Tutte le tregue violate dai terroristi

Hamas ha voluto il conflitto, la sua continuazione e il moltiplicarsi di sofferenze e perdite da entrambe le parti

Unità mediche delle Forze di Difesa israeliane prendono in consegna feriti palestinesi trasportati al confine dalla Mezzaluna Rossa

Unità mediche delle Forze di Difesa israeliane prendono in consegna feriti palestinesi trasportati al confine dalla Mezzaluna Rossa

Dall’inizio dell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo” Israele ha accettato e rispettato numerosi cessate il fuoco: per lo più tregue umanitarie chieste da vari soggetti internazionali.

Hamas, invece, ha violato tutti cessate il fuoco, anche l’unica tregua umanitaria proposta dalla stessa Hamas.

In particolare il 15 luglio Hamas ha esplicitamente rifiutato e violato il cessate il fuoco promosso dall’Egitto, sostenuto dalla maggior parte della comunità internazionale compresa la Lega Araba, e accettato da Israele. Se Hamas avesse rispettato quel cessate il fuoco, Israele non avrebbe dovuto nemmeno iniziare l’operazione di terra con le conseguenti perdite di vite umane da entrambe le parti.

Lancia razzi di Hamas

Lanciarazzi di Hamas semi-interrato

Questa la cronologia dei cessate il fuoco violati da Hamas:

• 15 luglio: Israele accetta il cessate il fuoco promosso dall’Egitto e ferma ogni operazione alle 9.00 del mattino. I terroristi lanciano più di 50 razzi contro le comunità israeliane. Solo dopo sei ore di lanci di razzi continui, le Forze di Difesa israeliane reagiscono riprendendo le operazioni.

• 17 luglio: Israele accetta un cessate il fuoco umanitario di cinque ore. Le organizzazioni terroristiche lo rifiutano e sparano razzi su varie località, tra cui la città di Be’er Sheva (capoluogo del Negev israeliano).

• 20 luglio: Israele accetta una “finestra medico-umanitaria” di due ore nella zona di Shejaiya, su richiesta del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Quaranta minuti dopo l’inizio del cessate il fuoco, Hamas lo infrange. Israele, invece, lo mantiene e lo prolunga di altre due ore.

• 26-27 luglio: Israele rispetta un cessate il fuoco umanitario chiesto dalle Nazioni Unite dalle 8.00 alle 20.00 di sabato 26. Durante la giornata annuncia la sua disponibilità a prorogare il cessate il fuoco fino a mezzanotte, ma pochi minuti dopo le 20.oo Hamas riprende il lancio di razzi contro i civili israeliani.

Lo stesso 26 luglio Hamas, che aveva rifiutato il cessate il fuoco Onu, annuncia un cessate il fuoco umanitario di 24 ore a partire dalle 14.00. Poco dopo, però, Hamas vìola il suo stesso cessate il fuoco.

Nonostante il fuoco continuo di Hamas, Israele decide di estendere una seconda volta il cessate il fuoco umanitario, dalla mezzanotte di sabato alla mezzanotte di domenica. I lanci di razzi continuano.

• 28 luglio: Israele accetta la richiesta di Hamas di un cessate il fuoco in occasione della festa musulmana di Eid al-Fitr. Alle Forze di Difesa israeliane viene data disposizione di cessare gli attacchi militari, ma Hamas continua a lanciare razzi contro Israele.

• 30 luglio: Israele annuncia un cessate il fuoco umanitario temporaneo tra le 15.00 e le 19.00. Pochi minuti dopo l’inizio del cessate il fuoco, Hamas lancia razzi contro le città meridionali di Ashdod e Ashkelon e su altre comunità israeliane.

1 agosto: Israele e Hamas accettano un cessate il fuoco umanitario di 72 ore, a partire dalle 8.00 di mattina, chiesto da Usa e Onu per permettere l’avvio di negoziati al Cairo sul consolidamento della tregua. Un’ora e mezza dopo l’inizio del cessate il fuoco una unità israeliana, che ha scoperto fra le case di Rafah (striscia di Gaza meridionale) l’ingresso di un tunnel che penetra per 2 km in territorio israeliano, viene attaccata da un commando di terroristi: un attentatore suicida si fa esplodere uccidendo due militari, mentre altri terroristi rapiscono un terzo soldato.

(Da: MFA, 31.7.14, israele.net 2.8.14)

 

Razzi palestinesi sparati da zone densamente abitate (nei video delle Forze di Difesa israeliane). Centinaia di questi ordigni ricadono in territorio palestinese provocando vittime e danni: