Tunnel d’attacco dal Libano: Israele sottrae a Hezbollah uno strumento offensivo cruciale

L’operazione Scudo Settentrionale è una campagna puramente difensiva che non dovrebbe provocare un'escalation. Ma la domanda è: come reagirà l'Iran?

Con un'analisi di Amos Harel

Tecnologia anti-tunnel israeliana all’opera lungo il confine con il Libano

Le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato martedì un’operazione volta a distruggere un certo numero di tunnel d’attacco transfrontalieri scavati dal Libano verso il nord d’Israele dal gruppo terrorista Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Annunciando l’operazione Scudo Settentrionale, il portavoce militare Jonathan Conricus ha detto che “un certo numero di tunnel” è penetrato in territorio israeliano e che le forze armate stanno operando sul versante israeliano della frontiera per distruggerli.
(Da: Times of Israel, 4.12.18)

Scrive Amos Harel: Gli eventi di martedì mattina permettono di affermare ora a chiare lettere ciò che di recente poteva essere solo accennato per via delle ovvie restrizioni imposte dal segreto militare: le Forze di Difesa israeliane hanno intrapreso la fase pubblica di un’operazione su vasta scala volta a scovare e distruggere i tunnel per attacchi terroristici che Hezbollah ha scavato sotto il confine fra Libano e Israele. E’ su questo sfondo che vanno visti il crescente nervosismo che si era registrato sul fronte settentrionale nelle ultime settimane, la visita-lampo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Bruxelles di lunedì scorso, dove ha parlato con il Segretario di stato americano Mike Pompeo della situazione sul fronte nord, nonché probabilmente l’accenno che Netanyahu ha fatto circa due settimane fa ad una situazione di sicurezza di emergenza che, diceva, rende necessaria la permanenza del partito HaBayit HaYehudit nella vacillante coalizione di governo (nonostante le annunciate dimissioni dei suoi ministri dopo l’uscita dalla coalizione del partito Yisrael Beiteinu di Avigdor Lieberman).

Amos Harel

Nonostante il carattere clamoroso dell’annuncio di martedì mattina e il nome altamente simbolico dato all’azione in corso (operazione Scudo Settentrionale), i passi compiuti da Israele su quel fronte sono ben lontani dal preconizzare una guerra. Israele sta attuando una attività difensiva perfettamente legittima, all’interno del suo stesso territorio, atta a sventare i preparativi offensivi che Hezbollah ha compiuto in vista di future attività ostili contro Israele. I lavori del genio vengono condotti sul versante israeliano del confine e rappresentano una risposta alla palese violazione della sovranità israeliana da parte di Hezbollah, che ha scavato tunnel fin dentro il territorio israeliano (il che non toglie che ovviamente Israele, quando necessario per la sua sicurezza, non ha esitato a prendere iniziative che vìolano la sovranità libanese e siriana, come gli attacchi degli ultimi anni dell’aviazione israeliana contro armi pericolose in territorio siriano e i sorvoli per intelligence e deterrenza nei cieli del Libano).

Ora la nuova mossa israeliana priva Hezbollah di un’importante strumento offensivo che la milizia jihadista libanese filo-iraniana teneva in serbo per una prossima guerra con Israele. Dal punto di vista di Hebollah, si tratta di una grave frustrazione operativa, ma non è certo un buon motivo per scatenare una guerra in questo momento. Secondo le valutazioni in Israele, il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah non è interessato a fare la guerra in questo momento ed anzi, a dispetto delle sue frequenti minacce pubbliche, serve da forza di contenimento nel processo decisionale fra Teheran, Damasco e Beirut.

A quanto è dato sapere, il viaggio di lunedì a Bruxelles del primo ministro israeliano vedeva in gioco due componenti: un coordinamento con gli americani sui passi militari israeliani volti a trovare i tunnel, e l’invio di un ulteriore forte segnale di avvertimento al governo libanese che dovrebbe starsene tranquillo e cercare di frenare Hezbollah per prevenire un’escalation lungo il confine.

Il tracciato di un tunnel che Hezbollah ha scavato nella roccia per 200 metri in territorio libanese e per 40 metri in territorio israeliano

A questo punto la domanda più inquietante è come reagirà l’Iran, e se cercherà un modo per far pagare un prezzo a Israele, magari su un altro confine, allo scopo di mandare a monte i piani operativi di Gerusalemme. La realizzazione dei tunnel è stata un’impresa costosa e segreta di importanza fondamentale per Iran e Hezbollah. È chiaro che erano coinvolti anche gli iraniani, e che alcune delle idee operative si sono basate sulle conoscenze acquisite da Hamas nelle sue attività sotterranee degli ultimi dieci anni nella striscia di Gaza.

L’establishment della difesa israeliano ha fatto grandi passi avanti sul piano tecnologico e di intelligence nella ricerca dei tunnel a Gaza, e da circa un anno a questa parte ha localizzato e distrutto una quindicina di tunnel per attacchi terroristi su entrambi i lati del confine tra Gaza e Israele. Ma questi importanti successi operativi hanno anche gradualmente contribuito al successivo deterioramento tra Israele e Hamas giacché hanno spinto Hamas a incendiare deliberatamente la situazione lungo il confine fra Gaza e Israele con le violente dimostrazioni iniziate alla fine di marzo.

Scavare gallerie nel terreno roccioso, così come localizzare i tunnel, sono compiti estremamente difficili sul confine settentrionale. Le Forze di Difesa israeliane hanno rivelato ben pochi dettagli riguardo ai preparativi degli ultimi anni: hanno accennato a una valutazione formulata nel 2012 secondo la quale, quando Hezbollah parla di un piano per “conquistare la Galilea” include anche progetti di attacchi a sorpresa attraverso i tunnel, e alla decisione del 2014 di riunire una squadra speciale per analizzare il problema e i crescenti sforzi per scovare i tunnel. Per ora l’esercito israeliano non ha rivelato quanti anni sono trascorsi da quando sono stati scavati i tunnel né quanto tempo è passato (non poco, a quanto pare) prima che venissero scoperti; non ha rivelato se sospetta che vi siano altre gallerie oltre a quelle individuate, né se vi fosse una precisa ragione per intraprendere tale passo diversi mesi fa, quando sono iniziati i preparativi per l’azione oggi in corso.

Come che sia, martedì mattina è stata svelata una notevole sfida alla sicurezza, che ora richiede il coinvolgimento personale del primo ministro, dal capo di stato maggiore Gadi Eisenkot e dal capo del Comando nord, Yoel Strick. Va ricordato che i tunnel non sono l’unica questione urgente all’ordine del giorno. Israele ha anche messo in guardia sulle conseguenze del piano dell’Iran di creare in Libano impianti per la produzione di armi di precisione destinate a Hezbollah. Inoltre, Israele deve essere pronto per i cambiamenti dettati dalla Russia, che in larga misura ha chiuso lo spazio aereo siriano alle azioni dell’aviazione israeliana, ma ha anche costretto l’Iran a ridurre i convogli che contrabbandano armi.
(Da: Ha’aretz, 4.12.18)

Traduzione: 2006, seconda guerra in Libano: le Forze di Difesa israeliane scoprono una rete di tunnel sotterranei di Hezbollah in Libano. Alla fine della guerra l’Onu decide di trasformare il Libano meridionale in una zona smilitarizzata e di bandire le forniture di armi ad ogni organizzazione che non sia l’esercito libanese. Hezbollah continua a sviluppare reti sotterranee nel Libano meridionale in preparazione della guerra.
2012: Hezbollah inizia a sviluppare un piano d’attacco su suolo israeliano.
2013: mentre seguono i piani di Hezbollah, le Forze di Difesa israeliane indagano i sospetti di scavi di Hezbollah al confine. Le indagini non trovano evidenze.
2014: le Forze di Difesa israeliane scoprono tunnel di Hamas all’interno di Israele ai confini con Gaza. Giacché si sa che Hamas e Hezbollah condividono le loro competenze, la scoperta rafforza la possibilità di tunnel nel nord. Viene creato un team di intelligence tecnologica focalizzato sulla minaccia sotterranea di Hezbollah. Le Forze di Difesa israeliane ampliano i piani difensivi nel nord. Vengono utilizzati strumenti tecnologici al confine per scoprire gli scavi dal Libano.
2018: le Forze di Difesa israeliane avviano un’operazione per neutralizzare i tunnel d’attacco di Hezbollah al confine settentrionale.
(Da: Portavoce militare israeliano, 4.12.18)

In una conferenza stampa, il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Ronen Manelis ha fornito maggiori dettagli sull’operazione. “Le Forze di Difesa israeliane – ha spiegato – hanno identificato per la prima volta nel 2006 i tentativi di Hezbollah di scavare tunnel vicino al confine. Questi sforzi sono aumentati dopo la guerra in Libano del 2006 e nel 2012 abbiamo valutato che i tunnel offensivi fossero l’elemento di sorpresa dello schema a cui il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, si riferisce quando parla di “un piano per conquistare la Galilea”. Nel 2013, le Forze di Difesa israeliane hanno esaminato diversi indicatori dell’esistenza di tunnel vicino al confine settentrionale e l’hanno esclusa alla luce delle capacità tecnologiche di Hezbollah di allora. Nell’ottobre 2014, dopo l’operazione anti-Hamas a Gaza “Margine Protettivo”, è stato istituito nell’ambito del Comando Settentrionale un gruppo speciale di intelligence tecnologica incaricato di fare luce sull’attività di Hezbollah in fatto di tunnel. Il team ha lavorato per quattro anni raccogliendo le informazioni di intelligenza culminate nell’operazione di oggi. Nel corso degli anni, lungo la Linea Blu [la linea di confine tra Libano e Israele sancita dalle Nazioni Unite] sono state schierate varie tecnologie operative che hanno permesso all’Intelligence Militare di fornire al Corpo del Genio Combattente migliori informazioni su cui basare e lanciare l’operazione volta a neutralizzare le gallerie. Dopodiché, quando si sono presentate le giuste condizioni operative, le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato l’operazione Scudo Settentrionale”.

Nella conferenza stampa, le Forze di Difesa israeliane non hanno rivelato quante sarebbero le gallerie che penetrano dal Libano in territorio israeliano né quanto tempo potrebbe durare l’operazione. E’ stato invece sottolineato che “i tunnel transfrontalieri di Hezbollah costituiscono una chiara violazione della sovranità israeliana e della risoluzione Onu 1701, sono un atto di aggressione e Israele farà tutto il necessario per proteggere i propri cittadini e il proprio territorio da tale aggressione. Inoltre, i tunnel vengono costruiti a partire dal suolo libanese e dunque rappresentano una minaccia sia per la popolazione libanese che per il Libano in quanto tale. Le Forze di Difesa israeliane ritengono il governo libanese responsabile di tutto ciò che accade dalla sua parte della Linea Blu. Il fatto che Hezbollah stia costruendo questi tunnel dimostra che l’esercito libanese non ha alcun controllo sul terreno, che Hezbollah domina il Libano meridionale e che lo fa utilizzando denaro e competenze iraniane”.

Il portavoce Manelis ha affermato che l’esercito israeliano opera nella consapevolezza che Hezbollah sta monitorando i progressi nella battaglia contro i tunnel: “Stiamo allerta e, se necessario, sappiamo cosa fare. L’operazione è stata lanciata in questo momento perché le condizioni operative sono quelle giuste e disponiamo delle capacità tecnologiche necessarie”. Manelis ha sottolineato che le Forze di Difesa israeliane hanno affrontato la questione tunnel prima che essi potessero porre una concreta minaccia alla popolazione: “Siamo determinati a garantire che tutto questo non rappresenti una minaccia per le comunità israeliane adiacenti al confine”, ha specificato.
(Da: Israel HaYom, 4.12.18)

 

Israele ha lanciato l’operazione Scudo Settentrionale per neutralizzare i tunnel terroristici di Hezbollah:

 

Interventi delle Forze di Difesa israeliane contro i tunnel d’attacco di Hezbollah:

 

L’operazione Scudo Settentrionale contro i tunnel terroristici dal Libano:

 

Prime immagini dall’interno di un tunnel d’attacco di Hezbollah:

 

Membri di Hezbollah sorpresi in un tunnel dalla telecamera e dall’azione delle Forze di Difesa israeliane appena penetrati in territorio israeliano: