeggeri l’utilizzo della toilette in volo. “Certo, sarebbe astuto offrire bevande gratis e far pagare l’accesso ai servizi – ha detto il portavoce della compagnia israeliana – ma noi intendiamo invece focalizzare l’attenzione sui nostri clienti abituali del lungo raggio offrendo in classe economica un 15% di spazio in più per le gambe”.

I direttori dei giornali britannici Guardian, Times e Daily Telegraph si sono congiuntamente impegnati a garantire una copertura più corretta ed equilibrata delle notizie da Israele, lasciando all’Independent il compito di delegittimare sistematicamente lo stato ebraico in Medio Oriente. Nel frattempo, l’ombudsman dell’International Herald Tribune ha riconosciuto che pubblicare in prima pagina la fotografia, fra tutte quelle possibili, di una donna araba che passa davanti ai resti di un edificio bombardato a Gaza per celebrare la Giornata Internazionale della Donna è stata una scelta un tantino “tendenziosa”.

La vincitrice del Premio Pulitzer Alice Walker ha deciso di rinunciare al viaggio nella striscia di Gaza e di concentrarsi piuttosto sul genocidio in corso in Sudan. “Potrei certamente saltare sul comodo carro degli anti-israeliani – ha spiegato la famosa attivista per i diritti delle donne afroamericane – Ma la questione palestinese catalizza già una quantità sproporzionata di attenzione da parte dell’opinione pubblica a detrimento di questioni ben più gravi e urgenti”.

La Spagna ha deciso di abrogare la legge sulla “giurisdizione universale” in base alla quale cercava di braccare membri della difesa israeliana implicati nell’eliminazione mirata del capo terrorista Salah Shehadeh nel 2002. Un eminente giureconsulto spagnolo ha spiegato: “Abbiamo ritenuto che, con la nostra storia di inquisizione e persecuzione e di falsa neutralità durante la Shoà, in effetti non avevamo alcuna autorità morale per ergerci a giustizieri degli israeliani che si sono difesi dal terrorismo”.

Gli organizzatori della Conferenza Onu sul razzismo (Durban Due) hanno cancellato l’evento affermando semplicemente: “Era stata trasformata in una sagra non governativa di odio anti-ebraico”.

Le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato, per la prima volta dopo molti anni, che in occasione della festa di Purim non vi sarà la solita chiusura dei passaggi fra Israele e Cisgiordania, giacché è ormai completamente scomparso ogni più remoto rischio che dei palestinesi intendano farsi esplodere sugli autobus israeliani o nei i cortei di bambini in maschera.

L’India si è impegnata a versare aiuti alla città israeliana di Sderot per una cifra equivalente a quelli stanziati per le ricostruzioni a Gaza. Va detto tuttavia che l’Autorità Palestinese ha cortesemente respinto l’offerta di denaro spiegando che “già non riesce a rendere conto dei miliardi arrivati con le donazioni internazionali precedenti”. “Ciò di cui abbiamo veramente bisogno – ha dichiarato Mahmoud Abbas (Abu Mazen) – non è di altro denaro, ma di un’amministrazione fiduciaria per la Palestina che ci aiuti a coltivare la cultura della tolleranza e del rispetto delle minoranze”.

Infine, ma non meno importante, l’Iran ha ammesso che stava lavorando alla costruzione della bomba atomica, ma anche aggiunto che ha deciso di fermare i lavori per via di una visione avuta dall’ayatollah Khamenei. “Il Profeta ha inviato un angelo – ha spiegato la guida spirituale iraniana davanti a una folla in delirio – e mi ha detto che Dio vuole che i Figli di Abramo risolvano le loro divergenze in spirito di amicizia”.
Un delirio davvero.

(Da: Jerusalem Post, 10.03.09)

Nella foto in alto: bambini israeliani in maschera per Purim passano vicino a un rifugio di Sderot. Sul muro, la scritta: “Il popolo d’Israele vive”