Tutto Israele è “Palestina” occupata

Lo ribadiscono le Forze di Sicurezza di Abu Mazen e la governatrice di Ramallah: interlocutori di cui Israele dovrebbe fidarsi per fare la pace

In piena coerenza con la politica dell’Autorità Palestinese di rappresentare tutto lo stato di Israele come “Palestina” da “liberare”, due recenti post diffusi attraverso Facebook dalle Forze di Sicurezza Nazionali dell’Autorità Palestinese, guidata dal presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen), presentano le città israeliane di Haifa e Acco (San Giovanni d’Acri) come parte della “Palestina occupata”.

Monumento a forma di “Palestina” (Israele è cancellato dalla carta geografica) eretto dall’Autorità Palestinese a Nablus nella piazza intitolata in onere del terrorista Naif Abu Sharah, delle Briogate martiri di al-Aqsa, responsabile fra l’altro del duplice attentato suicida che il 5 gennaio 2003 provocò la morte di 23 civili israeliani a Tel Aviv. L’immagine è tratta dal reportage del 17 luglio 2015 della tv Awdah di Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen

Monumento a forma di “Palestina” (Israele è cancellato dalla carta geografica) eretto dall’Autorità Palestinese a Nablus, nella piazza intitolata al terrorista Naif Abu Sharah, delle Brigate Martiri di al-Aqsa, responsabile fra l’altro del duplice attentato suicida che il 5 gennaio 2003 provocò la morte di 23 civili israeliani a Tel Aviv. L’immagine è tratta dal reportage del 17 luglio 2015 della tv Awdah di Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen

 

Questo il post pubblicato il 3 novembre 2015 sulla pagina Facebook delle Forze di Sicurezza Nazionali dell’Autorità Palestinese, accompagnato dalla didascalia: “Una foto dalla Palestina: il vecchio quartiere Wadi Nisnas di Haifa”.

 

Questo il post pubblicato l’1 novembre 2015 sulla pagina Facebook delle Forze di Sicurezza Nazionali dell’Autorità Palestinese, accompagnato dalla didascalia: “Buona sera, Acco occupata”.

 

Pochi giorni fa, lo stesso presidente Abu Mazen aveva fatto riferimento a tutto Israele come una “occupazione”, chiedendo al Consiglio Onu per i Diritti Umani: “Quanto tempo deve ancora durare questa continua occupazione israeliana, dopo 67 anni?”.

 

Palestinian Media Watch ha documentato innumerevoli volte il fatto che l’Autorità Palestinese presenta tutta Israele come “Palestina occupata”: nelle carte geografiche, nei libri di testo scolastici, sulle mappe esposte negli uffici dei suoi funzionari e in vari luoghi pubblici, fino alle sculture nelle piazze che rappresentano la mappa d’Israele come parte della “Palestina” da “liberare”. Recentemente Laila Ghannam, Governatrice distrettuale di Ramallah ed El-Bireh, nell’Autorità Palestinese, ha posato accanto a una di queste sculture, innalzata in un villaggio vicino a Ramallah, che rappresenta una mappa della “Palestina” che comprende sia i territori sotto giurisdizione dell’Autorità Palestinese sia tutti i territori dello stato d’Israele, proponendosi come un esplicito programma revanscista che non lascia dubbi sulla sorte riservata allo stato ebraico. La foto, postata il 29 ottobre 2015 sulla pagina Facebook “Amici di Laila Ghannam”, è accompagnata dalla didascalia: “La dottoressa Laila Ghannam viene aggiornata sui lavori in Piazza Al-Shuhada (Piazza dei Martiri) nel villaggio di Deir Ghasana (a nord-ovest di Ramallah) durante la visita che vi ha fatto ieri [28 ottobre]”. Si tratta della stessa governatrice Ghannam che lo scorso 4 ottobre, all’indomani dell’uccisione di due civili israeliani per mano del terrorista Muhannad Halabi, descrisse quella mattinata come “una mattina profumata dal sangue dei martiri … una mattina di onore e di orgoglio”.

(Da: PMW Bulletin, 8.11.15)