“Tutti i palestinesi sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”

La spudorata ipocrisia di Jibril Rajoub, che vieta ai palestinesi ogni “normalizzazione” con lo stato ebraico ma si fa curare in Israele

Di Itamar Marcus, Nan Jacques Zilberdik

Itamar Marcus e Nan Jacques Zilberdik, autori di questo articolo

Ignorando bellamente la recente decisione dell’Autorità Palestinese di sospendere tutte le cure mediche in Israele per i pazienti palestinesi, l’alto esponente palestinese Jibril Rajoub si è fatto curare in un ospedale israeliano. Stando a quanto hanno riferito da mass- media israeliani (tv Mako, 9.5.19), Rajoub si è recentemente ammalato e ha deciso di farsi ricoverare nell’ospedale israeliano Ichilov di Tel Aviv Il che dimostra che la decisione dell’Autorità Palestinese di cancellare le cure mediche in Israele si applica solo ai normali palestinesi, ma non ai loro capi. Parafrasando la Fattoria degli animali di George Orwell, evidentemente per la dirigenza palestinese “tutti i palestinesi sono uguali, ma alcuni palestinesi sono più uguali degli altri”.

L’Autorità Palestinese ha deciso di porre fine a tutte le cure mediche per i palestinesi in Israele a seguito della decisione di Israele di detrarre dal denaro delle tasse che Gerusalemme riscuote per conto di Ramallah un ammontare pari ai vitalizi pagati dall’Autorità Palestinese ai terroristi detenuti. La decisione di dare la priorità agli stipendi per i terroristi rispetto alle cure mediche per i palestinesi in generale, migliaia dei quali fino ad ora venivano curati ogni anno in Israele, è entrata in vigore lo scorso 26 marzo, come annunciato dal portavoce del Ministero della salute palestinese Osama Al-Najjar. Al-Najjar ha spiegato al quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida (27.3.19) che “la decisione è squisitamente politica ed è stata presa come risposta a Israele che riduce la somma di denaro che riscuote per noi”.

Vale la pensa sottolineare che Israele ha accettato di curare Rajoub nonostante il fatto che questi abbia apertamente ripetutamente esortato all’assassinio di israeliani e si sia sempre distinto nel promuovere appelli contro ogni “normalizzazione” con lo stato ebraico, in particolare nel campo dello sport.

“La fattoria degli animali” di George Orwell, 1945

Rajoub è uno dei dirigenti palestinesi più espliciti nel sostenere il terrorismo e ha apertamente esortato a uccidere gli israeliani durante l’ondata di terrorismo palestinese del 2015-2016, la cosiddetta “intifada dei coltelli” che vide mesi di aggressioni letali palestinesi a base di accoltellamenti, attacchi con armi da fuoco, deliberati investimenti automobilistici. In ripetute dichiarazioni pubbliche sulla tv dell’Autorità Palestinese, Rajoub ha detto ai palestinesi che gli assassini di israeliani devono essere considerati “eroi” e visti come “gemme della corona che cinge la testa di ogni palestinese”.

Rajoub ha dichiarato che il movimento Fatah “ha benedetto e incoraggiato” gli assassini, e che ha avuto da ridire sugli attentati suicidi negli autobus di Tel Aviv solo perché la comunità internazionale si sdegnava di fronte a quel genere di stragi: “Vogliamo combattere in modo tale che il mondo e la comunità internazionale rimangano dalla nostra parte”, è la spiegazione che ha dato Rajoub della strategia del terrorismo palestinese. Rajoub  ha anche spiegato che i palestinesi dovrebbero concentrarsi sull’uccidere soldati o “coloni” (cioè civili israeliani, anche intere famiglie, che vivono in Cisgiordania o nella parte est di Gerusalemme, ndr) perché di loro alla comunità internazionale non importa nulla.

Ma a quanto pare, ora che è malato Rajoub sembra ben lieto di farsi curare dagli stessi israeliani che incoraggiava i palestinesi ad uccidere.

19.10.2016 – Jibril Rajoub, segretario del Comitato Centrale di Fatah e capo del Consiglio supremo dell’Olp per lo sport e la gioventù, in posa insieme al Direttore generale della polizia dell’Autorità Palestinese Hazem Atallah, mostra una targa celebrativa con la mappa della “Palestina”: Israele è cancellato dalla carta geografica.

Non bastasse questa assurdità, Rajoub si è anche fatto un suo chiodo fisso delle campagne contro la “normalizzazione” con Israele. Nella sua veste di Presidente del Consiglio Supremo per gli affari giovanili e sportivi dell’Olp, Rajoub ha proibito agli atleti palestinesi di gareggiare in attività sportive con atleti israeliani. Recentemente ha chiesto che “gli stati arabi e islamici cessino ogni forma di normalizzazione con Israele nel campo dello sport” (citato dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 29.4.19) e che la squadra di calcio spagnola Atlético Madrid non giochi con il Beitar Jerusalem perché la partita deve svolgersi in quello che Rajoub definisce “un territorio palestinese occupato” (dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 10.5.19). Si noti che la partita è in programma al Teddy Stadium, che si trova nella parte ovest di Gerusalemme.

Ma evidentemente, ora che è malato, Rajoub è prontamente disposto a emendare le sue ferree regole: la “normalizzazione” in campo sportivo, che giova alla popolazione palestinese in generale e promuove la pace, è cattiva e va proibita, mentre la “normalizzazione” in fatto di assistenza sanitaria al signor Rajoub va benissimo ed è senz’altro consentita.

(Da: PMW Bulletin, 14.5.19)